
Lunedì 6 giugno alle 16, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita un incontro aperto al pubblico dal titolo Architettura e scultura. L’artista Luisa Lambri dialogherà con Simone Menegoi.
Urbex: la fotografia delle rovine
Quale mezzo usa Luisa Lambri nella sua ricerca artistica?
Ha scelto la fotografia per interpretare, in modo profondamente personale e soggettivo, l’opera di artisti che, come lei, si misurano con lo spazio e la luce. La sua indagine parte dai grandi architetti modernisti, Mies Van Der Rohe e Luis Barragán. Dagli edifici dei maestri, Lambri distilla quindi dettagli minimi e apparentemente marginali, giochi di luce e ombra al limite dell’astrazione.
L’artista
Luisa Lambri nasce a Como nel 1969 e vive a Milano. Ha esposto alla Quadriennale di Roma (2020 e 2005), alla Triennale di Cleveland (2018), alla Biennale di Architettura di Chicago (2017), di Liverpool (2010) e di Venezia (Architettura 2010 e 2004; Arte 2003 e 1999). Le hanno dedicato mostre personali il Met Breuer di New York (2017) e l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (2012). Ha avuto spazio anche all’Hammer Museum di Los Angeles (2010), il Baltimore Museum of Art (2007), la Menil Collection di Houston (2004) e Kettle’s Yard di Cambridge (2000).
Le collettive a cui ha partecipato Luisa Lambri
Inoltre ha esposto in numerose collettive, tra le tante al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh (2019 e 2006), alla Tate Modern di Londra (2018), al Museum of Contemporary Art di Chicago (2009). Il lavoro di Lambri è incluso in alcune collezioni, al Museum of Modern Art di San Francisco, J. Paul Getty Museum di Los Angeles e anche al Solomon Guggenheim Museum di New York.
L’incontro a ABABO
La presentazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, in dialogo con Simone Menegoi, si svolge nell’ambito del Corso di Filosofia dell’arte. Lambri si concentrerà soprattutto sul suo interesse per la scultura che l’ha portata nel corso del tempo a fotografare opere di Lucio Fontana, Donald Judd, Lygia Clark e altri importanti autori del XX secolo. La conferenza è a accesso libero, ma fino a esaurimento posti.
Immagine da cartella stampa.