Massafra ospita Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz

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Venerdì sera nella splendida cornice di Casina Trovanza, a Massafra (Ta), il format di “Volta la carta” ha ospitato il cantante del noto gruppo rock Marlene Kuntz, Cristiano Godano, che ha scritto una sorta di autobiografia della band.

MASSAFRA – Aperitivo d’Autore si tinge di rock. Lo scorso venerdì 30 agosto Massafra ha ospitato nel format di Volta la carta, Cristiano Godano: cantante, chitarrista, autore, fondatore e anima dei Marlene Kuntz, una delle più importanti band della musica rock italiana. L’evento si è tenuto in quella meraviglia bucolica che è Casina Trovanza, a Massafra.

(Qui puoi leggere l’intervista completa che il cantante ci ha rilasciato)

In occasione dei 30 anni di attività del gruppo, Godano ha voluto celebrarne la longevità e i successi con un libro, Nuotando nell’aria. Dietro 35 canzoni dei Marlene Kuntz (La Nave di Teseo), che è un po’ un’autobiografia e un po’ un diario di viaggio, in particolar modo dei primi lavori (da “Catartica” a “Ho ucciso paranoia”, passando per “Il vile”), con tanto di aneddoti, riflessioni e retroscena, che l’autore ha definito un vero e proprio atto d’amore verso il pubblico, le parole e la musica.

Ad introdurre il talk l’ideatore di Aperitivo d’Autore Vincenzo Parabita, mentre con l’autore del libro ha squisitamente interloquito il dj e operatore culturale Franz Lenti. Partner dell’iniziativa la libreria AmicoLibro.

Chi ha preso parte all’evento, come consuetudine, ha gustato un ricercato aperitivo, stavolta realizzato da Symposium Cafè e accompagnato dalla degustazione libera dei vini di Cantina Lama di Rose.

L’AUTORE

Cantante e chitarrista, Cristiano Godano è, con Riccardo Tesio e Luca Bergia, il fondatore del gruppo rock Marlene Kuntz, che festeggia nel 2019 trent’anni di carriera, dieci dischi e più di 1500 concerti ufficiali. Dal 2009 è uno dei docenti del master in Comunicazione musicale dell’Università Cattolica di Milano. Ha recitato nel film “Tutta colpa di Giuda”, di cui è anche autore, con i Marlene, di parte della colonna sonora candidata al David di Donatello nel 2010 con la “Canzone in prigione”. Oltre alla principale attività con i Marlene Kuntz, è stato impegnato in un altro progetto musicale, Beautiful, con Gianni Maroccolo e Howie B. Nel 2008 ha pubblicato il suo primo libro, la raccolta di racconti “I vivi”. Dal 2012 e per circa un anno ha curato un suo blog personale per il Fatto Quotidiano. Fra le tante attività in ambito artistico, lo spettacolo teatrale “Il vestito di Marlene”, con la compagnia di danza di Mvula Sungani, per cui i Marlene hanno curato la parte sonora, e numerose sonorizzazioni dal vivo di film muti, fra cui quella de “Il castello di Vogelod” di F. W. Murnau, in compagnia di Claudio Santamaria; le musiche dello spettacolo sono finaliste al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2019. Da parecchi anni Godano coltiva un’ampia e frequente attività in solo, portando in tutta Italia spettacoli in cui alterna parole e musica.

IL LIBRO

Nel 1989, in provincia di Cuneo, nasceva una delle band più importanti della musica rock italiana: i Marlene Kuntz. Gloriosi, eleganti, poetici, potenti, refrattari a piegarsi ai dettami delle mode, della critica e dei fan, hanno attraversato trent’anni di carriera inseguendo sempre e soltanto la loro ispirazione e il desiderio di battere terreni inesplorati e mai scontati. Cristiano Godano, anima del gruppo, cantante, chitarrista e autore dei testi, racconta per la prima volta in un libro la genesi della band, gli incontri che ne hanno determinato la crescita e il percorso, la sostanza della loro ricerca, la forza dei legami e il desiderio di vivere sempre curiosamente nel presente. Ripercorrendo canzone per canzone i primi tre mitici dischi del gruppo – “Catartica”, “Il vile”, “Ho ucciso paranoia” – e illustrandone con minuzia i retroscena del processo creativo, Godano scrive un’involontaria, anomala e generosa autobiografia delle origini, densissima di aneddoti, di riflessioni e materiale inedito (testi autografi, appunti, lettere del tempo): un vero e proprio atto d’amore verso il pubblico, verso la storia e il futuro della sua band, e soprattutto verso le parole e la musica, muse ispiratrici di ogni sua creazione.