Massimo Carlotto: protagonista di cronaca e romanzi

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massimo carlotto

Massimo Carlotto è uno scrittore italiano, fumettista, sceneggiatore, giornalista e drammaturgo. Carlotto, ha origini padovane, e da ragazzo, partecipa come attivista del movimento “Lotta Continua”. In seguito, lo scrittore viene coinvolto in diversi processi giudiziari, con l’ accusa di assassinio di una ventiquattrenne, e con la condanna a sedici anni di reclusione. Tuttavia, Oscar Luigi Scalfaro provvede alla liberazione definitiva di Carlotto, il quale viene graziato, dopo sei anni di prigione. 

Massimo Carlotto e la biografia

Massimo Carlotto, nasce a Padova il 22 luglio 1956. Il padre è Oscar Carlotto, che svolge la professione di dirigente aziendale, la madre è Rosa Villani, ed i fratelli sono Antonella ed Alvaro. Carlotto diviene il protagonista delle cronache, con l’ accusa di omicidio di Margherita Magello, poi la condanna, e la reclusione. Dopo sei anni di prigione, Carlotto riceve la grazia dal Presidente della Repubblica, ed esce definitivamente dal carcere. Nel 1994, Carlotto inizia a lavorare come giornalista e scrittore di romanzi. A ragion per cui, nel 1995 esce “Il fuggiasco”, ovvero una autobiografia e romanzo, in cui l’ autore descrive la reclusione. Tuttavia, Carlotto pubblica diverse opere letterarie tra cui “Le irregolari, Arrivederci amore ciao, Jimmy della collina, Il giorno in cui Gabriel scoprì di chiamarsi Miguel Angel”, ed altre. Carlotto risulta tra i migliori scrittori di “Noir” e “Hard boiled”, in campo internazionale.

Massimo Carlotto ed il caso giudiziario

Il 20 gennaio 1976, Carlotto è un diciannovenne, attivista del gruppo “Lotta Continua”, e riceve l’ incarico dall’ organizzazione, di eseguire delle ricerche, sullo spaccio di eroina, nel suo quartiere a Padova.  A ragion per cui, Carlotto nei pressi dell’ abitazione della sorella Antonella, sente  una donna che impreca aiuto. Il diciannovenne, segue la voce della donna, e giunge nella villetta bifamiliare dove entra dalla porta aperta, e trova nel ripostiglio una conoscente svestita, in fin di vita ed accoltellata. A fronte di ciò, Carlotto tenta di soccorrere la ragazza Margherita Magello, che conosce solo in parte.  Ma Massimo, nel tentativo di aiutare la ragazza agonizzante, si sporca del sangue della stessa, ed anziché chiamare la polizia, dallo spavento scappa. Di conseguenza, Carlotto riceve l’ accusa di omicidio, la condanna ed il carcere. Massimo esce di prigione grazie all’ intervento di Oscar Luigi Scalfaro.  

Massimo Carlotto si presenta dai carabinieri

Massimo dopo la fuga dall’ abitazione della ragazza accoltellata, racconta a degli amici l’ accaduto, e con loro ed un legale, si presenta in caserma. Tuttavia, i soccorsi arrivano grazie al tenente dei catabinieri Paolo Cesare Cagni, marito di Antonella Carlotto. Massimo spiega alle forze dell’ ordine, di avere trovato la ragazza ancora viva ma agonizzante, e di avere sentito le ultime parole. In seguito, i periti contestano la versione di Massimo, poiché affermano che la ragazza muore dopo poche coltellate, mentre Massimo quando la trova agonizzante ne risulta avere ben cinquantanove.  Ciò nonostante, i medici ed i soccorritori, smentiscono i periti, e sostengono la verità di Carlotto, poiché la ragazza durante il tragitto in ospedale respira ancora. A ragion per cui, la morte di Margherita Magello avviene in ospedale.

Massimo Carlotto e la breve testimonianza

Carlotto dichiara ai carabinieri, che la ragazza  agonizzante, al ritrovamento ripete in continuazione la frase “Ti ho dato tutto”, e di seguito “Massimo, Massimo”. Di fatto, la testimonianza di Carlotto, ha la durata di soli cinque minuti, e le forze dell’ ordine, gli imputano l’ accusa, di omicidio volontario aggravato. Di conseguenza, l’ accusa sostiene il cambio di vestiti di Carlotto dopo l’ omicidio, con la prova degli abiti sporchi di sangue della ragazza. Per cui, Massimo dopo l’ accusa di omicidio volontario aggravato, riceve la condanna di sedici anni di reclusione.  

