Era il 15 luglio 1850 quando a Sant’Angelo Lodigiano nacque Santa Francesca Saverio Cabrini, patrona universale dei migranti e prima cittadina americana ad essere canonizzata.
A mezzogiorno del 15 luglio 1850, a Sant’Angelo Lodigiano, cittadina della Pianura Padana poco distante da Milano, nacque Francesca Cabrini, che, in seguito alla canonizzazione nel 1946, sarebbe diventata la santa patrona universale dei migranti. Era la penultima delle undici figlie di Agostino Cabrini, primo cugino dello statista Agostino de Pretis e di Stella Oldini.
Uno stuolo di colombe bianche annunciò la nascita della futura santa
Ad annunciare la venuta al mondo della futura santa uno stuolo di colombe bianche che pochi attimi prima della sua nascita si posò nel cortile di casa Cabrini dove del frumento era stato steso a seccare. Agostino, temendo che i volatili potessero rovinare il frumento, scacciò le colombe, ma una rimase impigliata all’estremità della frusta usata per cacciarle. Intenerito decise di portare in casa la candida colomba, e proprio in quel momento la moglie diede alla luce la piccola Francesca che venne battezzata lo stesso giorno presso la Basilica di Sant’Angelo con il nome di Maria Francesca. Crebbe in una famiglia molto devota, seguita nell’educazione dalla madre e dalla sorella maggiore Rosa, insegnante in una scuola privata. Nonostante la costituzione gracile, che durante l’infanzia preoccupò non poco i suoi famigliari, “Cecchina“, così veniva chiamata dai suoi cari, si diplomò maestra e nel 1872, mentre prestava opera di carità verso poveri e malati contrasse il vaiolo, dal quale riuscì in seguito a guarire grazie alle cure della sorella.

La fondazione della congregazione di missionarie
Dopo aver maturato la vocazione religiosa, prese i voti nel 1874 e sei anni più tardi fondò la “Congregazione delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù”, aggiungendo al proprio cognome quello di “Saverio”, in onore di San Francesco Saverio, missionario in oriente. Desiderosa di fare la missionaria in Cina, fu convinta da Monsignor Scalabrini, vescovo di Piacenza, a cambiare i propri piani per andare ad occuparsi delle migliaia di migranti italiani che da anni si trovavano negli Stati Uniti in condizioni di miseria e povertà. Papa Leone XIII, anch’egli preoccupato delle condizioni dei nostri connazionali emigrati oltreoceano, nel corso di un’udienza disse a Madre Cabrini: “Non all’Oriente, ma all’Occidente”, sciogliendo il dilemma che da tempo preoccupava Cecchina.
L’arrivo negli Stati Uniti e l’inizio di un’opera straordinaria
Madre Cabrini e le suore della sua congregazione sbarcarono a New York alla fine di marzo del 1889, con l’obiettivo di dare assistenza a tutti quei nostri concittadini che negli States erano costretti alla miseria, alla povertà e all’emarginazione. Di seguito lo spezzone di un articolo del New York Times dell’epoca:
“In queste settimane, donne vestite da suore sono state vedute percorrere i quartieri della Piccola italia, arrampicarsi per scale strette ed oscure, discendere in sudici sotterranei ed arrischiarsi ad entrare in certe caverne, in cui neppure il policeman oserebbe mettere piede, senza essere accompagnato. poche di esse parlano l’inglese. e’ un istituto che si prende cura delle orfane e tutti i suoi componenti sono italiani. a capo e’ la madre francesca cabrini, donna con grandi occhi ed un sorriso attraente. non sa l’inglese ma e’ donna di proposito.”
Aveva inizio una grande storia di amore ed assistenza verso le persone più povere, deboli ed emarginate, che in ventotto anni di missione la portò a fondare scuole, ospedali, orfanotrofi, riuscendo a convincere i migranti italiani più ricchi ad aiutare i concittadini più poveri. In quasi trent’anni di attività, oltre a numerose scuole e orfanotrofi, Madre Cabrini fondò anche i “Columbus Hospital” di Chicago e New York, grazie ai quali riuscì a garantire l’assistenza sanitaria anche ai meno abbienti.

In seguito ai suoi numerosi viaggi fondò istituti assistenziali anche in altri paesi in cui erano presenti persone bisognose. Attraversò l’oceano Atlantico ben ventotto volte, fondando orfanotrofi, scuole e enti assistenziali anche in Argentina, Nicaragua, Panama, Spagna, Francia e Inghilterra, tutti paesi in cui erano presenti numerose comunità di immigrati italiani.

Divenuta cittadina americana nel 1909, tornò in Europa per l’ultima volta nel 1912. Morì al Columbus Hospital di Chicago, dove stava prestando assistenza il 22 dicembre 1917, lasciando in eredità quasi settanta fondazioni tra Europa e America e più di 1300 suore missionarie che in seguito ampliarono la propria attività anche negli altri continenti, raggiungendo, nel 1927 anche la Cina, paese in cui Cecchina avrebbe voluto dare inizio alla propria missione.
Il corpo della santa, inizialmente sepolto nel West Park di New York, venne in seguito traslato nel “Saint Francesca Cabrini reliquiario”, a Manhattan. Proclamata Beata nel 1938, fu dichiarata santa da Pio XII nel 1946, divenendo la prima cittadina americana ad essere canonizzata. Nel 1950 fu proclamata Patrona universale dei Migranti.
Madre Cabrini: una santa sempre attuale
L’impegno di Santa Francesca Cabrini ha consentito la sopravvivenza di numerosi italiani emigrati all’estero in condizioni di povertà. I nostri connazionali che raggiunsero le Americhe nel diciannovesimo secolo dovevano affrontare tanti problemi, tra i quali il principale era l’emarginazione, alimentata anche dalle discriminazioni di cui erano vittime. Madre Cabrini riusci a dare speranza a queste persone, sostenendole nei momenti più difficile e garantendo loro assistenza continua. Oggi, i discendenti di coloro che furono assistiti dalle missionarie cabriniane ricoprono ruoli importanti nella comunità americana anche grazie all’opera di Santa Cabrini, il cui operato fu fondamentale per garantire l’inserimento sociali delle persone più emarginate.
L’opera della “Santa dei due mondi” continua ancora oggi attraverso i suoi istituti e le sue congregazioni sparse in tutto il mondo.
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