Mes è una delle parole più usate in questi ultimi mesi, ed è anche oggetto di grandi polemiche tra governo , opposizione , stampa, non si capisce chi è contro chi e soprattutto cosa. Il Mes potrebbe essere uno strumento conveniente o addirittura un marchio nei confronti degli altri paesi.
La polemica di questi ultimi giorni è nata dalla risposta di Conte alla domanda di un giornalista sulle intenzioni del governo in merito all’utilizzo del Mes.
Il presidente del consiglio per la prima volta ha preso una posizione netta sul Meccanismo Europeo di Stabilità
Ma cosa ha detto di così trascendentale Conte? Ribadendo, con altre parole, quanto affermato pubblicamente già lo scorso 6 ottobre, in conferenza stampa del Mes, dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri:
il Mes è un prestito, come una normale emissione di titoli pubblici, destinato a “chi non ha più l’accesso al mercato e non ha i soldi per pagare medici ed infermieri”.
Conte ha semplicemente chiarito al grande pubblico, con un linguaggio necessariamente atecnico, che forse avrà fuorviato qualche “professore”, quanto qui si scrive da mesi e mesi.
Il Mes porterebbe a nuove tasse?
In questo senso Conte sostiene che l’apertura di una linea di credito del Mes porterebbe a “nuove tasse o tagli di spese, perché il defici (il debito pubblico) lo dobbiamo tenere sotto controllo”.
Vero ma lo sforamento di bilancio è già pari a quasi 200 miliardi protrando in pancia i nuovi ristori annunciati poco prima durante la conferenza stampa.
Tra le “scuse” accampante ci sono “i soldi del Recovery Fund” che tuttavia non saranno utilizzabili per l’emergenza sanitaria ma solo per l’ammodernamento infrastrutturale.
“I tecnici fanno la distinzione tra i tassi negativi che riguardano i titoli a tre anni, e dicono non dobbiamo considerare i tassi negativi fino a tre anni, ma almeno i decennali che sono allo 0,7% però il vantaggio in termini di interesse è molto contenuto”.
Perché l’Italia con il Mes sarebbe marchiata
Secondo i detrattori dell’utilizzo del Mes i mercati internazionali se vedessero l’Italia accede ai fondi MES avrebbero la certezza che che finanziariamente il nostro Paese non avrebbe più risorse per ripagare i titoli di stato e nessuno si fiderebbe ad acquistare i titoli del debito pubblico.
Se è vero che attualmente l’Italia ha emesso BTP decennali collocandoli con tassi al minimo storico, è vero che ciò avviene anche grazie ai programmi di Quantitative Easing della Banca centrale europea, ovvero l’acquisto di miliardi di titoli di debito pubblico italiano da parte della banca d’Italia su autorizzazione della Bce.
Inoltre nella storia dei 5 interventi MES non si è mai visto lo stigma e se ci dovesse essere una fuga dai BTP sarà perché aumenta il rischio default, non perché ci si indebita a tassi più vantaggiosi.
Secondo qualcuno Conte ha mentito agli italiani quando infine ha sostenuto di non avere “pregiudiziale ideologica” e che “se avremo fabbisogni di cassa, tra gli strumenti che dovremo considerare c’è anche il MES”: le linee di credito del Mes infatti non coprirebbe il fabbisogno di cassa.
Tuttavia lo stesso premier Conte è tornato sul tema spiegando di aver “risposto ad una domanda senza aver detto faremo così o così: ci sono le sedi opportune e ci sarà l’opportunità per parlarne“.