sabato, Aprile 20, 2024

Ludovico Ariosto: il poeta del nuovo linguaggio umanista

Ludovico Ariosto è un commediografo, poeta, autore e diplomatico italiano. Inoltre, Ariosto compone il celebre poema dai quaranta canti “L’Orlando Furioso”, con la durata della stesura di undici anni. Di fatto, l’autore emerge nel contesto umanista, in cui esprime l’arte lirica attraverso la realtà, la fantasia. A fronte di ciò, l’immagine di Ariosto compare su due fronti: da una parte c’è il poeta che segue la corrente umanista integra, dall’altra c’è l’uomo   cortigiano umile, nello stato di subordinazione ad un signore. Tuttavia, l’artista simboleggia l’evoluzione lirica umanista, sia in lingua latina che volgare.

Ludovico Ariosto e la biografia

Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia l’8 settembre 1474, mentre decede a Ferrara il 6 luglio 1533. I genitori sono Niccolò e Daria Malaguzzi Valeri, dai quali nascono dieci figli e Ludovico è il primogenito. Il padre è un comandante militare degli Estensi di Reggio Calabria, mentre la madre è nobildonna. Inoltre, Ludovico frequenta gli studi di giurisprudenza a Ferrara, per insistenza del padre. Ma Ludovico lascia l’indirizzo scolastico di legge, per la preferenza delle dottrine umanistiche. In seguito, Ludovico frequenta filosofia all’ “Università degli Studi” di Ferrara. Tuttavia, la letteratura lirica in lingua volgare appassiona Ariosto, che approfondisce dal monaco agostiniano Gregorio, a Spoleto. In seguito, Ariosto stringe numerose amicizie a corte, tra cui Pietro Bembo, con il quale condivide l’espressione artistica di Petrarca.  

Ludovico Ariosto e la vita privata

Alla fine del 1400 circa, il padre muore e Ludovico raggiunge la casa di campagna di parenti, a Reggio Emilia. In seguito alla perdita del padre, Ariosto deve affrontare delle difficoltà economiche. Nel 1502, Ludovico riceve l’offerta d’incarico di capitano, a Canossa ed accetta per far fronte alla situazione di povertà. Durante la permanenza a Reggio Calabria, Ariosto incontra Maria, che è la domestica del padre scomparso. A fronte di ciò, tra Ludovico e Maria nasce una relazione e poi il figlio Giambattista. Nel 1509, Ariosto incontra Orsolina Sassomarino a Ferrara, con la quale nasce un nuovo legame sentimentale e l’altro figlio Virginio. In seguito, Alessandra Benucci cattura i sentimenti del poeta, che diventano reciproci e decide il trasferimento dallo scrittore, a Ferrara.

Ludovico Ariosto diventa chierico

Durante la carica di comandante, Ariosto rientra a Ferrara dove lavora come funzionario di corte, per il cardinale Ippolito d’Este. A fronte di ciò, Ariosto per ottenere dei vantaggi ecclesiastici, matura la decisione di divenire chierico. Nel 1506, il Cardinale ed il chierico instaurano un legame professionale quasi di “vassallaggio”. All’ epoca, Ariosto diviene il cortigiano (quasi il “servo”) del suo “signore” Cardinale. Tuttavia, a causa degli impegni diplomatici, Ariosto rallenta con la letteratura.

Ludovico Ariosto ed i contrasti con il Cardinale Ippolito d’Este

Nel 1513, dopo la scomparsa di Papa Giulio II della Rovere, il nuovo pontefice Papa Leone X manifesta stima per Ariosto. Inoltre, il poeta tenta senza risultato, di ricevere un incarico a Roma, che apprezza, in quanto è simbolo della cultura italiana, per eccellenza. Tuttavia, Ariosto esegue compiti molto impegnativi per il cardinale d’Este, come la missione a Roma, in cui deve placare le tensioni tra il cardinale e Papa Giulio II. Nel 1517, il cardinale raggiunge l’Ungheria, per l’amministrazione del suo vescovato ed Ariosto rifiuta di affiancarlo, per i troppi impegni diplomatici. A ragion per cui, il rapporto tra il cardinale ed il cortigiano incontra delle fratture, che portano Ariosto ad abbandonare gli incarichi con d’Este. Ciò nonostante, il diplomatico mantiene le dipendenze alla corte estense.

