Luce ultravioletta per sterilizzare i dispositivi: i nuovi brevetti Apple

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Apple: luce ultravioletta per pulire device.

Il futuro degli iPhone e degli Apple Watch potrebbe prevedere l’approdo sul mercato di dispositivi in grado di pulirsi da soli grazie alla luce ultravioletta. È quanto riportato da Apple Insider che cita due brevetti che l’azienda di Cupertino ha depositato di recente e che si proporrebbero sostanzialmente lo stesso obiettivo da raggiungere però con modalità differenti. La società statunitense da sempre è molto attenta alla pulizia dei suoi prodotti, e non a caso fornisce costantemente ai clienti dei consigli utili per igienizzarli, ma ovviamente si tratta di rimedi che non riescono a sterilizzare fino in fondo i device.

Nei brevetti citati da Apple Insider, la multinazionale di Tim Cook spiega che sia gli iPhone che gli Apple Watch potrebbero montare dei sensori auto-pulenti. Questi potrebbero sfruttare la luce UV per rimuovere a fondo «i composti organici indesiderati» che vanno a posarsi sui dispositivi. D’altronde, i prodotti dell’azienda di Cupertino già sono dotati di sensori che ricoprono diverse funzionalità che vanno ben oltre le semplici comunicazioni, occupandosi di tutt’altro.

Apple: due brevetti per la pulizia di iPhone e Apple Watch.

Nel dettaglio, sia gli smartphone che gli smartwatch possono supportare delle tecnologie sofisticate come sensori ambientali, di pressione, di umidità e anche di gas. A tal proposito, nei documenti si legge che Apple ha già studiato un’opzione per introdurre nei suoi device dei sistemi che siano in grado di avvisare il cliente quando si è in presenza di gas potenzialmente nocivi. Ovviamente, siccome i dispositivi mobili sono esposti all’aria, questa porta con sé delle particelle che vanno a depositarsi su di essi, così come accade per il materiale organico rilasciato dal tocco delle dita o dallo sporco in generale. Tutto ciò, se accompagnato ad una scarsa pulizia, col tempo può anche danneggiare il corretto funzionamento dei modelli della mela morsicata, o creare delle fastidiose interferenze.

Apple pensa a device auto-pulenti con luce ultravioletta

Apple sottolinea che la pelle umana produce squalene, una sostanza organica oleosa che può andare a depositarsi sia sulla superficie degli Apple Watch o degli iPhone, sia sulle confezioni. Siccome questo composto tende a reagire al contatto con i gas ossidanti (come ozono e ossido di azoto) alla lunga può avere degli effetti negativi sul corretto funzionamento dei dispositivi mobili. I metodi tradizionali di pulizia non riescono a rimuovere completamente questo tipo di sporco, quindi è necessario trovare delle soluzioni tecnologiche alternative.

Selfie di gruppo a distanza: la nuova idea di Apple

Una prima idea secondo la società di Cupertino potrebbe essere quella di usare una ventola che possa igienizzare i prodotti. Tuttavia si tratterebbe di uno strumento poco pratico e ingombrante per i modelli di smartphone e smartwatch. Invece potrebbe essere molto più utile implementare un sistema igienizzante che vada a decomporre il materiale organico indesiderato, permettendo sempre un regolare funzionamento di tutti i sensori. Questa soluzione potrebbe essere proprio la luce ultravioletta.

Apple in uno dei documenti spiega che la luce UV farebbe scattare un processo di foto-ossidazione che andrebbe a decomporre ad esempio lo squalene. Questo processo porterebbe la sostanza organica a suddividersi in tre sottoprodotti che, isolati, non rappresenterebbero un problema per i device. Sembra che l’azienda statunitense abbia depositato due brevetti che, in sintesi, si occuperebbero dello stesso argomento: l’introduzione di una tecnologia auto-pulente per i suoi prodotti.

Apple: luce UV sarebbe soluzione migliore per pulizia smartphone e smartwatch.

In realtà, un brevetto menzionerebbe il fenomeno dell’ossidazione dell’ozono per sterilizzare Apple Watch e iPhone. Il risultato però potrebbe essere parziale perché si andrebbero ad eliminare alcuni accumuli contaminanti, mentre a contatto con altre componenti come lo squalene si avrebbe una forte reazione chimica che potrebbe addirittura compromettere alcune funzioni dei dispositivi mobili. Per questo motivo, l’azienda californana ritiene che la luce UV sia la strada da percorrere, anche se in questa circostanza si andrebbe a generare dell’ozono.

Considerando le riflessioni presenti in entrambi i brevetti, non si esclude a priori che Apple possa incrociare dati e risultati degli studi di tutti e due per avere dei sensori auto-pulenti a base di luce ultravioletta che però non vadano a creare quantità eccessive e potenzialmente dannose di ozono. Sono quattro gli inventori citati nei testi. Infine, si ricorda che quando vengono depositati i brevetti, non vuol dire che necessariamente l’innovazione sia ad un passo dall’essere introdotta ufficialmente, ma si tratta soprattutto di un modo per mettersi al riparo da eventuali fughe di notizie per avere la piena gestione dell’invenzione che, però, è ancora tutta da testare e da sviluppare.