LoveIsNotTourism: le coppie senza futuro

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LoveIsNotTourism è il motto, nonché nome di un gruppo Facebook che conta migliaia di iscrizioni, che si sta divulgando in tutto il mondo. È il grido di frustrazione e accusa nei confronti dei governi che, come spesso accade, non fanno altro che pensare etichettare le persone per macro-gruppi, puntualmente dimenticandosi di ciò che sta accadendo ai singoli.

LoveIsNotTourism: perché nasce?

Questo hashtag é ormai riconosciuto un po’ in tutto il mondo per la sua importanza socio-culturale. A causa della crisi che il Covid-19 ha portato in tutto il mondo, sono innumerevoli ormai le zone del mondo accessibili per una data popolazione, ma vietati per un’altra. Siamo entrati in una fase della nostra storia come società globale d’occidente a cui non eravamo preparati. Una fase fatta di libertà personali limitate, di restrizioni e sistemi di sorveglianza della popolazione aumentati.

Qui in Italia, dal punto di vista della libertà di spostamento, la situazione si é modificata e poi “risanata” abbastanza velocemente. Per quanto quei lunghi mesi di lockdown, tra una corsa al parco vietata e i cani portati a spasso troppo spesso, siano sembrati eterni, sono stati pochi rispetto ai blocchi che ancora oggi affliggono le realtà internazionali. Ed é proprio in questi blocchi che si trova il grande problema.

Vi ricordate come eravamo tutti felici di poter riabbracciare il nostro “affetto stabile” dopo le lunghe settimane del lockdown? Bene! Ci sono persone che ancora oggi non possono. Loro hanno creato il movimento di Loveisnottourism.

Chi aderisce a LoveIsNotTourism?

All’interno di questo gruppo, che nasce su Facebook ma che grazie ai mille social medias si sta espandendo a macchia d’olio su tutto il globo, vi sono tutte le persone non legalmente riconosciute all’interno di una relazione che si vedono bloccate nei proprio Stati senza aver la possibilità di ricongiungersi.

Loveisnottourism é proprio il movimento fatto di ragazzi e ragazze, donne e uomini, che insieme cercano di far aumentare la consapevolezza che esistono amori che non sono legati da una carta redatta di fronte ad un giudice. Ci sono realtà differenti, come sempre accade, in cui il matrimonio o l’unione civile non é mai stata neanche presa in considerazione. Ma chi può stabilire che due persone che stanno insieme da tre anni; che condividono tutte le giornate tramite videocalls, o messaggi continui in quelle che vengono definite relazioni a distanza; che si amano nonostante una carta scritta a sancirlo, valgano meno di tutti gli altri?

LoveIsNotTourism: quando l’amore non va in vacanza

Infatti, i travel bans ad oggi sono presenti tra moltissime nazioni. I sostenitori di LoveIsNotTourism però non ritengono corretto che questi bans (o blocchi) vengano imposti anche per chi non ha interesse a fare un viaggio turistico; ma che ha invece interesse a ricongiungersi col proprio affetto stabile. E chi non vorrebbe poter avere di fianco a sè il proprio amato in un momento tanto tragico della nostra storia?

La storia di Raffaella e Christian

Raffaella e Christian dono due ragazzi che ho avuto il piacere di poter intervistare (il video lo trovate anche più sotto) e che si fanno rappresentanti del #LoveIsNotTourism. Incontratisi per la prima volta 3 anni e mezzo fa ormai, hanno da subito iniziato una frequentazione che é diventata presto qualcosa di più. L’unica differenza con la classica coppia che vive in due città italiane é che lui vive in America.

Ebbene si, hanno proprio un oceano di mezzo. Quello insieme a due carriere universitarie differenti, 6 ore di fuso orario e l’impossibilità di potersi ricongiungere a causa del Travel Ban che, secondo le informazioni in nostro possesso, sta colpendo i due Stati: Italia e Stati Uniti d’America.

Le regole sanitarie del LoveIsNotTourism

Alcuni di voi potrebbero pensare che questa coppia, così come le altre che aderiscono al movimento, possano essere superficiali. Lo spostamento attivo di persone é infatti, ancora ad oggi, uno dei metodi di trasmissione più efficace per il Covid-19, e quindi quello da evitare. Loveisnototurism però non li nega. Infatti, nelle loro dichiarazioni, Raffaella e Christian affermano che “nessuno parla di muovere persone infette, o che potrebbero anche solo esserlo. Noi chiediamo di poter sostenere gli esami necessari, anche nostre spese, per poter viaggiare in sicurezza. Chiediamo di poterci ridare il nostro futuro insieme. Per quello lo abbiamo ancora, ma il tempo che passiamo a ragionarci no. Quello nessuno ce lo ridarà più.”

Non tutti sono d’accordo su cosa fare

Più volte hanno provato a raggiungere esponenti politici, sia italiani che americani, per poter far luce sul problema, ma senza successo. E quello che più sconvolge é che chiamando Ambasciate o Aeroporti sembra quasi che il Travel Ban venga quasi interpretato dal singolo individuo con cui parlano.

Raffaella afferma infatti che, per esempio, l’aeroporto di Malpensa ha confermato che neppure attraverso uno scalo presso un aeroporto europeo Christian potesse poi essere ammesso in Italia. Tuttavia, all’aeroporto di Roma Fiumicino non erano della stessa opinione, affermando come se Christian fosse arrivato da Londra, probabilmente non sarebbe stato fermato.

L’Ambasciata Italiana presso Washington DC é nello stesso caos che probabilmente noi cittadini residenti in territorio italiano siamo costretti a vivere ogni giorno.

Noi di PeriodicoDaily abbiamo intervistato Christian e Raffaella e il video lo potete trovare qui.

Vi lasciamo però con una domanda: cosa fareste se foste voi in quella situazione?