Storie di Carriste dell’Armata Rossa
Chi spesso sottovaluta il genere Femminile e di ciò che è capace di fare leggendo questo articolo può ricredersi sulle sue vedute. Mentre negli anni 20/30 in tutto il globo l’emancipazione femminile faceva passi davvero lenti. La Società Patriarcale diventa un grande ostacolo dove la donna badava alla famiglia e non poteva aspirare a molto. Nella URSS il Movimento delle Donne, il ZHENOTDEL (Il Dipartimento per il Lavoro tra le Donne) guidava le donne alla ricostruzione di un nuovo mondo elevandole in ruoli importanti e di comando.
Questo movimento preparò Donne Ingeneri, dottori, meccanici insomma preparo le donne a dare il loro aiuto per industrializzazione del paese. La donna pagata quanto l’uomo con possibilità di fare carriera. Diventando dirigente a coordinare squadre o gruppi dove la maggioranza poteva risultare anche quella maschile.
Nelle accademie militari ci fu una grandissima adesione in vari ruoli, radio comunicazioni, medici militari, nella topografia, nella artiglieria antiaerea e così via. Ma sarà durante la Seconda guerra mondiale 1941-1945 che le donne parteciparono in tutti i ruoli: infermiere, addette all’artiglieria contraerea (ruolo che potrebbe sembrare non di prima linea ma ugualmente pericoloso), tiratrici scelte, spie, combattenti partigiane, carrista, equipaggi nelle navi, piloti di aerei da bombardamento e da caccia. Ovviamente non mancarono nella fanteria.
Vorrei condividere con voi le storie di quattro donne. Donne che con le loro gesta hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Seconda guerra mondiale. Storie che sicuramente non avete mai sentito prima. Storie di Carriste dell’Armata Rossa.
Aleksandra Grigoryevna Samusenko: l’unica donna ufficiale tra i carristi dell’Armata Rossa
Aleksandra Samusenko, classe 1922, dopo aver completato con successo l’Accademia per carristi divenne la prima ufficiale donna a guidare un tank. Combatté sia nella Guerra d’Inverno, tra URSS e Finlandia, sia nel secondo conflitto mondiale. In particolare, Alexandra Samusenko ricevette l’Ordine della Stella Rossa quando il suo equipaggio, durante la battaglia di Kursk, distrusse tre Tiger tedeschi.
Battaglia di Kursk
Sempre a Kursk, stando a certi resoconti, dopo la morte del comandante del suo battaglione, guidò in prima persona l’intero reparto. Coordinando uomini e mezzi in un’imboscata contro i nemici. Grazie alla sua prontezza e esperienza acquisita nel campo affronto 4 ondate di attacchi del nemico. Il nemico non riusci a sfondare il fronte subendo gravi perdite sia a livello umano che materiale. Samusenko, cade in battaglia il 3 marzo 1945 nel villaggio tedesco di Zülzefirz per le ferite riportate in alcuni scontri. Sepolta a Lobez, in Polonia.
Aleksandra Leontievna Boiko: quando marito e moglie acquistano un carro armato per difendere il proprio paese
Aleksandra Leontievna Boiko era un comandante di carro armato dell’esercito sovietico attivo sul fronte orientale della Seconda guerra mondiale. La Boiko nacque il 20 maggio 1918 a Belebey, Bashkortostan, URSS. Si laurea all’Università Nazionale di Tecnologie e Design di Kiev nel 1938, per poi lavorare come farmacista in una fabbrica nel Bashkortostan. Aleksandra si trasferì a Magadan, dove divenne ispettrice del Kolymsnab Trust fino al febbraio 1942.
Moglie e marito
Poi sposò Ivan Fedorovich Boiko. Insieme al marito, Ivan Boiko, ha raccolto 50.000 rubli sovietici dai loro risparmi per pagare la costruzione di un carro armato per l’esercito sovietico. Come parte dello sforzo bellico, si appellarono per essere inviati al fronte orientale. Un anno dopo, Aleksandra diventa comandante di un carro armato mentre ricopriva il grado di tenente junior. Suo marito era il suo meccanico all’interno del carro armato. La coppia si erano entrambi laureati al programma accelerato presso la scuola di carri armati di Chelyabinsk.
