mercoledì, Aprile 17, 2024

Abbattere lo stereotipo della donna che accudisce i figli

Già nei giorni scorsi si è parlato di parità di genere in relazione al summit del G20 dedicato a questo argomento. Si sono espressi sulla questione sia la Von der Leyen- cje Draghi. Secondo Ichino però il problema è la percezione del ruolo della donna. Sussiste infatti nella nostra cultura lo stereotipo della donna che accudisce i figli e che modifica la percezione dei possibili interventi.

Lo stereotipo della donna: che cosa pensano gli italiani?


Secondo Pietro Ichino “Pensare che un rafforzamento dei servizi per l’infanzia possa consentire alle donne di lavorare in condizioni di parità con gli uomini significa dare per scontato che siano le donne a doversi occupare dei figli. Lo stesso vale per l’idea che le imprese debbano adattare i posti di lavoro alle esigenze delle madri lavoratrici, come se fossero solo loro a doversi far carico della famiglia“. Secondo un sondaggio di Repubblica il 63,5% degli italiani riconosce “che a volte può essere necessario o opportuno che una donna sacrifichi parte del suo tempo libero o della sua carriera per dedicarsi alla famiglia”. Si evidenzia una disparità di genere non solo pratica ma anche culturale.

La situazione in Europa

Come sottolineato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, “le disuguaglianze di genere nelle nostre società sono significative. Le donne sono capi di Stato o di governo in soli 22 Paesi. Solo il 21,9% di tutti i ministri nel mondo sono donne. Siamo ancora lontani dal raggiungere una reale parità di genere.” Ma la proposta avanzata da Draghi non convince perché lascerebbe comunque intatto lo stereotipo delle donne come unici esseri di cura. “Governi e imprese devono lavorare insieme per superare queste disparità: i primi rafforzando i servizi per l’infanzia, le imprese trovando il modo di adattare i propri luoghi di lavoro alle esigenze delle madri lavoratrici.”


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La parità di genere acclamata dalla Von der Leyen entro il 2030


Le alternative

Quello che invece propone Andrea Ichino è un cambio di paradigma a partire dalle soluzioni. “Ragionando in questo modo si possono forse curare i sintomi del problema delle differenze di genere, ma non riusciremo mai a eliminare la loro vera causa, ossia lo squilibrio dei compiti familiari tra donne e uomini, in particolare quelli di cura dei figli.” L’idea di base è che qualsiasi miglioramento veda coinvolta la sola condizione di lavoro della donna non risolve il problema culturale alla base. Aumentare gli asili nido e ridurre gli orari di lavoro delle mamme lavoratrici implica che “saranno le donne a dover lasciare il lavoro a metà pomeriggio per andare prendere i figli all’asilo, oppure a dover rimanere a casa quando i figli sono malati e all’asilo non ci possono andare, le donne riusciranno a lavorare un po’ di più ma non faranno carriera”.

L’equilibrio di carichi famigliari attraverso la tassazione

La soluzione di tassare le donne meno degli uomini, secondo Ichino, potrebbe essere una risposta adeguata a supportare un cambio di mentalità. “Tassare le donne meno degli uomini, riducendo per esse il cuneo fiscale, è invece un provvedimento che va al cuore del problema perché cambia il potere contrattuale dei partners all’interno di una coppia. Come da anni ho sostenuto insieme ad Alberto Alesina, se l’aliquota dell’imposta sul reddito delle donne fosse più bassa, quando i figli sono ammalati le donne potrebbero dire al loro partner: Ora conviene che stia a casa tu, perché il nostro reddito familiare, al netto delle tasse, è più alto se lavoro e faccio carriera io.

La parità di genere reale

Secondo Ichino “tassando le donne meno degli uomini, il governo creerebbe un incentivo economico ad effettuare il cambiamento culturale necessario per arrivare alla parità di genere all’interno delle famiglie. A quel punto, la parità nei posti di lavoro seguirebbe naturalmente. E quando il cambiamento culturale fosse diventato permanente, anche le aliquote fiscali potrebbero tornare ad essere uguali tra donne e uomini“.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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