Le città che si stanno schierando contro l’uso e la diffusione della plastica sono sempre più numerose. Dall’isola di Capri, al Vaticano per passare da Castiglione della Pescaia, un sentimento di solidarietà nei cofronti dell’ambiente che ha raggiunto perfino la lontana Paros, in Grecia, dove più di 400 mila turisti ogni anno decidono di passare le loro vacanze estive.
Composta da un totale di 13 mila abitanti, l’isola di Paros è ora al centro di un enorme cambiamento a favore dell’ambiente che – come ha sottolineato la BBC – la vuole rendere la prima isola del mondo veramente priva di rifiuti di plastica.
In alta stagione, i caffé che costeggiano le strade dell’isola vedono il passaggio di più di mille bicchieri di plastica da asporto al giorno. In più, vengono spedite costantemente migliaia di bottiglie di plastica in quanto molti credono che l’acqua del rubinetto non sia potabile, sebbene la compagnia idrica abbia dichiarato apertamente il contrario.
Subito dopo la crisi finanziaria che ha colpito il Paese, il sistema di gestione dei rifiuti greco ha subito dei pesanti tagli. A causa di questo, il sistema di riciclaggio spesso non è separato e molte discariche non sono conformi agli standard dell’UE.
L’iniziativa Clean Blue Paros
Stella Cervello e Zana Kontamanoli – residenti di Paros – hanno preso parte all’iniziativa Clean Blue Paros che coinvolge il comune locale e diverse ONG, in azione da circa sei mesi.
L’attivista Kontamanoli ha dichiarato: “Sei davvero esposto alla realtà della situazione quando vivi in riva al mare.”
“Sono rimasta scioccata quando sono arrivata. – Ha dichiarato Stella Cervello – Non riuscivo a credere a quanti bicchieri di plastica volassero intorno alla spiaggia.” Per sostenere la sua idea di rendere l’isola un posto privo di plastica, si è schierato anche l’ente benefico Common Seas che stava cercando un’isola del Mediterraneo per renderla un modello per il futuro privo di rifiuti di plastica.
Ora l’iniziativa cattura abitanti e turisti fin dal loro primo istante sull’isola. Già all’aeroporto vi si possono trovare enormi cartelli che parlano dell’iniziativa. Oltre a questo, il team sta concentrando i suoi sforzi anche sui 2.500 punti educativi dell’isola per riuscire ad arrivare anche al cuore dei più piccoli. Un esempio sono i filtri dell’acqua installati nelle scuole.
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Gli ostacoli per una Paros priva di plastica
Il primo ostacolo è stato quello di convincere il maggior numero possibile di aziende locali a gettare una volta per tutte ogni tipo di materiale di plastica “inutile” come cannucce e bottiglie d’acqua. Kontamanoli ha affermato di aver convinto 50 aziende sulle 70 con cui hanno parlato.
La seconda grande sfida è la revisione della gestione dei rifiuti. Ad oggi, quattordici aziende stanno pilotando la raccolta differenziata di bicchieri e bottiglie di plastica con un valore di riciclo superiore. La plastica verrà quindi riciclata sulla terraferma e trasformata in un oggetto che potrà tornare utile sull’isola, come delle panchine.
“La ricerca mostra che quando il riciclaggio è separato, le persone hanno meno probabilità di buttare tutti i rifiuti e contaminarli”. Ha affermato Kontamanoli.
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Tra le varie sfide ve ne è anche una climatica. I forti venti dell’Egeo soffiano sull’isola portando i rifiuti in mare a causa dell’elevato numero di cassonetti lasciato aperto. Senza parlare infine di alcuni residenti ancora non del tutto convinti riguardo al progetto. Costretti da una clientela alla ricerca di bottiglie e sacchetti di plastica.
“Non servire acqua in bottiglia ci ha danneggiato” ha ammesso Andy Kirk – proprietario di Nemobar – alla BBC. “Anche quando spieghiamo che abbiamo un filtro per l’acqua, a molti clienti non piace.”