venerdì, Marzo 29, 2024

Mazda 626 MPS: l’anti Subaru e Mitsu mai nata

Una volta, in tempi lontani, il mondo era dominato da due berline ad alte prestazioni, dal look vistoso e dalle capacità vincenti nei rally. Quelle vetture erano la Mitsubishi Lancer Evolution e la Subaru Impreza STi, le quali monopolizzavano il settore. La Mazda, gelosa di questo duopolio delle case connazionali, ebbe l’idea di entrare nel giro, e sviluppò a sua volta un’arma letale a quattro ruote. Nacque così la Mazda 626 MPS. Ma di questa vettura rimane solo un ricordo, e forse un esemplare chissà se funzionante. Dopo la sua presentazione, al salone di Ginevra del 2000, la 626 sparì dalle scene. Perché? Questo articolo è dedicato a lei, la regina mai nata delle berline sportive.

Com’è fatta la Mazda 626 MPS?

La versione sportiva della 626, denominata Mazda Performance Series, aveva una scheda tecnica interessante. Sotto il cofano, in risposta ai quattro cilindri turbo che equipaggiavano le Subaru e le Mistu, Mazda rispose con un V6. Aveva una cubatura di due litri e mezzo, due turbo, un intercooler e lo scarico maggiorati. La potenza dichiarata era di 280 CV, ma solo perché le case giapponesi avevano firmato un accordo per non andare oltre. Lasciati libero, il V6 poteva andare ben oltre i 300 CV.

L’assetto era da vera sportiva. I cerchi da 18 pollici mostravano i generosi freni a disco autoventilanti, con pinze a sei pistoncini davanti e quattro dietro. Le sospensioni avevano molle ed ammortizzatori regolabili, perfette per godersela in pista. La trazione era integrale. Secondo la casa, accelerava da 0 a 100 Km/h in 5.5 secondi, e poteva raggiungere i 245 Km/h. Era ai livelli di Evo ed STi, con un peso appena superiore: 1380 Kg. L’estetica faceva intravedere l’anima corsaiola, con paraurti bombati al posteriore, due terminali giganteschi ed un vistoso alettone posteriore.

Perché non fu mai prodotta?

E torniamo alla domanda iniziale. Perché Mazda non produsse mai la 626 MPS? Bella domanda. Una risposta potrebbe arrivare dalla tempistica, non troppo fortunata per il modello. La MPS derivava dalla 626 che era ormai arrivata a fine vita, tanto che la sua sostituta, la 6, arrivò appena due anni dopo. Non aveva senso sviluppare una sportiva su una base a fine vita. Un’altra ragione poteva essere che quel tipo di vettura non fosse conveniente, senza un’applicazione estrema. Probabilmente, poteva essere una base per una vettura da WRC, ma non risulta che Mazda avesse iniziato un programma in tal senso. Qualunque fosse la ragione, è un peccato, perché la MPS prometteva molto bene. Chissà come se la sarebbe cavata contro la STi e contro la EVO, magari sul fango e sulla neve. Chissà…


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Riccardo Trullo
Riccardo Trullo
Aspirante giornalista sportivo e membro orgoglioso della famiglia Periodicodaily. La mia specialità è il motorsport, in particolare la MotoGP ed il panorama americano di NASCAR, IndyCar, IMSA. Non disdegno la F1, campionato che seguo da una vita. E già che ci sono, butto un occhio nel settore delle auto di serie.

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