Mantova rinascimentale nel design di Giulio Romano

Una mostra che ricostruisce il genio che Giulio Romano seppe trasmettere anche nel design. Prestiti internazionali e opere ricreate per riportare in vita gli oggetti perduti e godere del loro fascino senza tempo

0
524
Mantova rinascimentale
Geraert van der Strecken (notizie dal 1647 al 1677) su disegno di Giulio Romano "Il banchetto presso Siface" ca. 1650-1665 Lana, seta, argento, oro, 427 x 531 cm Roma, Collezioni del Quirinale, Generale della Presidenza della Repubblica. Foto G. Schiavinotto, Roma Created by XLdump

Con Giulio Romano. La forza delle cose, Palazzo Te svela il prodigioso talento da designer dell’artista che tanto contribuì a creare l’immagine dei Gonzaga. Riporta nelle sale dell’edificio gli straordinari oggetti concepiti per contribuire alla creazione dello stile di vita della corte dei signori di Mantova rinascimentale. Ultimo evento della stagione espositiva 2022 Mantova: l’Arte di vivere, la mostra è a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini. Sarà visitabile dall’8 ottobre all’8 gennaio 2023.


Giulio Romano e il design alla corte di Mantova


Come ha contribuito Giulio Romano a dare sfarzo ai signori di Mantova rinascimentale?

Il genio di Giulio Romano nella realizzazione degli oggetti era noto, tanto che Giorgio Vasari citò per due volte nelle Vite la spettacolare credenza nella Sala di Amore e Psiche a Palazzo Te. Ebbe modo di vedere la madia nel 1541. Dalla dispensa prende spunto il progetto espositivo che celebrare l’energia creativa dell’artista, designer di oggetti di alta rappresentanza. Erano complementi capaci di animare lo spazio della corte. Realizzati in materiali preziosi e decorati da forme in cui si integravano motivi classici, imprese gonzaghesche ed elementi naturali, armi, vasi, brocche erano espressione del raffinato gusto della corte mantovana, Contribuivano in modo determinante a plasmarne un’immagine di assoluto splendore in competizione con le grandi corti europee. L’inesauribile fantasia del talento ebbe un ruolo determinante nel trasformare Mantova in un avamposto del design cinquecentesco.

Copyright ante litteram

Coscienti del prestigio derivante dalla produzione, i Gonzaga furono molto accorti nel proteggere quello che oggi chiameremmo il copyright delle creazioni giuliesche. Arrivarono infatti a esercitare un controllo pressoché esclusivo sulle sue idee. Dopo la morte dell’artista e soprattutto dopo la vendita da parte del figlio Raffaello della raccolta di disegni del padre a Jacopo Strada, orefice mantovano diventato antiquario imperiale, la circolazione dei progetti giulieschi si intensificò. Divenne quindi su scala europea: l’eco delle sue soluzioni fantasiose si avverte in oggetti di lusso prodotti alla corte di Spagna, Fontainebleau e Praga nella seconda metà del Cinquecento.

Giulio Romano. La forza delle cose

La mostra raccoglie un vasto corpus di progetti di Giulio Romano per armi e oggetti in argento provenienti da numerose istituzioni europee. Spiegano che l’artista ha trovato proprio in tal produzione la dimensione ideale per esprimere la sua vena più fantasiosa, libera e originale. Da segnalare l’eccezionale prestito di fogli sciolti provenienti dal Codice Strahov, un ricco album di progetti giulieschi, appartenuto a Jacopo Strada e conservato a Praga. Un pezzo esposto per la prima volta dopo un accurato restauro. Accompagnano le invenzioni del creativo alcuni straordinari disegni di famosi talenti cinquecenteschi che pure si cimentarono nella progettazione di oggetti in argento. Sono Michelangelo, Francesco Salviati e Girolamo Genga. Ci sono poi un’accurata scelta di quadri e una selezione di raffinate opere di design italiano ed europeo del Cinquecento. Opere che mostrano come l’impegno in questo campo non fu qualitativamente inferiore a quello profuso in altri campi della produzione artistica.

Le repliche tridimensionali dell’argenteria

Oggetti in oro e argento erano soggetti a un continuo reimpiego nel Cinquecento, talvolta perché il proprietario voleva aggiornarne l’aspetto. Spesso semplicemente per utilizzarne il materiale per battere moneta. Quindi nessun pezzo d’argenteria progettato da Giulio Romano è giunto a noi. Per ovviare alla mancanza, la mostra include cinque repliche tridimensionali, realizzate in collaborazione con Factum Foundation e Factum Arte. Il progetto si avvale della più sofisticate tecniche digitali, ispirate ad altrettanti progetti di Giulio Romano. Senza avere la pretesa di sostituire gli originali perduti, le riproduzioni aiutano a comprendere il grande impatto visivo delle creazioni. Spiegano anche le ragioni della sua fama di designer di oggetti da tavola.