Entrano per la prima volta in battaglia durante l’offensiva di Riga nel 1944, distruggendo cinque carri armati e due cannoni in due settimane. Nell’agosto di quell’anno insignita dell’Ordine della Guerra Patriottica di prima classe. Si reca a Mosca nel settembre dello stesso anno, dove partecipò a un raduno antifascista e apparve sulla copertina della rivista Ogoniok.
Entrambi feriti
In seguito, durante i combattimenti nei Paesi Baltici, entrambi i Boiko rimasero feriti e trascorsero del tempo in un ospedale. Dopo la smobilitazione, torna a Magadan, gestisce un panificio prima di essere eletta al Consiglio comunale per due volte, nel 1947 e nel 1953. Si trasferisce ad Apsheronsk, ma la nominano cittadina onoraria di Magadan il 4 dicembre 1991. È morta il 25 maggio 1996.
Mariya Vasil’yevna Oktyabrskaya: compra un carro armato dove sarà anche il comandate per vendicare suo marito
Mariya Oktyabrskaya, nacque in una famiglia proletaria sulla penisola di Crimea. Indiscutibile il suo eroismo in combattimento mostrando forza di volontà e tanta determinazione tanto da divenire un esempio per tutti. Il tutto ebbe inizio nel 1941 quando suo marito cade in combattimento in difesa della città di Kiev da i nazisti. Mariya ne venne a conoscenza due anni dopo. Ciò accese in lei una forte voglia di vendicare il suo amato. Per realizzare il suo piano vendette tutto ciò che possedeva e con i soldi donò un carro armato all’Armata Rossa. Fece domanda per guidare lei stessa quel carro, il leggendario T-34 che chiamo La Fidanzata da Combattimento (Боевая подруга). I vertici accolsero la sua domanda.
Preparazione al combattimento
Quando fini l’addestramento di 5 mesi la assegnarono alla 26esima Brigata Carri Armati come guidatrice e meccanico. In molti tra i suoi commilitoni pensarono a forse si trattava di uno scherzo o addirittura di propaganda. Ma quando Mariya inizio a combattere tutti si ricredettero scusandosi con lei. Ricevette parecchie proposte di matrimonio, non ne accetto nessuna. Il suo unico pensiero era vendicare il suo amato.
Battesimo del fuoco
Ebbe il battesimo del fuoco il 21 ottobre 1943. Il suo primo obbiettivo la distruzione di 2 nidi di mitragliatrici per poi spazzare via 3 postazioni da cannone del nemico. Per i risultati ottenuti e la strategia che applico sul campo di battaglia vene promossa con il grado di Sergente.
Con la cattura della città Novaje Sialo, nella regione di Vetebsk un mese dopo, la sua raggiunse il massimo. Nell’offensiva Lenigrado-Novgorod nel gennaio del 1944 Mariya combatte la sua ultima battaglia. Apri un varco di circa 20/25 metri spazzando via filo spinato e annientando 3 nidi di mitragliatrici. Ciò permise l’avanzata della fanteria che seguivano i T-34. Il suo carro colpito da una unita anticarro. Ferita alla testa durante la riparazione del mezzo da frammenti metallici e perse conoscenza.
Mori 2 mesi dopo in coma in un ospedale da campo. Nel Agosto del 1944 a Mariya Oktyabrskaya venne dichiara Eroina dell’Unione Sovietica post morte. Questo in riconoscimento del coraggio e della bravura nelle battaglie a cui aveva partecipato. Mariya fu la prima delle uniche due guidatrici di carro armato a ricevere questa onorificenza.
