giovedì, Aprile 18, 2024

L’Europa vuole abolire la plastica monouso

Il consumo di prodotti di plastica usa e getta potrebbe essere vietato in Europa a partire dal 2021. L’Europarlamento ha approvato, nei giorni scorsi, una normativa che, se approvata in via definitiva dal Consiglio dei Ministri per l’Ambiente europei, vieterebbe nei Paesi Ue la vendita di prodotti in plastica monouso come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini. All’elenco dei materiali vietati sono stati aggiunti anche i sacchetti in plastica leggeri e buste e imballaggi oxo-degradabili, nonché i contenitori per fast-food in polistirolo espanso.Un provvedimento che si è reso necessario in relazione ai dati riportati da recenti studi ambientali, dai quali emerge che il 70% dell’inquinamento in mare consiste di prodotti di plastica usa e getta. La normativa è stata approvata con 571 voti favorevoli, 53 voti contrari e 34 astensioni.

Stop a mozziconi di sigaretta e attrezzi da pesca

L’Europarlamento in questa direttiva si impegna a contenere il più possibile i problemi di inquinamento causati dalla presenza di microplastiche in rifiuti che troppo spesso vengono dispersi in mare o nell’ambiente. In particolare i mozziconi di sigaretta: nei filtri delle sigarette, infatti, sono contenute parti in plastica difficili da smaltire. La normativa ha quindi fissato l’obiettivo di ridurre la loro presenza tra i rifiuti del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030. Altro problema affrontato nella relazione sono gli attrezzi da pesca, come reti, fili da pesca e cime, che vengono spesso smarriti o abbandonati in mare e che rappresentano il 27% dei rifiuti rilevato sulle spiagge europee. Gli Stati membri dovranno impegnarsi a raccogliere almeno il 50% di rifiuti di questo settore e a promuovere il riciclaggio di almeno il 15% di questi attrezzi entro il 2025. I produttori di tabacco dovranno, invece, farsi carico dei costi di raccolta dei rifiuti per i prodotti da loro messi in circolazione, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio.

A favore della normativa associazioni ambientaliste e non solo

La normativa, ancora non in vigore (si dovrà attendere l’ok del Consiglio dei Ministri per l’Ambiente), è stata accolta con grande entusiasmo dalle associazioni ambientaliste, che da anni portano avanti la battaglia contro l’utilizzo di prodotti in plastica usa e getta, a favore invece di prodotti biodegradabili o riciclabili. Primo tra tutti, il WWF ha applaudito alla normativa, definendola “un primo e importantissimo passo per cercare di arginare gli effetti di un materiale che è diventato il killer dei mari”. L’associazione aveva già raccolto nei mesi scorsi 550 mila firme di cittadini italiani per una petizione contro l’inquinamento da plastica, e ha esortato il Consiglio dei Ministri dell’Ambiente e la Commissione a “concludere i passaggi necessari a breve e sicuramente entro l’anno”. Tuttavia, secondo il WWF poteva essere fatto qualcosa in più per educare i consumatori a un utilizzo responsabile della plastica, ovvero indicare nell’etichetta dei prodotti la dicitura ‘prodotto usa e getta’.

Anche Legambiente ha accolto con piacere le disposizioni contenute nella nuova normativa, pur rimarcando la necessità di tenere in considerazione l’utilizzo delle bioplastiche per lo sviluppo di un’economia circolare, compresa la filiera dei rifiuti organici e del compostaggio, dove l’Italia gioca un ruolo di primo piano. Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha dichiarato in una nota stampa: “L’Europarlamento si è impegnato a lavorare per un accordo in prima lettura con il Consiglio, in modo da consentire l’approvazione della direttiva prima delle prossime elezioni europee del maggio 2019. Ora la palla passa ai governi nazionali che devono dimostrare altrettanta determinazione per raggiungere un accordo ambizioso tra Consiglio e Parlamento”.

Reazione positiva per la normativa anche da parte del Ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, che da mesi ha dichiarato di essere contrario all’utilizzo della plastica monouso, lanciando nel suo ministero il programma “plastics free”. Anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle si sono dimostrati favorevoli al divieto di utilizzo di prodotti in plastica usa e getta, mentre Forza Italia, con la sua eurodeputata Elisabetta Gardini, si è battuta fino all’ultimo contro questa normativa. Scettici ma non apertamente schierati dall’una o dall’altra parte, invece, gli europarlamentari di Lega e Pd.

Contrari i produttori e i trasformatori di materie plastiche

Chi non ha accolto in modo favorevole la normativa è il mondo delle imprese che producono e trasformano le materie plastiche. Per loro, infatti, il divieto di vendita di prodotti usa e getta comporterebbe un discreto danno economico, benché da alcuni anni si occupino anche della produzione di materiali che possono essere riutilizzati e riciclati. Tra le associazioni di questo settore si è espressa PlasticsEurope Italia, che rappresenta i produttori italiani di materie plastiche, che in una nota ha definito la normativa europea “una misura sproporzionata, che non risolve il grave problema dei rifiuti in plastica in mare e danneggia l’industria italiana” leader nella produzione di prodotti monouso in plastica. Un settore in cui si contano circa 2000 addetti diretti e 8500 indiretti, per un fatturato di 1 miliardo di euro. L’associazione ha inoltre richiesto l’intervento dell’EFSA, autorità europea per la sicurezza alimentare, per valutare anche le conseguenze sull’igiene alimentare che possono derivare dal divieto di utilizzo di posate e piatti monouso. Secondo PlasticsEurope il provvedimento non fornisce definizioni complete ed esaustive dei prodotti vietati e dei ruoli per il riciclo e questo potrebbe generare confusione. I materiali monouso in plastica, secondo l’associazione, non solo gli unici responsabili dell’inquinamento del mare, che invece è il risultato di una gestione impropria dei rifiuti e di comportamenti sbagliati.

EuPC, associazione che rappresenta i produttori di articoli monouso in plastica, ha sottolineato i possibili danni per salute e igiene che potrebbero emergere dall’abolizione delle stoviglie monouso. In una nota Alexandre Dangis sostiene che “sarebbe decisamente meglio creare un regolamento europeo anti-littering (uguale per tutti i consumatori dell’UE), invece di vietare prodotti che saranno sostituiti da alternative meno rispettose dell’ambiente”. 

Il tema della sicurezza e dell’igiene alimentare è stato ripreso anche da European Bioplastics, l’associazione europea dei produttori di bioplastiche, che ha assunto una posizione intermedia. L’associazione si è detta favorevole al passaggio a un’economia circolare e alla riduzione dell’utilizzo di prodotti usa e getta, ma ha sottolineato i possibili problemi per l’igiene che potrebbero scaturire da tali comportamenti. Esistono, infatti, posate e piatti monouso biodegradabili, prodotti certificati che possono rappresentare una valida alternativa. François de Bie, presidente dell’associazione, ha ricordato la necessità dell’utilizzo e la difficoltà di sostituzione di prodotti monouso in particolari realtà quotidiane: “In alcuni contesti a circuito chiuso, come mense, catering aereo, eventi sportivi e concerti, offrono una soluzione efficiente e indispensabile per garantire la sicurezza e l’igiene di cibi e bevande, assicurando al tempo stesso la raccolta e il riciclo dei rifiuti”. 

Favorevoli o meno alla normativa che porterebbe al divieto di vendita di prodotti in plastica usa e getta, tutte le parti sono concordi sul fatto che serve una maggiore cultura del riciclo e della raccolta differenziata, in modo da abbassare l’inquinamento nei mari e nell’ambiente, che ha raggiunto livelli esorbitanti.

 

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