Matrimoni omosessuali: sì della Chiesa Metodista

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Oggi si conclude la Conferenza Metodista e uno dei temi più discussi degli ultimi anni da tutte le chiese, qui, trova finalmente pace. La Chiesa Metodista britannica è favorevole ai matrimoni omosessuali. La decisione passa con la maggioranza dei voti ma la chiesa chiarisce che chi non vorrà celebrare queste unioni potrà rifiutarsi.

Perché era molto attesa la sentenza sui matrimoni omosessuali?

La Conferenza Metodista è iniziata a Birmingham il 24 giugno e si conclude oggi 1 luglio. Molti gli argomenti trattati ma il più interessante e atteso è quello sui matrimoni omosessuali. La decisione era già stata presa in via provvisoria da 29 dei 30 Sinodi locali e, nella Conferenza, era atteso un esame finale per una conferma definitiva. E così è stato. Con 254 voti favorevoli e 46 contrari la Chiesa Metodista britannica dichiara ufficialmente che si potranno celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nessuno sarà obbligato a celebrarli, se qualcuno preferisce rifiutarsi sarà libero di farlo. Ma vista la grande maggioranza di voti favorevoli sicuramente non sarà difficile trovare un pastore lieto di celebrare l’unione. La Conferenza però non si limita alla discussione dei matrimoni omosessuali ma procede in una direzione di integrazione a 360 gradi. La Chiesa chiede ai suoi rappresentanti di intraprendere Strategie di dignità, di giustizia e di solidarietà che volga a “un profondo cambiamento nella cultura, nelle pratiche e negli atteggiamenti della Chiesa metodista in modo che tutti i metodisti possano essere pienamente partecipanti alla vita della Chiesa”. Nella Strategia si ritengono poi necessari percorsi di formazione su temi come la disabilità, l’uguaglianza di genere e l’antirazzismo.

La Chiesa Metodista

Per comprendere l’importanza della decisione è sempre necessario un passo indietro per conoscere meglio il soggetto di cui parliamo. La Chiesa Metodista nasce durante la prima rivoluzione industriale in Inghilterra. L’idea non era quella di fondare una nuova chiesa ma più che altro di smuovere gli spiriti nella Chiesa Anglicana. Creare un movimento interno che risvegliasse gli animi. Il movimento iniziò con il pastore anglicano John Wesley che riunì un gruppo di giovani universitari ad Oxford con le sue stesse idee. Il nome Metodista venne dato in modo denigratorio da chi, dall’esterno, osservava e giudicava. Il nome infatti deriva dal “metodo” con cui operavano. E cioè dividevano la giornata tra lo studio della Bibbia, la preghiera e l’aiuto ai più bisognosi e ai carcerati. Il pastore voleva che la Chiesa Anglicana fosse più attenta ai problemi sociali ma alla fine ne è nata una nuova dottrina indipendente. In Italia la Chiesa Metodista arriva nella metà del 1800 e nel 1975 si è unita alla Chiesa Valdese dando vita all’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi. Questo per introdurre solo un’altra notizia: i matrimoni omosessuali, per queste chiese italiane, sono permessi dal 2017. Ovviamente la fede è personale e ognuno fa la scelta che sente più vicina a se. Ne abbiamo parlato per libera conoscenza e non per propaganda. Ma la Chiesa Cattolica, quella tradizionale, cosa aspetta a riconoscere che sono persone alle quali viene negato un diritto? Se Dio ama tutti indistintamente, perché la Chiesa Cattolica no? Perché devono essere i piccoli gruppi cattolici a dover dimostrare più coraggio della grande Chiesa? Siamo sicuri che prima o poi queste domande avranno risposta ma è sempre tardi.