Massimo Carlotto e le prove in suo favore

Massimo, quando si reca in caserma con gli amici ed il legale, è sporco del sangue della ragazza, che ha tentato di aiutare. In realtà, Carlotto non presenta tracce copiose sui vestiti, ovvero non nella quantità che l’ assassino dovrebbe mostrare. Massimo dichiara continuamente la sua innocenza, e  riconosce solo la colpa di omissione di soccorso, per paura. Ma un’ amica della vittima, afferma che poco prima dell’ accaduto, si trova al telefono con la stessa, che interrompe la chiamata. Inoltre, l’ amica prosegue nel dire che Margherita prima di terminare con lei la chiamata, risponde ad un uomo sconosciuto a cui da del lei. La testimone, afferma anche il fatto che l’ amica Margherita si rivolgeva a Massimo dandogli del tu. A sostegno di Carlotto, le dichiarazioni anche di altri testimoni, dimostrano l’ infondatezza dell’ accusa.

La scarcerazione ed ancora la condanna

Carlotto, rimane in prigione per un anno, dove si dedica allo studio delle scienze politiche, con cui ottiene il diploma ed in seguito anche la laurea. Nel 1977, a Padova Carlotto ottiene l’ assoluzione dalla Corte d’ Assise, per insufficienza di prove. Per cui, Massimo viene scarcerato, ma riceve la condanna di diciotto anni di reclusione, con le attenuanti generiche.   

La latitanza

Il legale di Massimo Carlotto, consiglia all’ assistito di fuggire all’ estero, prima dell’ esito della condanna definitiva, e Carlotto giunge in Francia, Messico, e Spagna. Massimo si stabilisce in Spagna, con uno pseudinimo, sotto falso nome, poiché risulta latitante. Negli anni seguenti, la polizia del Messico, contesta a Massimo, la mancanza del  visto di residenza, ed ordina l’ espulsione in Italia del latitante.

La fine della latitanza

Carlotto quando arriva in Italia, dopo l’ espulsione dal Messico, decide di costituirsi  presso la dogana di Linate. Nel frattempo, i legali di Massimo chiedono la riapertura del caso, e nasce “Il Comitato Internazionale Giustizia per Massimo Carlotto”. A fronte di ciò, nascono delle campagne d’ informazione, con l’ obiettivo della raccolta di firme, per la  revisione delle carte processuali di Massimo Carlotto. Il risultato, ottiene di quindicimila firme.

Le malattie in carcere

Massimo Carlotto, in prigione si ammala seriamente di diverse patologie come: bulimia, anoressia nervosa, dismetabolismo organico, arteriosclerosi precoce, artrite gottosa, ipertensione, sindrome ansioso- depressiva, attacchi cardiaci ed insonnia. A fronte di ciò, i legali di Carlotto, presentano un ulteriore campagna, per ottenere la scarcerazione ed il differimento della pena, per motivi umanitari. Nel 1987, il tribunale accetta la richiesta della difesa di Massimo.

La revisione del processo

Nel 1986, la Corte d’ Appello accetta la proposta, di riesaminare le carte processuali di Massimo Carlotto. Dopo tre anni, la Cassazione, col giudice Corrado Carnevale, annulla la condanna del 1982, ed ordina la revisione del processo. In seguito, il 5 luglio 1991, la Corte Costituzionale emette la sentenza con la risoluzione del quesitoper l’ applicazione del nuovo codice. Per cui, la Corte Costituzionale legittima i difensori, con l’ assoluzione piena dell’ assistito, che non ha commesso il fatto. A fronte di ciò, i legali chiedono un ulteriore provvedimento di clemenza, per la scarcerazione di Carlotto, che ha scontato già sei anni di prigione.

La fine dei processi e la grazia

Nonostante l’ insistenza dei legali, per la scarcerazione, Carlotto trascorre diciassette anni di vicende giudiziarie, in cui viene giudicato, da ottantasei giudici, con undici sentenze, e sette processi. Di fatto, la storia giudiziaria di Carlotto, si compone di sentenze, con diverse condanne ed assoluzioni, ma mai con la scarcerazione definitiva.

Il Presidente della Repubblica concede la grazia

L’ 8 aprile 1993, la famiglia di Carlotto chiede un azione di grazia al tribunale di Venezia, che avvia la richiesta. Oscar Luigi Scalfaro, in carica come Presidente della repubblica, per motivi di salute di Carlotto concede allo stesso la grazia, con l’ estinzione della pena principale, e quelle residue. A ragion per cui, Massimo Carlotto viene scarcerato definitivamente.

Opere letterarie

Massimo Carlotto nel 1994, inizia l’ attività letteraria e di giornalismo, in cui scrive diverse opere tra cui romanzi come “Il fuggiasco, Jimmy della collina, L’ oscura immensità della morte, L’ Alligatore, L’ amore del bandito”.

Riconoscimenti

Carlotto riceve numerosi riconoscimenti, in ambito letterario. Tra i premi principali dello scrittore ci sono: “Premio del Giovedì, Premio Dessì, Premio Scerbanenco, Grand prix de littérature policière, Premio Ciliegia d’ oro, Premio Lama e trama alla carriera”. Tuttavia, l’ autore riceve altre premiazioni come “ Premio del Libraio, Finalista di Edgar Allan Poe Awards, Premio Letterario Noir Ecologista Jean Claude Izzo, e Premio “Sugarprize”.