Il percorso espositivo presenta il gusto dei signori di Mantova rinascimentale

La mostra si articola in cinque sezioni. La Camera degli Imperatori è interamente dedicata al design per armi e armature, oggetti che avevano tanto rilievo nella vita di corte. Caso unico ed eccezionale in cui progetto di Giulio Romano e oggetto sono sopravvissuti sino a noi. Quindi in esposizione il disegno giuliesco per lo scudo di Carlo V e il clipeo, rispettivamente Haarlem, Teylers Museum e Madrid, Patrimonio Nacional.

Opere e progetti

Altri preziosi confronti offerti nella sala ai visitatori includono: un idea di Giulio Romano per l’elsa di spada di Federico II Gonzaga (Londra, British Museum) e una spada simile (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Da vedere un dipinto raramente esposto di Giulio Romano, raffigurante Alessandro Magno in armi (Ginevra, Musée d’Art et d’Histoire). In mostra è accostato a un libro di disegni per armature del mantovano Filippo Orsoni (Londra, Victoria and Albert Museum) e a una borgognotta di Ferdinando II del Tirolo. Pezzi di armatura da parata realizzati dai fratelli Negroli, famosi armaioli milanesi (Firenze, Museo del Bargello), risentono dell’immaginario giuliesco brulicante di mascheroni grotteschi e creature mitologiche. Sono capaci di incutere giocosamente timore e trasmettere messaggi di potere e mascolinità.

Argenteria e vasellame

Nella Camera delle Candelabre, ci sono i progetti di oggetti animati da esuberanti figure umane dei più grandi artisti del Cinquecento. I talenti hanno così creato narrazioni simili a affreschi e dipinti. Sono presentati alcuni capolavori grafici: una saliera disegnata da Michelangelo per il duca di Urbino (Londra, British Museum) e due progetti per argenteria sacra e profana. Provengono rispettivamente da Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, e da collezione privata americana e sono di mano di Francesco Salviati. Nel dipinto di Jacopo Zucchi (Roma, Palazzo Barberini) esposto la sinuosa morbidezza dei corpi è giustapposta a preziosi vasi dalle forme fantasiose. Suggerisce per entrambe le opere una risposta non solo estetica ma anche tattile.

La Sala delle Cariatidi

La terza sezione, allestita nella Sala delle Cariatidi, è interamente dedicata all’opera grafica di Giulio Romano. In mostra un’ampia selezione di progetti in cui l’artista combina modelli antichi o all’antica con elementi naturali, foglie o racemi, e animali. Produce così immagini sorprendentemente fantasiose. Giulio seppe interpretare magistralmente le necessità dei Gonzaga di rendere l’esperienza della tavola unica e indimenticabile.

Utensili da tavola alla corti europee e di Mantova rinascimentale

La Camera dei Capitani ricrea l’atmosfera di splendore che caratterizzava l’esperienza del banchetto cinquecentesco. In mostra un prezioso arazzo su disegno di Giulio, con un convitto e una ricca credenza (Roma, Palazzo del Quirinale). Costituisce la scenografia ideale per esporre una selezione degli oggetti destinati ad arricchire le tavole principesche europee. Gli oggetti provengono dal Victoria and Albert Museum, dal Kunsthistorisches Museum, e dagli Uffizi. Se la varietà di forme dei disegni esposti illustra la fantasiosa creatività degli artisti cinquecenteschi, i pezzi esaltano l’eccellente padronanza tecnica degli orefici. La loro abilità è celebrata nel ritratto di Martin Marquart realizzato da Maarten de Vos (Vienna, Kunsthistorisches Museum).

La Camera delle Vittorie

La mostra si conclude con la quinta sezione nella Camera delle Vittorie. Sono presentati quattro progetti di Giulio Romano, due brocche per Ercole e Ferrante Gonzaga, una saliera sorretta da tre capre e una bizzarra pinza a forma di becco di anatra. CI sono anche le rispettive repliche tridimensionali realizzate da Factum Arte. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Arte, a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini con la collaborazione di Antonio Geremicca. I saggi sono di Jasmine Clark, Adriana Concin, Barbara Furlotti, Davide Gasparotto, Antonio Geremicca, Marco Merlo, Guido Rebecchini e Linda Wolk-Simon, e un’introduzione di Stefano Baia Curioni.

La corte dei Gonzaga e la Mantova rinascimentale, un evento a cui partecipano numerosi partner

Si tratta dell’ultimo evento della stagione espositiva 2022 Mantova: l’Arte di vivere dedicata allo “stile di vita” della corte dei Gonzaga nella Mantova rinascimentale. La mostra Giulio Romano. La forza delle cose è promossa dal Comune di Mantova, prodotta e organizzata da Palazzo Te col contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e PIC. Ha il supporto tecnico di Glas Italia e Pilkington – NSG Group, in collaborazione con Factum Foundation, Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani. L’iniziativa è organizzata in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura. Il progetto espositivo è affidato a Lissoni Associati, mentre il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.

Immagine da cartella stampa.