Lo shopping è un rito a cui, difficilmente, si è disposti rinunciare. È innegabile, infatti, il fatto che influisca positivamente sul nostro umore. Ha il potere di risollevare il morale in quanto ha il sapore di un regalo fatto a sé stessi. Quando ci prendiamo cura di noi, inevitabilmente, mettendoci al primo posto nella lista delle priorità, non possiamo che trarne benefici. Nonostante il difficile periodo che stiamo attraversando, la tendenza a volersi viziare di tanto in tanto non subisce frenate brusche. Indubbiamente, le conseguenze del lockdown, che si ripercuotono sulle attività commerciali, sono più che pesanti. Lo shopping sta però evolvendo, esplorando nuovi scenari e avviene sotto nuove forme.
Cosa sta cambiando nel rito dello shopping?
L’incertezza del presente porta a spostare l’attenzione da ciò che può risultare, in apparenza, frivolo o non necessario. Siamo portati a scegliere con più cura le cose da acquistare, poniamo più attenzione allo spreco. Di conseguenza, si acquista meno e più consapevolmente, con un occhio di riguardo alla qualità anziché alla quantità. Cambiano le esigenze, e le priorità. “Di sicuro l’online è ancora molto sottoutilizzato. Oggi tutto è legato all’innovazione, vinceranno i marchi con proposte geniali“, sostiene David Pambianco, ceo di Pambianco Strategie di Impresa. Il mondo dello shopping, in tutti i suoi campi, deve necessariamente reinventarsi. Ascoltare ed osservare il cambiamento in atto per adeguarsi e soddisfare le richieste attuali. “Ci siamo riavvicinati alla clientela locale che è più matura, non cerca lo status symbol ma la sostanza, la qualità, la cura“, dice Aldo Gotti, manager dello shop online “Modes“.
Il mondo degli acquisti cambia forma… e contenuto
Inutile crogiolarsi nei ricordi, ormai stiamo vivendo un presente drammaticamente martoriato dalla pandemia. Prima se ne prende atto, prima si riconquista la careggiata! In tal senso, le donne colgono lo spirito del momento e intuiscono la necessità di adottare una nuova routine e quindi, nuove abitudini. Se prima acquistavamo abiti, make-up in grande quantità, data l’esigenza di uscire quotidianamente, sia di giorno sia di sera, adesso invece, poniamo più attenzione ad altri aspetti. Dovendo trascorrere più tempo con gli stessi abiti indosso, dentro casa, si preferisce anteporre l’interesse alla qualità del tessuto degli abiti, così come alla cura della pelle, libera dal trucco. “È diventato importante vestirsi con materiali buoni, che tengano fresco d’estate e caldo d’inverno, e resistano nel tempo. Non siamo più disposte a spendere cifre folli per il poliestere […]. E cresce l’interesse per la moda eco“, parola di Giulia Torelli, fashion blogger.
Attenzione alla skincare, la cura della pelle
Assume una posizione di spicco la cura della pelle, del viso e del corpo. Il fatto di non più avere l’esigenza di truccarci quotidianamente sposta il focus su cosa sta sotto il make-up: la nostra pelle! Ed è allora che ci rendiamo conto, che forse, sino ad ora ne abbiamo trascurato i bisogni. L’acquisto di prodotti cosmetici, biologici e vegan per prendersi cura della propria pelle è aumentato incredibilmente negli ultimi tempi. L’interesse verso la composizione dei prodotti è notevolmente cresciuto, abbiamo sicuramente più tempo da dedicarvi. Al contempo, si registra un aumento del ricorso alla medicina estetica e chirurgica. Anziché spendere denaro nell’acquisto di abiti che, ora come ora, rimarrebbero ad impolverarsi nel nostro guardaroba, si preferisce investire in trattamenti di bellezza. Il chirurgo plastico Antonio Ferrara ammette, “più medicina estetica che chirurgia. Chiedono trattamenti che diano benessere e salute alla pelle, ma soprattutto un risultato naturale“.
Lo shopping “verde” è in aumento
Di pari passo con la spiccata sensibilità verso la composizione “green” dei prodotti di bellezza, è in aumento anche lo shopping guidato da una coscienza “verde”. In altri termini, la clientela sta facendo sempre più attenzione alla composizione dei tessuti. La preferenza ricade su capi la cui produzione non sia nociva per l’ambiente. “E finalmente è scattato qualcosa a livello di coscienza ecologica, soprattutto tra i giovani. Certo, prima viene sempre il design, ma tra due cose belle scelgono quella più sostenibile. Sono informati, leggono le etichette, sanno che l’acrilico non va bene mentre la viscosa è super naturale, che riciclare il poliestere fa danni enormi perché rilascia microplastiche che avvelenano l’ecosistema“. Dichiara Eva Fontanelli, creatrice di una linea di prodotti socialmente sostenibili.
Inversione di rotta: cambiano le priorità
L’impulso di comprare qualcosa di nuovo è soppiantato dalla consapevolezza del presente, che lascia poco spazio alla spensieratezza. Si prediligono infatti abiti dotati di eleganza e bellezza “senza tempo”, che durino nel tempo mantenendosi di classe. Non si inseguono più le mode a tutti i costi. Cambiano le abitudini, la calma e la riflessione si fanno spazio scansando la solita frenesia.