Irina Nikolaevna Levchenko: da infermiera da campo a tenete Colonello
Irina Levchenko è nata il 15 marzo 1924, nel villaggio di Kadievka (oggi Stakhanov, regione di Lugansk) nella famiglia di un funzionario pubblico. La ragazza si è diplomata alla scuola superiore 9 classi nella città di Artyomovsk. Mentre era ancora una studentessa, Irina ha imparato a sparare bene con il fucile e ha sapeva dare il primo soccorso ai feriti. Prima della guerra viveva a Mosca. La ragazza entrò nell’Armata Rossa nel luglio 1941. Nei primissimi giorni di guerra, la ragazza si rivolge al dipartimento distrettuale della Croce Rossa, dove diventa comandante della squadra.
Nell’estate del 1941, Irina arrivò al quartier generale della 28a armata, che all’epoca si trovava nella città di Kirov, nella regione di Smolensk. Nei suoi 17 anni, la ragazza ha partecipato alla battaglia difensiva di Smolensk, ha preso parte alla battaglia per Mosca. Nel novembre del 1941, dopo la conseguente contusione e polmonite, Irina si ricovera in ospedale. Fino a quel momento la ragazza riuscì ad evacuare 100 persone dal campo di battaglia. Dopo essersi ripresa nel gennaio 1942, Irina divenne ufficiale medico del 39° battaglione della brigata carri armati che combatteva sul fronte della Crimea.
Nel maggio 1942 l’ufficiale medico diciottenne era già uscito dal campo di battaglia e aveva prestato i primi soccorsi a 168 feriti. In difesa durante il trasporto dei feriti dal campo di battaglia copre i sui commilitoni sparando dal cannone di un carro armato leggero T-60. In una delle battaglie, il carro armato in cui si trovava la ragazza colpito da unità anticarro dove si guadagno l’Ordine della Stella Rossa. Ferita gravemente, solo per un miracolo Irina riuscì ad evitare l’amputazione della mano destra.
Da infermiera a carrista
Nel 1943, Irina si diplomò al corso accelerato della Scuola dei carri armati di Stalingrado e tornò al fronte. Con il permesso del tenente generale delle forze armate Yakov Fedorenko e dopo un durò addestramento nel 1943 divenne comandante di un carro armato. Poi ufficiale comunicazioni della 41° Brigata Carri Armati delle Guardie del 7° Corpo Meccanizzato, che operò sul 2° e 3° fronte ucraino, comandò un gruppo di carri armati leggeri T-60.
Nell’agosto del 1944, durante le battaglie lungo il fiume Prut, Irina, raggiunse un alto punteggio in combattimento. Annienta e cattura di circa 50 tra soldati e ufficiali tedeschi. Si guadagna la seconda medaglia ordine della Stella Rossa. Ha partecipato anche alle battaglie per la liberazione dei Carpazi, Romania, Bulgaria, Ungheria, Germania. La guerra per la Levchenko si è conclusa vicino a Berlino. Dopo la guerra, la ragazza non si separerà dal servizio militare.
Dal 1945 aiuto la Direzione principale della formazione e dell’addestramento al combattimento delle truppe corazzate e meccanizzate dell’Armata Rossa. Nel 1952, Irina Levchenko si è diplomata con successo all’Accademia Militare delle Forze Armate e Meccanizzate intitolata a IV Stalin. Nel 1955 si è laureata presso l’Accademia Militare M. Frunze.
Dal 1958, Irina Levchenko è tenente colonnello delle Guardie in pensione. Nel 1961, Irina Levchenko divenne la prima donna dell’Unione Sovietica a ricevere la Medaglia dell’Usignolo di Firenze. Questa medaglia si da alle infermiere per il coraggio nell’assistere i feriti e i malati sia in tempo di guerra che in tempo di pace. Ma anche per l’eccezionale dedizione alla loro causa. Nel 1965 gli danno la medaglia dell’Eroe dell’Unione Sovietica. Morirà a Mosca all’età di 48 ani nel 18 gennaio del 1973.