Il nuovo anno è iniziato all’insegna di piogge e neve, ma il tempo anche nell’immediato futuro è destinato a risultare piuttosto dinamico, gelido e ricco di sorprese nevose. Lo ribadisce l’ultima emissione dei principali modelli previsionali a lungo termine che in pratica ha confermato, per le prossime settimane, l’elevata probabilità di attacchi di gelo direttamente dal Circolo Polare Artico verso l’Europa continentale e il Mediterraneo, con un Vortice Polare destinato dunque a frantumarsi o quanto meno a divedersi.Il tutto sarebbe provocato da un intenso stratwarming polare in atto.
Stratwarming polare in atto sulla Russia
Ciò avrebbe delle conseguenze dirette e anche immediate pure per l’Italia, almeno fino alla metà di gennaio. Facciamo dunque punto della situazione per capire di cosa si tratta, delineando poi una tendenza su temperature e precipitazioni.
Sopra al Polo Nord, come accennavamo, si è innescato un improvviso stratwarming (mappa sottostante): con questo termine, in meteorologia, si fa riferimento ad un anomalo e intenso riscaldamento della stratosfera terrestre, proprio sopra la regione artica, nell’ordine anche di 50°C nel giro di pochissimi giorni.
Ecco gli effetti dello Stratwarming
Questo anomalo riscaldamento, una volta attivatosi, tende gradualmente ad espandersi verso l’alta troposfera, con ripercussioni sul Vortice Polare: non è escluso che da ciò possa derivare una spaccatura di quest’ultimo in più parti. Non sarebbe questa certo una novità: è già accaduto infatti più volte in passato e sappiamo dunque bene come lembi del Vortice Polare possano abbastanza facilmente scendere di latitudine, innescando poderose ondate di gelo fin sul bacino del Mediterraneo. Come non ricordare, a tal proposito, i gelidi inverni del 1929, 1963,1985, 2012 (solo per citarne alcuni).
Ebbene se il Vortice Polare dovesse davvero “rompersi” e dislocarsi dalla sua sede naturale, nel periodo compreso indicativamente tra la Befana e la metà del prossimo mese aumenterebbero le possibilità per l’arrivo di masse d’aria gelida di estrazione polare, le quali dapprima interesserebbero il cuore dell’Europa, ma successivamente anche l’Italia.
Quali saranno le conseguenze? Sicuramente temperature ben al di sotto delle medie climatiche di riferimento, ma anche il rischio di nuove nevicate fino in pianura e sulle coste.
Per i dettagli occorre ovviamente attendere ancora qualche giorno. Ma attenzione, le sorprese potrebbero non finire qui: dalle sconfinate steppe tra la Siberia e la Mongolia sta prendendo vita un’immensa area di alta pressione, ricolma di aria gelida, con valori fino a -57°C (registrati per esempio nella cittadina di Ojmjakon, proprio in Siberia): l’ipotesi, che i modelli iniziano a fiutare è che parte di questo lago gelido possa affluire verso l’Europa.
Insomma potremmo dover tornare fare i conti con il famigerato Burian, il vento gelido degli Urali.
Ne riparleremo senz’altro nei nostri prossimi approfondimenti.
Stratwarming: riscaldamento anomalo e inaspettato della stratosfera sopra il Polo Nord