venerdì, Marzo 29, 2024

Marsilio Ficino: il filosofo del Rinascimento

Filosofo, studioso e traduttore dell’opera platonica, Marsilio Ficino nacque il 19 ottobre 1433 a Figline. Ricordiamo ancora oggi il filosofo come il massimo esponente dell’Umanesimo fiorentino. Proprio quella corrente filosofica si pose all’origine dei più grandi sistemi di pensiero del Rinascimento. Ficino riprese il pensiero platonico e ne mostrò l’affinità con il cristianesimo. Di libri sull’opera del filosofo ne abbiamo a iosa. Ma anche l’interesse intorno alla sua filosofia, negli ultimi decenni, è cresciuto moltissimo.

Qual è la posizione di Marsilio Ficino nella storia del pensiero?

Non possiamo pensare Ficino solo come il fondatore dell’Accademia Platonica di Firenze. Non è più possibile vedere in lui il traduttore e il commentatore di Platone. Ficino fu un pensatore originale. Egli non ci appare come un puro platonico. Nella sua filosofia, come ci suggerisce lo studioso Paul Kristeller, spiccano importanti elementi: l’aristotelico, il neo-platonico e l’agostiniano. La posizione di Marsilio Ficino non è unica. La dottrina dell’umanista è invece un mero sincretismo. “Anche quando ricorrono le vecchie idee apparentemente immutate” dice il Kristeller, “non sono ripetute meccanicamente, ma ricreate con fresca e originale convinzione e in termini alimentati da nuovo significato intellettuale”.

L’immortalità dell’anima: il problema centrale di Ficino

L’immortalità dell’anima è il problema che ricorre più di frequente nella filosofia di Ficino. Dobbiamo partire dal fenomeno dell’immortalità dell’anima per cogliere il centro vitale del pensiero dell’umanista. Partiamo quindi anche dal tema della “coscienza interiore”. Da questi due elementi dipendono tutte le altre dottrine speciali. Dalla questione dell’immortalità dell’anima deriva quella dell’atto contemplativo. La contemplazione è il perno della sua dottrina di Dio. Quella diviene il centro della sua teoria sull’essere. Anche il pensiero sull’anima umana, sulla morale e sull’arte ruotano intorno all’atto contemplativo.

Ficino, Platone, Plotino e Agostino

Platone, Plotino e Agostino per quanto concerne l’atto contemplativo, concordano pienamente. Per tutti questo atto è l’accesso al mondo intelligibile. Naturalmente la forma della contemplazione non è la medesima in tutti e tre i sistemi. Platone parla da dialettico, Plotino da mistico e Agostino da pensatore cristiano. Nella dottrina del Ficino tutti questi elementi si fondono. Il filosofo è quindi l’erede della tradizione classica e medioevale. Non solo, è anche un pensatore indipendente. Egli elimina le idee che non entrano nel suo schema di pensiero. Segue una propria via speculativa.

Marsilio Ficino: vita e scritti

Ficino viene scelto da Cosimo de’ Medici il Vecchio per riportare a Firenze la tradizione platonica. Traduce il Corpus Hermeticum di Trismegisto e le Enneadi di Plotino. Il pensatore, esperto traduttore di Platone e studioso di Epicuro e Lucrezio, scrive le prime opere a partire dal 1457. Porta alla luce importanti lavori: De virtutibus moralibus (1457), De quattuor sectis philosophorum (1457), De voluptate (1457-58). Fondamentale è la Theologia platonica de animorum immortalitate (prima stesura 1469-74, in seguito rimaneggiata). Ha scritto anche il De christiana religione (1474) e il De amore (1474).

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