La lotta agli sprechi alimentari approda anche nel settore del beauty. La designer spagnola Júlia Roca Vera è partita dagli scarti di un frutto per realizzare una nuova linea tutta naturale dedicata alla cura della pelle. Si tratta in particolare di arance che erano state messe da parte e destinate alla macerazione soltanto perché presentavano delle impurità estetiche. Il progetto si chiama Lleig, e deriva da un termine catalano che in italiano si traduce con “brutto”.
Vera, intervistata da Dezeen, ha spiegato che è partita da una singola arancia per capire quanti prodotti potesse realizzarne. Un sistema che le ha permesso di recuperare un agrume destinato ai rifiuti soltanto perché non rispettava gli standard di qualità dei supermercati, e di sfruttarne tutte le sue qualità e potenzialità.
L’ideatrice di Lleig ha proseguito dicendo che dalla prima arancia è riuscita ad estrarre la polpa e alcuni oli essenziali che le hanno permesso di realizzare un sapone e una crema idratante. Successivamente ha utilizzato la buccia per produrre un pot-pourri, quindi ha bevuto il succo del frutto. L’intera gamma può essere utilizzata seguendo una procedura che trae spunto dalla cultura olistica della pulizia e del bagno risalente ai tempi antichi.
Come si applicano i prodotti Lleig
Júlia Roca Vera ha rivelato che, per usare i prodotti della sua gamma Lleig, è necessario innanzitutto riempire d’acqua il barattolo d’argilla fornito in dotazione, per poi versarne il contenuto nella ciotola. La designer catalana ha sottolineato l’importanza dell’acqua che, nel momento in cui viene mescolata alla buccia d’arancia essiccata, è comoda per lavare il viso e per donargli un piacevole profumo. Inoltre ha consigliato di bere il succo dell’agrume perché contribuisce all’idratazione e alla cura del corpo.
La designer finora si è soffermata sull’arancia per realizzare i suoi prodotti di bellezza, ma ha evidenziato che lo stesso risultato si potrebbe ottenere con tanti altri frutti destinati ad essere repentinamente scartati dall’industria alimentare. Vera, per ottenere gli scarti d’arancia, ha avviato una collaborazione con un’azienda sociale locale di nome Espigoladors, che si occupa proprio di recuperare la frutta messa da parte per evitare che si accumulino gli sprechi.
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Fatto ciò, ha spremuto l’agrume per averne il succo, quindi ne ha ricavato gli oli essenziali ricorrendo ad un alambicco, uno strumento che solitamente serve per il processo di distillazione. Gli avanzi del frutto sono stati macerati con olio di semi di girasole per avere un burro d’arancia. La promotrice del progetto Lleig ha affermato che, nel settore del beauty, sarebbe il caso di cambiare i parametri di riferimento, dando maggiore importanza alla qualità piuttosto che all’aspetto esteriore ad ogni costo.