giovedì, Marzo 28, 2024

Manovra, passa il maxiemendamento dopo ritardi, risse e minacce. PD:”Faremo ricorso”

Si concludono a notte inoltrata, circa le 2.30, le votazioni sulla manovra economica, che incassa la fiducia del Senato con 167 voti a favore, 78 contrari e 3 astenuti (Monti, il 5S De Falco e Laniece).

Dai banchi della maggioranza arrivano le prime esultanze, “la vittoria del popolo”, eppure l’approvazione arriva al termine di due giorni di grande confusione, giorni in cui più che di “cinepanettone”, come lo hanno definito le opposizioni, si sarebbe dovuto parlare di film giallo.

Il testo del maxiemendamento, infatti, sarebbe dovuto arrivare in Aula entro le 16.00 del 21 dicembre, ma il governo, alle prese con le modifiche dell’ultimo momento, non è riuscito a rispettare i tempi, suscitando le ire dell’opposizione.

In seguito all’ennesimo slittamento la Presidente del Senato Elisabetta Alberta Casellati, aveva così bacchettato la maggioranza giallo-verde: “Pur comprendendo le difficoltà del governo, anche nell’interlocuzione con l’Ue, mi corre l’obbligo di invitare la maggioranza e il governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo. Un percorso rispettoso dell’Assemblea del Senato“.

L’avvio della discussione generale, previsto per le 14.00 del 22 dicembre, è nuovamente slittato alle 20.30, a causa della necessità del governo di correggere errori formali ancora presenti nel testo e stralciare alcune norme prive di copertura.

L’impossibilità per i parlamentari, per ragioni di tempo, di leggere il testo del maxiemendamento, ha fatto salire non poco la tensione in Aula, tanto che si è deciso di sospendere la seduta per alcuni minuti, in seguito alla presunta rissa scoppiata tra Simona Malpezzi (PD) e Laura Bottici (M5S), accusata dalla senatrice dem di averle messo le mani addosso.

Durante le dichiarazioni di voto il Pd minaccia il ricorso alla Corte Costituzionale. Stando al resoconto stenografico, Andrea Marcucci, capogruppo del Partito Democratico al Senato, ha dichiarato: Ci dobbiamo ricordare della divisione dei poteri, caro signor Presidente. È per questo che il Partito Democratico, viste le gravissime violazioni dell’articolo 72, non del Regolamento, ma della Costituzione italiana, quella Carta alla quale tutti noi ci dovremmo ispirare, esprime la volontà di sollevare, come Gruppo parlamentare, ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione, il ricorso diretto alla Corte costituzionale, affinché il giudice delle leggi si pronunci sulle enormità che si sono compiute e si stanno compiendo sotto i nostri occhi e sotto quelli del Paese“.

Interviene in difesa delle istituzioni anche la senatrice Loredana De Petris (Leu), che attacca dicendo: Rafforzare gli istituti di partecipazione significa ridare forza e voce alla società e ai corpi intermedi e soprattutto rafforzare il Parlamento: esattamente il contrario di quello che abbiamo visto in questi giorni e in queste ore. (…) Lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: quando protestavate per le tante fiducie avevate promesso anche questo ai cittadini, nella battaglia referendaria in difesa della Costituzione, quando avevate fatto un tour, e avevate tenuto comizi per dire che bisognava ridare forza alla Costituzione. Noi di Liberi e Uguali siamo rimasti fedeli a quella battaglia costituzionale e ribadiamo qui che la Costituzione si difende sempre, non solo quando si sta all’opposizione o quando si scambia la discussione o una battaglia referendaria ampia e istituzionale solo per una battaglia politica“.

La gestione dei tempi, tuttavia, non sarebbe piaciuta nemmeno ai senatori della Lega e del M5S, in particolare a Gregorio De Falco, senatore grillino che già si era rifiutato di votare per il condono edilizio a Ischia, che ha deciso di astenersi al momento del voto sul maxiemendamento.

Si attende, dunque, che il testo venga approvato dalla Camera durante la prossima settimana. La commissione di Bilancio di Montecitorio è stata convocata il 27 dicembre, mentre l’Aula il 28 e 29 dicembre.

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