venerdì, Marzo 29, 2024

Magia emotiva: la teoria del “primo” Sartre

Con magia emotiva indichiamo il frutto delle ricerche degli anni trenta del novecento di Jean Paul Sartre. Infatti il filosofo francese ha cominciato la sua attività di scrittore con gli studi di “psicologia fenomenologica”. Una siffatta psicologia ha per oggetto l’io, l’immaginazione e le emozioni.

Oggi dunque mettiamo in panchina il “solito” Sartre. Accantoniamo i discorsi sulla Nausea, sull’Essere e il Nulla. Non ci fermiamo al suo esistenzialismo e alla sua storia di militante politico. Ci focalizziamo sulla teoria sartriana delle emozioni. Questa teoria si trova nel saggio del filosofo Idee per una teoria delle emozioni .

Magia emotiva: una teoria di Sartre

Magia emotiva: il “primo” Sartre

Con “magia emotiva” prendiamo in esame il ruolo della dimensione emotiva nell’elaborazione teorica del “primo” Sartre. Quando diciamo primo Sartre ci riferiamo agli interessi fenomenologici e psicologici del pensatore francese. D’altra parte il filosofo esistenzialista agli inizi del suo filosofare si confronta proprio con la psicologia del suo tempo e con la fenomenologia.

Il punto di partenza delle ricerche sartriane sulla coscienza, sulle emozioni, sulla soggettività e sull’immaginazione è la nozione dell’intenzionalità della coscienza di Husserl. Più di ogni altro, il padre della fenomenologia ha mostrato la natura intenzionale della coscienza. Husserl ha descritto l’atto della coscienza. Ha messo in prima linea l’atto della coscienza di trascendere se stessa e di mettersi in rapporto con un oggetto.

Dunque Sartre condivide l’impianto husserliano. Inoltre il pensatore francese approva il concetto di una sorta di vitalità della coscienza. Per Sartre, così come per Husserl, la coscienza non è una scatola in cui si mettono cose. La coscienza è entusiasta, dinamica e si relaziona con l’elemento che sta nel mondo e che le sta intorno.

Magia emotiva, la teoria fenomenologica di Sartre

Jean Paul Sartre e la coscienza emotiva

La tesi sartriana della magia emotiva prende le mosse dal concetto fenomenologico dell’intenzionalità della coscienza. Perchè per Sartre è così importante l’elemento dell’intenzionalità della coscienza? Egli quando tematizza l’emozione si riferisce al soggetto. Non solo, si riferisce al modo in cui il soggetto si rapporta al mondo. Fa altresì riferimento al modo in cui la coscienza commossa intenziona il mondo.

Tutta la questione dell’emotività sartriana si gioca sulla coscienza emotiva. La coscienza emotiva è la coscienza che intesse rapporti emotivi con la realtà che la circorda. La relazione coscienza-mondo è una relazione emotiva. Spesso Sartre utilizza un altro aggettivo per esprimere questa relazione. Ritroviamo sovente l’aggettivo “magica”.

L’emozione: una trasformazione magica del mondo

Sartre nell’opera Idee per una teoria delle emozioni riserva una parte ad una critica della psicologia positivista. Distrugge l’impianto scientifico della psicologia perchè non analizza bene gli aspetti soggettivi e psichici. Per i “positivisti” le emozioni sono dei meri fatti fisici. Il filosofo francese non può acconsentire alla psicologia positivista e quindi ragiona sulla soggettività e su cosa significa emozionarsi e immaginare.

Quindi Sartre, sulla scia della fenomenologia husserliana, conduce i suoi studi sull’emozione. Il fondatore di Tempi Moderni descrive l’emozione come una trasformazione magica del mondo. L’emozione per Sartre avviene quando la coscienza commossa intenziona il mondo. L’individuo intenziona “emotivamente” la realtà. L’emozione permette all’uomo di intenzionare il mondo in una maniera diversa, in una maniera magica.

La condotta magica

L’elemento cardine della “magia emotiva” di Sartre è la condotta magica. L’uomo con la coscienza commossa (l’uomo commosso) assume una “condotta magica”. L’aggettivo magica, qui, indica l’atteggiamento dell’uomo che si emoziona. L’uomo emozionato vive i rapporti delle cose del mondo come se fossero regolati dalla magia e non da processi deterministici e razionali.

Attraverso l’atto emotivo si dischiude un “mondo magico”, una dimensione emotiva che per Sartre non è secondaria per la vita della coscienza, ma è, al contrario, centrale.

Magia emotiva: la coscienza dell’uomo trasforma il mondo

Dunque se diciamo che Sartre parla di magia emotiva non facciamo di lui uno stregone. Il filosofo ci sta dicendo che quando l’uomo si commuove può intenzionare emotivamente la realtà. Ma che significa intenzionare emotivamente? Scorgere la realtà al di là della realtà. Significa che all’uomo si dischiude un mondo nuovo. Non più quello razionale ma un mondo nuovo e incantato.

Questo mondo nuovo e incantato però esiste solo nella coscienza dell’uomo che si commuove. Sartre ci dice che la trasformazione del mondo ha luogo solo nella coscienza. Il mondo “fisico” in concreto non muta ma la coscienza commossa nega le caratteristiche strumentali della realtà. Nel soggetto emozionato la realtà ha tutt’altra forma.

magia emotiva, studio di Sartre

Magia emotiva nel soggetto “commosso”

Secondo il filosofo francese l’emozione tende a negare le caratteristiche della realtà. Essa nullifica il mondo. Una nullificazione che però avviene solo sul piano dell’immanenza di coscienza. Soprattutto la coscienza del soggetto “commosso” si degrada di fronte al mondo strumentale e ne coglie nuovi aspetti.

Questa coscienza ha il potere di pensare diversamente dalla realtà. Il mondo delle emozioni per Sartre è un “mondo magico” perchè tutte le emozioni “hanno in comune la prerogativa di far apparire uno stesso mondo, crudele, terribile, triste, felice, ecc…ma nel quale il rapporto delle cose con la coscienza è sempre magico“.

Attraverso la teoria della magia “emotiva” cogliamo un pensiero di Sartre importante. Le emozioni così come l’immaginazione sono spazi di libertà. Un aspetto, quest’ultimo, molto forte. In particolare per un autore che afferma che la libertà è ciò che contraddistingue l’uomo, ciò che lo rende persona. Una libertà radicata nel mondo dal quale non si può staccare.

Leggi anche: 14 aprile 1986 moriva Simone de Beauvoir. In prima linea per i diritti delle donne

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