venerdì, Marzo 29, 2024

L’epidemia di ballo

L’Europa medioevale fu abbastanza pittoresca ma a volte spettrale.

Quest’epoca fu caratterizzata da limitati progressi in diverse aree come le tecnologie e la cultura in generale almeno fino al tardo medioevo.

      E’ per questo che alcuni la descrivono come un’epoca di grande arretratezza. Comunque quest’epoca, fino all’inizio dell’ età moderna, fu caratterizzata anche da spaventose piaghe. Sicuramente vi verrà in mente la peste nera, ma ve ne furono molte altre come il “sudore inglese”, il carbonchio, la lebbra. Veramente fu un’epoca in cui l’ombra della morte era dietro l’angolo. Da parte mia non avevo mai sentito parlare di una piaga come questa ma sembra che sia veramente esistita, sto parlando dell’epidemia di ballo del 1518, in Strasburgo, Francia. Si, avete letto bene, un’epidemia di danza, di ballo.

     Le storie dell’ epoca descrivono un giorno tranquillo di luglio in cui improvvisamente una donna chiamata frau Trofie comincio’ a ballare per le vie della città. La cosa curiosa e’ che apparentemente lo faceva senza nessun motivo e anche se tutti si mostravano stupiti, non smettevano di applaudire l’apparente allegria. Tuttavia, col passare delle ore, questa donna continuo’ a ballare. Per sei giorni la donna non si era mai fermata e per qualche strana ragione si unirono altre 34 persone e cosi’ sfrenatamente, ballarono senza apparente motivo. Si racconta che alla fine del mese c’erano circa 400 persone che ballavano senza sosta. Questa confusione non poteva accadere senza un prezzo e cosi’, nel maggior apice, 15 persone morivano ogni giorno a causa di attacchi e incidenti cardiovascolari e esaurimento. In quanto alla donna che aveva cominciato’ tutto questo, si dice che ballo’ fino a cadere stanca nella notte, che dormì un paio d’ore, però al risvegliarsi ricomincio’ a ballare nuovamente e al terzo giorno aveva i piedi notevolmente feriti ma il suo corpo non smetteva di ballare. Qualche giorno dopo fu portata ad un santuario per essere curata ma fu troppo tardi. Come abbiamo detto, l’ età media poteva essere molto pittoresca e quindi non deve sorprende che per combattere tutto questo le autorità del posto presero la decisione di assumere dei musicisti e costruire degli scenari, con la speranza che le persone infette si recuperassero in fretta. Anche se non si capisce questa logica, risulta che questa misura, lontano dall’essere efficace, incoraggiò altre persone ad unirsi al ballo.

     Le persone non vedevano miglioramento, erano molto spaventate, non terminavano e non si capiva se tutto questo fosse opera di Dio o del diavolo, giacchè questo fenomeno era anche conosciuto come il “ballo di san Vito”, facendo riferimento a questo Santo vissuto nel 303. Figlio di un senatore romano o una persona benestante, sarebbe stato torturato insieme alla fidanzata e al tutore per sostenere il Cristianesimo nell’ultima persecuzione verso i cristiani da parte dei Romani. Secondo la leggenda, San Vito sarebbe stato convertito in martire all’eta di 7 o 12 anni, dopo essere stato condannato all’ olio bollente, però quando tutti si aspettavano di vederlo morire bruciato, comincio’ a ballare e dopo poco tempo comincio’ a contagiare tutti gli altri, cominciando dall’imperatore che l’aveva condannato. Cosi’ le persone credevano di non dover provocare l’ira di San Vito, immaginando quello che sarebbe potuto accadere. Pero ‘ possiamo pensare che quello che accadde a Strasburgo non fu un fatto isolato, risuta che non lo e’. Ci furono altri eventi simili.

      Si seppe che il primo ebbe luogo nella notte di Natale nel 1221 nella città di Colbin, in Germania, un altro caso si ebbe nel 1237, quando 100 bambini cominciarono a ballare in un’altra città tedesca chiamata Herfurt. Alcun i bambini morirono. Altre storie raccontano in una storia in Germania, questa volta dopo la Morte Nera, dove uomini e donne ripetettero la stessa scena del 1300, vittime della cosiddetta epidemia di danza. Questa volta le vittime furono recuperate in un brevissimo tempo per ricadere nuovamente. Affermavano di non avere idea di quello che accadeva intorno a loro, non sentivano e vedevano nulla, semplicemente cominciavano a muoversi fino a cadere svenuti.

      Parte della descrizione di un testimone oculare, chiamato fra Pedro Orientale su questi eventi era questa: “In quel tempo una setta strana formata da uomini e donne da varie parti della Germania, arrivo’ qui e da li continuo’ il viaggio in Francia. Il suo stato era il seguente: tanto gli uomini che le donne erano cosi’ posseduti dal diavolo, che ballavano nelle loro case, nelle chiese e nelle strade, prendendosi la mano e saltando. Mentre ballavano, nominavano alcuni demoni come Friske e altri. Però non avevano coscienza di questo, né badavano al pudore, anche se c’erano altre persone”. Vedendo il primo caso, si fecero molte ipotesi per spiegare la ragione di queste epidemie.

     Il portale Digital Journal raccolse alcune di queste. Per cominciare lo storico Johon Waller, autore del libro “A time to dance, a time do die”, una straordinaria storia dei giorni della danza, effettivamente testimonia quello che accadde secondo i rapporti dei medici nella cattedrale locale e anche nel resto di Strasburgo. La causa, sarebbe stata un’isteria collettiva, una psicosi prodotta dallo stress, giacchè la regione era attraversata da una crisi in cui le persone praticamente morivano di fame, inoltre c’erano anche molte altre malattie come il vaiolo, la sifilide etc.. In breve lo stress era cosi’ grave che produsse un’ infermità psicologica massiva che per l’epoca non era stata riconosciuta come tale. Inoltre erano tempi di molte superstizioni.

     Un’altra ipotesi suggerisce che questo semplicemente fu provocato da un fungo chiamato Ergot che cresceva nella segale ed era cosi’ come una versione organica dell’LSD. La gente avrebbe consumato il cereale e il resto e’ storia. Anche se certamente, essendo cosi’ tossico, questo li avrebbe uccisi prima di cominciare tutto questo.

Cosa ne pensate? Lasciate le vostre impressioni nei commenti e se l’articolo vi è piaciuto, condividetelo, grazie.

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