giovedì, Aprile 25, 2024

Mark Stielow: il padre del pro Touring e le sue figliuole

Chi segue da sempre il mondo delle muscle car personalizzate, il nome di Mark Stielow gli suonerà familiare. Questo ingegnere americano è infatti il padre fondatore del Pro Touring, una vera e propria filosofia delle elaborazioni delle auto d’epoca. L’ingegnere oggi fa parte della divisione Chevrolet Performance, che si occupa di parti speciali, e di recente è stato promosso come capo della divisione racing del cravattino. Ma non ha mai dimenticato le sue origini di preparatore, e le ha coltivate in segreto. In un’intervista a Road And Track, Stielow ha parlato dei suoi progetti, basati sulle Camaro di prima generazione.

Mark Stielow, cosa significa Pro Touring?

Prima cerchiamo di capire cosa sia il Pro Touring, che lo stesso Stielow ha inventato nell’ormai lontano 1999. Ci sono tanti modi per elaborare un’auto d’epoca, e scegliere un modo rispetto ad un altro è funzionale a ciò che vuoi ottenere. Il pro Touring è dedicato a chi vuole una vettura d’annata, con tanto di carrozzeria ed interni originali, ma senza rinunciare al dinamismo e alla potenza che solo la tecnologia moderna può offrire.

Questo tipo di tuning si fa soprattutto a livello di telaio e sospensioni, con modifiche anche radicali a braccetti, molle e ammortizzatori. Oggi esistono veri e propri kit per le Pro Touring, con aggiornamenti disponibili a sospensioni e freni. Anche il motore può essere toccato, potenziandolo o sostituendolo con uno più moderno. Le pro Touring sono protagoniste anche nelle corse, nel time attack o nell’autocross, dove spesso competono con auto più recenti. Lo stesso Stielow in passato ha corso da pilota nella One Lap Challenge, evento organizzato dalla rivista Car And Driver dedicato agli appassionati della guida in pista.

Le Camaro speciali del re del pro Touring

Le Chevrolet Camaro preparate da Stielow hanno una forte reputazione nel mondo delle hot rod, tanto da guadagnarsi le copertine delle riviste specializzate. La prima che costruì, nel lontano 1993, fu la “Tri-Tip”, chiamata così perché aveva lo scopo di eccellere in tre ambiti diversi (strada, pista e dragstrip). Le modifiche alle sospensioni accompagnarono un motore Chevrolet Small Block ad iniezione, capace di 475 CV. Alla One Lap del ’93 mise in fila le Corvette più moderne, che avevano più di 100 CV in meno!

Un altro gioiello di Stielow fu la “Red Devil”. Basata su una Camaro del 1969, questa vettura montava un kit di sospensioni ed il V8 LS7 di 7 litri di derivazione Corvette C6 Z06. Con le modifiche giuste, come l’aggiunta di un compressore volumetrico, erogava 760 CV! La vettura ebbe il suo spazio sulle copertine patine, nei concorsi specializzati e persino nel videogioco Gran Turismo 6!

L’ultima creazione di cui vi parliamo è una Camaro del 1967, non ancora ultimata, che Stielow ha chiamato “Apex”. Realizzata in collaborazione con un amico, Godron Rojewski, questa vettura è la più potente di quelle finora realizzate, con il motore LT5 di derivazione Corvette ZR1 elaborato fino ai potenziali 950 CV! Questo grazie a molte parti speciali ad hoc, come le testate Katech Performance. Le sospensioni adottano il kit Detroit Speed, il massimo nel settore Pro Touring. Secondo Stielow, la vettura è “completa all’80%”, e dovrebbe essere esposta al salone Extravaganza dell’Asta Barrett-Jackson di Scottsdale, Arizona. Il re del Pro Touring è in città, gente!


La Chevrolet Camaro andrà avanti fino al 2026


Riccardo Trullo
Riccardo Trullo
Aspirante giornalista sportivo e membro orgoglioso della famiglia Periodicodaily. La mia specialità è il motorsport, in particolare la MotoGP ed il panorama americano di NASCAR, IndyCar, IMSA. Non disdegno la F1, campionato che seguo da una vita. E già che ci sono, butto un occhio nel settore delle auto di serie.

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