Governatore della Garfagnana

Intorno al 1524 circa, Ariosto ottiene la carica di “Governatore della Garfagnana”, che è una regione, con la recente annessione ai territori del cardinale d’Este. Di fatto, le terre risultano selvagge e difficili da amministrare, ma il diplomatico adempie all’ incarico con successo. In seguito, Ariosto abbandona la vita diplomatica di funzionario estense e prosegue l’attività letteraria.

Lo stile letterario del poeta

Il poeta durante la sua vita, a causa dei continui impegni diplomatici, non trova il tempo che vuole, per proseguire con la letteratura. In realtà, Ariosto appena riesce trova lo spazio per completare l’opera de “l’Orlando Furioso”. Di fatto, lo scrittore impiega diversi anni alla stesura del poema e ci sono anche opere minori che compone. Il poeta scrive delle liriche, ovvero dei componimenti poetici, in cui i soggetti delle opere sono i sentimenti e le emozioni individuali di se stesso. Nel dettaglio, l’autore e la lirica generano la fusione dell’opera, che attraverso “i moti dell’animo” esprimono le emozioni del poeta. Inoltre,  all’interno dei versi, il lettore percepisce la soggettività del poeta e dei sentimenti, che personificano la lirica, con entrambe i protagonisti.

Caratteristiche delle liriche di Ariosto

Il poeta esegue dei componimenti lirici, sia in lingua latina che volgare. In realtà, Ariosto insegue la forma poetica di Francesco Petrarca, che modella ed esprime in un linguaggio lirico nuovo del cinquecento. Di fatto, il pensiero del poeta corre sul modello stilistico del “Canzoniere” di Petrarca, per la stesura di ogni lirica. Tuttavia, Ariosto trae ispirazione dagli autori latini, con l’armonia  e le tendenze umanistiche. Ma il poeta compone anche delle satire, che scrive in versione autobiografica

Caratteristiche delle satire di Ariosto

Lo scrittore compone anche diverse satire, che scrive in versione autobiografica. Il poeta nell’ immaginazione di un dialogo esegue i componimenti con opinioni, riflessioni, domande e risposte, a persone del suo medesimo ceto sociale. Mentre i temi satirici che emergono sono: il matrimonio, i suoi troppi incarichi diplomatici per il casato del Cardinale d’Este e la vita ecclesiastica.

Il poema capolavoro de “l’Orlando Furioso”

Nel 1503, Ariosto inizia la composizione del poema de “l’Orlando Furioso”, che pubblica con la prima edizione nel 1516. In seguito, lo scrittore riedita il poema con altre due pubblicazioni successive, fino al 1532. In realtà, il poema comprende quarantasei canti. Le storie che rappresentano il poema de “l’Orlando Furioso” rappresentano la terra d’origine di tutta l’Italia. Ariosto inserisce i nomi dei personaggi, che arrivano dalla cultura, dalla storia, dalle radici della penisola italiana. Il temi della giustizia, dell’amore e dell’ironia   emergono in un contesto cavalleresco, con i paladini Orlando e Rinaldo, che sono i collaboratori di Carlo Magno. Durante la guerra, i paladini cristiani abbandonano il campo di battaglia, per cercare l’innamorata Angelica. Tuttavia, Ariosto rivisita il poema cavalleresco, incompleto di Matteo Maria Boiardo “l’Orlando Innamorato”. Inoltre, il poeta inserisce nell’opera la tradizione italiana e francese, da cui il poema acquisisce il senso di immortalità.

Le opere

Ariosto scrive ottantasette componimenti tra cui sonetti, canzoni, madrigali, satire, liriche minori ed il poema de “l’Orlando Furioso”. Inoltre, ci sono delle commedie come: “La tragedia di Tisbe, La Cassaria, I Suppositi, Il Negromante, La Lena, Gli studenti”.

La morte

Il poeta decede a Ferrara il 6 luglio del 1533, in seguito ad una enterite. Lo scrittore riceve sepoltura nella chiesa di San Benedetto, a Ferrara. Tuttavia, la tumulazione avviene a Palazzo Paradiso. A fronte di ciò, in onore del poeta, lo scultore mantovano Alessandro Nani esegue il monumento di Ariosto, sul progetto del disegno dell’architetto Giovan Battista Aleotti.

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