Libano: proteste contro la crisi economica

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Libano: proteste contro la crisi economica

Nuove proteste in Libano contro la crisi economica. Sono quattro anni che il Paese sta attraversando una crisi economica senza precedenti. Alla crisi economica, si aggiunge anche quella politica. Il Paese è infatti senza presidente dalla scadenza del mandato di Michel Aoun il 31 ottobre 2022.

Proteste in Libano

Centinaia di persone si sono radunate vicino agli edifici governativi a Beirut, Libano, per protestare contro il deterioramento delle condizioni economiche. La protesta è stata organizzata dai soldati in pensione e dall’Associazione dei depositanti che hanno avuto accesso limitato ai loro risparmi dopo che le banche locali hanno imposto controlli informali sui capitali durante la crisi finanziaria. I manifestanti, che chiedono una paga migliore, hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza che proteggevano la sede del governo e hanno tentato ripetutamente di sfondare la recinzione. Le forze di sicurezza hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla e diverse persone hanno sofferto di problemi respiratori. I manifestanti sono arrabbiati per il peggioramento del valore delle pensioni statali pagate in valuta locale. La sterlina libanese ha perso oltre il 98% del suo valore rispetto al dollaro statunitense dal 2019, con il peggioramento della situazione nelle ultime settimane. La sterlina ha toccato un nuovo minimo martedì.

Quattro anni di crisi economica

Il Libano sta attraversando il quarto anno di profonda crisi economica. Secondo gli esperti, tale crisi ha le sue radici in decenni di corruzione cattiva gestione da parte di una classe politica che ha governato il paese. La crisi ha portato alla chiusura delle scuole e ha lasciato le famiglie nell’impossibilità di permettersi il cibo e pagare il carburante o altri bisogni di prima necessità. L’elettricità sovvenzionata dal governo, nel frattempo, è per lo più non disponibile.

I libanesi sono stanchi di tutte queste incertezze e molti sono convinti che l’élite politica non voglia risolvere la crisi perché ciò comporterà riforme economiche e strutturali e la lotta alla corruzione. Secondo loro, le riforme porterebbero le élite a perdere il controllo sullo stato e di conseguenza sulle risorse che sfrutta da anni.


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