venerdì, Aprile 19, 2024

Ludovico il Moro: nasceva oggi il Duca di Milano

Il 27 luglio 1452, pur con qualche incertezza in merito al giorno esatto, nacque a Milano Ludovico Maria Sforza, più conosciuto come il Moro. Personaggio storico estremamente controverso, il suo operato politico in veste di Duca della città ambrosiana fu encomiabile. Il Moro, infatti, donò lustro e splendore alla città di Milano, che sotto la sua egida visse una delle sue fasi di massimo splendore.

Ludovico il Moro: la discendenza

Ludovico il Moro fu quarto figlio di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti. Il padre, valente condottiero di compagnia di ventura, fu il primo duca milanese ad appartenere alla casata degli Sforza. Precedentemente, infatti, il ducato della città era nelle mani della dinastia viscontea, di cui Filippo Maria Visconti, padre di Bianca Maria, fu ultimo rappresentante insignito di autorità ducale.

Ludovico il Moro ricevette una raffinata educazione presso la Corte sforzesca, dove crebbe sotto la guida dei genitori e, in particolar modo, del precettore Filelfo. Il padre Francesco Sforza, celebre per le grandi opere cittadine come il Naviglio della Martesana, l’Ospedale Maggiore e il Castello sforzesco, si dimostrò un abile governante. Per questa ragione la sua morte, giunta nel 1466, turbò enormemente l’ambiente di palazzo.

A prenderne il posto in veste di Duca furono prima il figlio primogenito Galeazzo Maria e poi il figlio di quest’ultimo, Gian Galeazzo. In entrambi i casi i due regnanti, in quanto ad abilità politica e a consenso riscosso, non furono all’altezza del parente. Questo, infatti, trovò un degno erede politico solo nel momento in cui la carica risalì la linea di discendenza e dal nipote Gian Galeazzo passò allo zio Ludovico il Moro. Egli, infatti, alla guida di Milano dal 1480 al 1499, donò alla città uno dei suoi periodi di massimo fulgore culturale ed economico.

Perché “Moro”?

Diverse sono le ipotesi circa l’origine del soprannome, Moro, con cui Ludovico è passato alla storia e, forse, attraverso il quale lo designavano sin da quando questo era ancora bambino. Secondo quanto tramanda un cronista dell’epoca, sembra che l’epiteto gli sia stato conferito per la sua carnagione. Egli infatti aveva una pelle particolarmente bronzea e olivastra, tratto accentuato ancora di più se si considera che aveva anche capelli corvini e occhi neri.

Secondo una versione differente, il soprannome gli venne conferito solo in seguito, ossia negli anni della maturità, per aver incentivato e promosso la coltivazione del gelso in Lombardia. La pianta, infatti, localmente ha il nome di moròn, da cui, appunto, deriverebbe il soprannome di Moro. Questa ipotesi è però inficiata dal fatto che, come è noto, la coltivazione di questa pianta era già diffusa ai tempi di Gian Galeazzo Visconti e che suo fratello Galeazzo Maria Sforza si adoperò per incrementarne ulteriormente la coltura.

La Milano di Ludovico

Durante il Rinascimento i grandi regnanti delle diverse corti d’Italia erano soliti dimostrare il valore e ostentare la ricchezza delle proprie casate mediante mecenatismo. Da buon principe rinascimentale qual’era, Ludovico il Moro non si è sottratto a questa prassi di celebrazione e autocelebrazione del proprio potere sul ducato di Milano. Sotto la sua attenta supervisione fiorì, presso la corte ambrosiana, la poesia di Bernardo Bellincioni, Antonio Cammelli e Gaspare Visconti. Al suo palazzo approdarono anche numerosi artisti, primi fra tutti Donato Bramante e Leonardo da Vinci.

Non trascurabili sono le opere pubbliche di cui Ludovico il Moro seppe farsi promotore. Durante il suo ducato, infatti, continuarono i grandi lavori nella fabbrica del Duomo e la Certosa di Pavia ricevette ingenti donazioni. Si costruirono, inoltre, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, il chiostro di Sant’Ambrogio e il Lazzaretto. Si abbellirono, poi, i castelli di Milano, Pavia e Vigevano. Infine si diede anche opera a grandi lavori di idraulica e fortificazioni lungo tutta la Lombardia.

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