Robert Russell è un artista di Los Angeles noto soprattutto per i suoi dipinti fotorealistici che indagano sulla memoria, l’iconografia e la mortalità. Spesso isola i suoi soggetti, che si tratti di una tazza da tè o di un libro, su tele di grandi dimensioni che ne ricontestualizzano il significato implicito e invitano lo spettatore a comprendere le storie trascendentali e talvolta oscure che vi sono racchiuse. Per la sua ultima mostra, Russell continua la sua recente fascinazione per la porcellana in un nuovo corpo di lavori intitolato Porzellan Manufaktur Allach.
Robert Russell in mostra all’Anat Ebgi di Los Angeles
Ospitati dalla galleria Anat Ebgi di Los Angeles, i grandi dipinti attirano i visitatori attraverso affascinanti rappresentazioni di animali di porcellana che Russell ha magistralmente composto su uno sfondo morbido di viola e grigio. Come per i suoi lavori passati, l’innocenza associata a questi dipinti viene messa in discussione quando si scopre la storia che li ha ispirati. Nel 1935, appena fuori Monaco, fu fondata la Allach Porcelain, specializzata nella produzione di piccole statuette innocenti, spesso raffiguranti cuccioli, cervi, conigli e animali in un’estetica emblematica delle prime animazioni Disney. Uno dei più grandi fan di Allach era nientemeno che il leader del Reich nazista, Heinrich Himmler, che finanziò la fabbrica e (tra le tante nefandezze) è ricordato come l’architetto dell’Olocausto.
Robert Russell e Himmler
Himmler comprendeva il potere dei simboli e ordinò la creazione di queste statuette per celebrare l’arianesimo, il Terzo Reich e la mitologia che i nazisti sostenevano. Durante la seconda guerra mondiale, gran parte della Allach Porcelain perse i suoi uomini a causa della guerra, spingendo Himmler a spostare la produzione a Dachau, il primo campo di concentramento nazista, dove i prigionieri ebrei e molti altri furono costretti a continuare la produzione fino alla liberazione nel 1945. In un’intervista rilasciata al Los Angeles Times, Russell, che è ebreo, ha dichiarato di aver voluto “riconoscere la mostruosità di quell’impresa” e di averli portati fuori dal “regno del carino”. Anche se avrebbe potuto rendere i dipinti piccoli, come le dimensioni reali delle statuette, il loro significato implicito sarebbe rimasto senza pretese e prezioso. “Qui invece sono così assertivi. Bisogna farci i conti”, ha aggiunto. La mostra personale arriva in un momento in cui l’antisemitismo è in aumento: proprio il mese scorso due uomini ebrei sono stati uccisi mentre uscivano da una sinagoga a Los Angeles. “Volevo riprendermi questi oggetti, reclamarli come artista ebreo, dipingerli molto più grandi della vita, esponendoli come le creazioni mostruose che erano in realtà”. Innocui, ma ossessionanti, questi dipinti trasformano cuccioli e cervi in memoriali del genocidio.
Porzellan Manufaktur Allach è in mostra presso Anat Ebgi fino al 22 aprile.
Anat Ebgi
859 Fountain Ave
Los Angeles, CA 90029