Lotta ai cambiamenti climatici: al via un progetto colossale di rimboschimento della Foresta Amazzonica

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Nei prossimi 6 anni verranno piantati 73 milioni di alberi nell’Amazzonia brasiliana. L’ambizioso progetto promosso dalla ONG statunitense Conservation International punta a diventare la più grande opera di riforestazione al mondo.

La foresta Pluviale amazzonica rappresenta l’area boschiva più grande al mondo. Si estende per circa 6,5 milioni di kilometri quadrati, quasi un ventesimo della superficie terrestre, divisi su nove diversi paesi dell’America Latina. Il delicato e complesso ecosistema trae la sua origine dal bacino del Rio delle Amazzoni, considerato il più grande sistema fluviale al mondo, che non a caso, contiene quasi un quinto delle risorse idriche mondiali di acqua dolci La foresta Amazzonica, comunemente  definita come il polmone verde della terra, per la capacità di assorbire grandi quantità di CO2, svolge un ruolo ambientale fondamentale nella riduzione della concentrazione dei gas serra presenti nell’atmosfera terrestre. Ma l’importanza dell’Amazzonia è legata anche all’elevato grado di biodiversità che è in grado di ospitare. La foresta amazzonica è, infatti una delle aree più ricche al mondo per diversità di tipi di flora e fauna: circa 40000 tra specie vegetali, rettili, pesci, uccelli e mammiferi tra cui l’uomo. Si perché in Amazzonia si trovano sparsi centinaia di villaggi di popolazioni indigene, per cui la Foresta non è solo il bacino da cui trarre acqua, cibo e tutte le altre risorse necessarie per sopravvivere, ma assume il carattere di luogo sacro, in cui ritrovare i sentieri degli antenati e scoprire i punti di incontro con le divinità.  Conservare questo habitat, rappresenta quindi uno dei grandi obiettivi delle politiche ambientali mondiali.

Secondo quanto denunciato dal WWF “Negli ultimi 50 anni si è già perso quasi un quinto della superficie della foresta amazzonica e la produzione di soia è la maggiore responsabile della deforestazione principalmente in Brasile e Bolivia, insieme con l’espansione dei pascoli per il bestiame allevato, gli incendi, il disboscamento legale e illegale, la costruzione di strade asfaltate e il degrado causato dai cambiamenti climatici in atto.”

Oltre due terzi dell’intera foresta Amazzonica si trovano in Brasile. Nell’arco dell’ultimo secolo sono stati distrutti circa 700 mila kilometri quadrati di foresta amazzonica brasiliana. Il progetto sviluppato da Conservation International, in collaborazione con il Ministero Brasiliano dell’Ambiente, il del Global environment facility (Gef), la Banca Mondiale e il Fondo Brasiliano per la Biodiversità propone massicci interventi di riforestazione nell’area conosciuta come “Arc of Deforestation”, nella parte nord-occidentale del paese, tra quelle maggiormente colpite dalla deforestazione, che comprende diversi Stati del Brasile, tra cui Amazonas, Acre, Pará e Rondônia. Solo nel primo anno si prevede la ripiantumazione di un’area corrispondente a 30000 campi da calcio.

“Se il mondo sta per raggiungere l’obiettivo di 1,2° C o 2° C in più di riscaldamento che tutti noi abbiamo concordato a Parigi, allora la protezione delle foreste tropicali in particolare deve essere una parte importante, Non sono solo gli alberi ma anche il tipo scelto. Se si pensa di ridurre l’anidride carbonica, allora le foreste tropicali sono quelle che lo faranno al meglio” ha dichiarato M. Sanjayan, ceo di Conservation International.

Si tratta di un’opera colossale, senza precedenti, la cui riuscita potrebbe costituire un banco di studio fondamentale per interventi simili nel futuro. Oltre che estremamente ambizioso il progetto è anche fortemente innovativo, per la messa a punto di una nuova tecnica di piantumazione, chiamata “Muvuca”, termine portoghese che indica la presenza di tante persone in uno spazio ristretto. La Muvuca prevede lo spargimento di oltre 200 semi di diverse specie vegetali autoctone su ogni metro quadrato di terra, solo quelle che più si adattano alle condizioni specifiche di quel determinato luogo sopravviveranno, secondo le regole della selezione naturale. Tale tecnica, oltre ad aumentare le probabilità di successo dell’intervento di rimboschimento, permette la crescita e lo sviluppo di alberi estremamente resistenti, come dimostrato di recente da un’indagine della FAO secondo cui il 90% delle specie arboree piantate utilizzando il metodo Muvuca germinano e sono in grado di sopravvivere anche a lunghi periodi di siccità.

“Con le tecniche di rimboschimento tradizionali si ottiene mediamente una densità di circa 160 piante per ettaro , mentre con Muvuca il risultato iniziale è di 2.500 specie per ettaro e dopo dieci anni si possono raggiungere 5mila alberi per ettaro. Questo sistema garantisce una maggior copertura arborea ed è meno costoso delle tecniche tradizionali” ha spiegato Rodrigo Medeiros, vice presidente di Conservation International Brasile.

Il progetto oltre che scopi ambientali riveste un importante valore economico e sociale, in quanto potrà generare nuovi posti di lavoro per le popolazioni autoctone.