lunedì, Febbraio 10, 2025

Michael Faraday: il chimico e fisico non é un “gentleman”

Michael Faraday è un chimico e fisico inglese del 1800. Di fatto, Faraday effettua gli studi elettromagnetici ed elettrochimici, da cui nascono diverse invenzioni, come “la gabbia di Faraday”. A fronte di ciò, lo scienziato comprende l’esistenza dell’”induzione elettromagnetica”, con l’elettrolisi ed il diamagnetismo.

Michael Faraday e la biografia

Michael Faraday nasce a Southwark il 22 settembre 1791 e decede ad Hampton Court il 25 agosto 1867. La famiglia vive in povertà, nel territorio londinese dell’attuale Elephant and Castle. Inoltre, il padre James svolge l’attività di fabbro, con problemi di salute. Nel corso degli anni, Michael segue la religione cristiana protestante della famiglia, che lo accompagna per tutta la vita. A ragion per cui, Michael in adolescenza lavora come fattorino, presso un libraio. In seguito, nel ruolo di apprendista nella stessa libreria, Michael diviene rilegatore di libri. Allorché, durante l’apprendistato Michael dedica parte del suo tempo alla lettura, con testi come “The Improvement of the Mind”, di Isaac Watts. A ragion per cui, Michael trae spunti e riferimenti dai principi di diversi libri, con cui applica i suggerimenti.

Michael Faraday e la passione per la scienza

L’interesse di Faraday per le dottrine scientifiche giunge con “Conversations in Chemistry”, di Jane Marcet. A fronte di ciò, la scienza e gli studi sull’elettricità catturano l’attenzione di Faraday, che approfondisce. Di fatto, Michael inizia lo studio della chimica, come autodidatta, poiché la realtà di povertà della famiglia, gli impedisce la formazione scolastica regolare. Nel 1810, Faraday riesce a frequentare gli studi presso la “Royal Institution”.

Michael Faraday ed il libro

Nel 1812, il chimico Humphry Davy diventa un riferimento di studio, che decide di seguire nelle lezioni. Inoltre, Faraday accoglie anche le idee di John Tatum, ovvero il fondatore della “City Philosophical Society”. A fronte di ciò, Faraday decide di scrivere un libro, in cui inserisce i contenuti delle lezioni e le recapita a Davy. Presto, il chimico e fisico britannico contatta Faraday, che vuole come assistente. Nel 1813, Sir Humphry Davy nomina Faraday assistente di chimica, presso la “Royal Institution”.

Le opinioni classiste del 1800

Nel 1813 circa, Davy esegue un viaggio in Europa e Faraday svolge il ruolo di assistente ed anche cameriere. In realtà, la consorte di Davy, ovvero Jane Apreece non accetta la condizione di assistente di Faraday, poiché appartiene ad un ceto sociale povero. Nel 1800, la società inglese definisce “gentleman” un uomo di buona famiglia, con una buona educazione nobiliare. Inoltre, in Gran Bretagna il nominativo di “gentiluomo” appartiene soltanto alla nobiltà. A fronte di ciò, dopo diverse esperienze scientifiche con Davy, l’assistente decide il ritorno nel Regno Unito.

La svolta

Nonostante le difficoltà del viaggio con Davy, Faraday ottiene la popolarità nel campo scientifico europeo. Nel 1816, esce la pubblicazione scientifica di un articolo di Faraday, con cui diviene membro della “Royal Society”. In seguito, il chimico diviene direttore di laboratorio. Nel 1833, Faraday riceve la nomina di “professore fulleriano a vita” di chimica, presso lo stesso istituto.

Studi sulla chimica

Durante la collaborazione con Davy, Faraday effettua degli studi specifici sul cloro, con cui scopre nuovi cloruri di carbonio. Tuttavia, lo scienziato sperimenta in laboratorio la “diffusione dei gas”, cioè un fenomeno che risale per la prima volta, con gli studi di John Dalton. A fronte di ciò, Faraday sperimenta la liquefazione di diversi gas ed approfondisce la sperimentazione sulle leghe di acciaio. Allorché, il chimico prosegue le indagini di laboratorio, con la creazione di nuove tipologie di vetro. Nel dettaglio, la sostanza dei vetri pesanti spiega la rotazione di un piano di polarizzazione della luce. Di fatto, la rotazione della sostanza avviene nel momento in cui il vetro risulta in un campo magnetico. Tuttavia, lo stesso accade alla sostanza che viene respinta in precedenza, dai poli del magnete.

Altre scoperte dello scienziato

Faraday nella ricerca di laboratorio scopre anche una fonte di calore conveniente, che chiama “Il becco di Bunsen”, che trova utilizzo nei laboratori di scienza. Inoltre, Faraday   trova l’esistenza di nuove sostanze chimiche, come il benzene, che chiama “bicarburo di idrogeno”. Di fatto, segue l’invenzione dei “numeri di ossidazione” e “la trasformazione di elementi gassosi in liquidi”, come il cloro. Lo scienziato scopre le leggi del fenomeno della “elettrolisi” e diffonde la conoscenza di termini come: anodo, elettrodo, catodo, ione.

L’elettrolisi

L’elettrolisi è un processo, in cui avvengono delle trasformazioni chimiche, attraverso l’utilizzo dell’energia elettrica. A fronte di ciò, il risultato del processo avviene con il passaggio dall’energia elettrica in energia chimica. Di fatto, l’elettrolisi è il procedimento con cui avviene la produzione di “luce”, per mezzo di una pila. A ragion per cui, la generazione di corrente della pila reagisce alle trasformazioni chimiche, che creano l’elettrolisi. Ciò nonostante, la formazione di “luce” attraverso una pila è un processo spontaneo. Al contrario, nelle dinamiche di elettrolisi è indispensabile l’apporto di energia elettrica dall’esterno.

La morte

Michael Faraday decede ad Hampton Court, il 25 agosto del 1867. Inoltre, il chimico viene inumato presso lo Highgate Cemetery. Ad Westminster Abbey, non distante dalla tomba di Isaac Newton c’è una placca in onore di Faraday.

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