giovedì, Aprile 25, 2024

Meridionale, non le affittano la casa: succede a Milano

Storie di ordinario razzismo

Chi si ricorda della scena del film La vita è bella dove il piccolo Giosuè, insieme al padre (interpretato dal grandissimo Roberto Benigni) si ritrova a contemplare tristemente il cartello esposto sulla porta di una pasticceria, che recita “Vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani”? Tutti vi abbiamo assistito con indignazione, ma anche con una punta di compiacimento, data dalla convinzione che oggi, nel nostro civile mondo contemporaneo, episodi tanto incresciosi non possano ripetersi.

Ha dovuto ricredersi in merito la ventottenne Deborah P. che, in cerca di una casa in affitto nella provincia di Milano, è stata protagonista di una vicenda surreale. La ragazza, nata a Foggia ma trasferitasi, all’età di nove anni, nella provincia di Monza insieme alla famiglia, si è vista rifiutare l’appartamento scelto proprio a causa delle proprie origini.

La vicenda

Ma andiamo con ordine. È ancora estate quando Deborah visita la casa in questione, e subito se ne innamora. Ad accompagnarla c’è la fidanzata Laura, che oggi esprime tutta la sua indignazione per quanto accaduto alla compagna. La padrona di casa è una coetanea delle due ragazze, e inizialmente tutto sembra filare liscio. Si giunge presto ad un accordo, tanto che Deborah si appresta a lasciare l’appartamento dove abitava in precedenza, in vista dell’imminente trasferimento.

Ma ecco che, agli inizi di settembre, Ilenia, la proprietaria, comincia ad accampare scuse più o meno credibili per ritardare la firma del contratto d’affitto. Sebbene sia piuttosto evidente che stia cercando di prendere tempo, Deborah decide di credere alla sua buona fede, e attende. Poco dopo, però, la giovane si fa di nuovo viva, annunciando di aver cambiato idea, che affittare non le conviene più e che ha perciò deciso di vendere la casa. Deborah le fa notare quanto sia scorretto un simile comportamento, ma non si spinge oltre; lascia correre, malgrado il disagio procuratole da quella disdetta all’ultimo minuto.

E la vicenda si concluderebbe qui se, nella giornata di ieri, la signora Patrizia, la madre di Ilenia, non si fosse fatta viva con Deborah per “chiarire”, a detta sua, le vere ragioni di quel comportamento. Per la signora Patrizia è un punto d’onore far sapere alla ragazza che il motivo per cui la casa le è stata rifiutata sono le sue origini meridionali.

I messaggi offensivi

La signora Patrizia non si risparmia: invia a Deborah numerosi messaggi vocali di stampo razzista, nei quali esprime tutto il proprio orgoglio e il proprio disprezzo nei confronti di qualsiasi minoranza. <<So che siamo nel 2000>> dice la donna, <<ma i meridionali restano meridionali, adesso e anche nel 4000!>>

<<Meridionali, neri, rom>> continua Patrizia, <<sono tutti uguali. Io sono razzista al cento per cento.>>

La signora prosegue affermando quanto sia fiera del proprio razzismo. Chiarisce inoltre di essere una fervente leghista, anzi, afferma testualmente di essere <<di Salvini>>. Tiene tanto a quest’ultimo punto da chiedere a Deborah, che l’avverte che renderà pubblica la cosa, di <<scriverlo in grande. La signora è una leghista come Matteo. Matteo è il suo capitano, e lui fin dall’inizio ce l’aveva con i meridionali! Lo scriva pure, non me ne vergogno!>> E noi l’accontentiamo volentieri.

Uno dei messaggi incriminati

La notizia diventa virale

Inutile dire che Deborah ha provveduto immediatamente a diffondere la notizia di quanto accadutole, con il prezioso aiuto della fidanzata, che ha reso virale la storia insieme agli imbarazzanti audio della signora Patrizia. Le due ragazze, inoltre, stanno procedendo per vie legali. Vi sono probabilmente gli estremi per accusare la signora Patrizia di un reato di discriminazione, punibile con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con una multa fino a 6000 euro. Nel frattempo, la storia ha attirato in poche ore le attenzioni della stampa locale e nazionale, mentre il post di Laura, in cui la ragazza racconta quanto successo alla compagna, ha ottenuto migliaia di condivisioni. Augurandosi che ciò serva ad aprire agli occhi di chi non crede che, nell’Italia del 2019, possano verificarsi episodi simili, che ci riportano indietro ad un’epoca buia, di cui oggi si parla con fin troppa leggerezza.

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