sabato, Aprile 20, 2024

M5S: “La riforma Cartabia va modificata”

Secondo il M5S, la riforma Cartabia provocherà danni sotto il profilo dell’improcedibilità.

M5S: perché la riforma Cartabia non va?

Secondo il M5S, il 50 % dei processi passerà sotto la scure della improcedibilità se la riforma Cartabia resterà così com’è. L’allarme parte da Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, che teme ripercusioni sii 7 maxi processi contro la ‘ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro. “Saranno dichiarati tutti improcedibili in appello”, dichiara Gratteri, salvo poi lanciare “un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza”. E lo fa dinanzi alla Commissione Giustizia della Camera. Sentito l’appello di Gratteri, il M5S si mette subito all’opera: deputati e deputate diffondono una nota, nella quale condividono l’allarme lanciato da Gratteri e mettono in guardia i colleghi.

M5S: la riforma Cartabia

Il testo del Ministro Cartabia prevede la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma aggiunge l’improcedibilità trascorsi due anni o uno in Appello e in Cassazione. È concessa una proroga di un anno per le corti d’appello e di 6 mesi per la corte suprema, sempre che i casi siano particolarmente gravi o complicati. L’opinione dei giuristi è che la norma, così come è concepita, comporterà l’eliminazione di processi instaurati. Secondo Gratteri, con questa riforma “sarà più conveniente delinquere”. Ciò che si rischia è la “diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione, perché con questa riforma converrà ancora di più delinquere”. Ed è su quest’ultima parte della dichiarazione che i deputati del M5S pongono l’attenzione.

La nota del Movimento 5 Stelle

“Convenienza a delinquere” e “diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione”. Sono queste le parole di Gratteri che il M5S riprende nella sua nota. Secondo i pentastellati, la riforma Cartabia provocherà un abbassamento della qualità di lavoro dei magistrati e un aumento consistente di appelli e ricorsi in Cassazione. “Con questa riforma”, dicono i pentastellati, “a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione, anche solo per dare più lavoro e ingolfare maggiormente la macchina della giustizia”.

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