giovedì, Febbraio 13, 2025

Leopardi e il pessimismo

Giacomo Leopardi nasce a Recanati il 29 giugno 1798 e muore a Napoli il 14 giugno 1837 ed è stato un poeta, filosofo e scrittore italiano. È ritenuto da molti il  poeta dell’Ottocento  italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale. E’ uno dei principali esponenti del romanticismo letterario. Con la sua riflessione sull’esistenza e sulla condizione umana ne fa anche “un filosofo di spessore”. Filologo erudito e intellettuale dall’ingegno vivace, Leopardi ha vissuto un’esistenza tormentata, segnata in ogni sua fase da una densa produzione in prosa o in versi.

Giacomo Leopardi , bambino prodigio

Giacomo Leopardi è il primo di dieci figli messi al mondo da una delle famiglie più nobili del territorio. Il padre lo affida ai sacerdoti e subito si dimostra un piccolo prodigio. A dieci anni traduce  i testi antichi, e compone in italiano e latino. La sua memoria è sbalorditiva. Spesso rinchiuso nella grande biblioteca paterna, solo, a studiare. È l’unica possibilità di evasione, di sfogo, di consolazione: un dialogo muto con gli antichi autori che sembrano comprenderlo più dei suoi cari.

Periodo dell’infanzia

Il periodo dell’infanzia vede l’energia del giovane spegnersi gradualmente, a causa del comportamento freddo della madre e dell’incapacità del padre di capire i suoi disagi. Per questi motivi motivi dal 1809 al 1816 Giacomo Leopardi si dà a sette anni di “studio matto e disperatissimo”.

Leopardi e i problemi di salute

 I suoi problemi di vista e di scoliosi peggiorano visibilmente, ma in compenso il suo bagaglio culturale raggiunge vette sorprendenti per la sua età, portandolo a trovare nello studio una possibilità di evasione e di conforto dai malesseri a cui va incontro nel suo “natio borgo selvaggio“.

L’infinito

L’infinito , che si chiude con il toccante distico “Così tra questa infinità s’annega il pensier mio: / e ‘l naufragar m’è dolce in questo mare”. Una delle liriche più famose dei Canti di Giacomo Leopardi, che il poeta scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale. L’idillio leopardiano è un componimento connotato da un “forte intimismo lirico”: in esso l’elemento del paesaggio naturale è legato all’espressione degli stati d’animo dell’uomo

Pessimismo leopardiano

  • PESSIMISMO STORICO – Gli uomini furono felici soltanto nell’età primitiva, quando vivevano a stretto contatto con la natura. Le scoperte della ragione furono catastrofiche: una madre benigna e pia, aveva ispirato agli uomini; scoprì il male, il dolore, l’infelicità, l’angoscia esistenziale.
  • PESSIMISMO INDIVIDUALE – Nasce dal fatto che Leopardi aveva problemi di salute. Non si sentì mai giovane  avendo il fisico di una persona in età avanzata.
  • PESSIMISMO COSMICO – Leopardi perviene al cosiddetto pessimismo cosmico cioè l’infelicità è connaturata alla stessa vita dell’uomo, destinato quindi a soffrire per tutta la durata della sua esistenza. La natura è infatti la sola colpevole dei mali dell’uomo. Infatti la natura, mettendoci al mondo, ha fatto sì che in noi nascesse il desiderio del piacere infinito, senza però darci i mezzi per raggiungerlo

Poesia “A Silvia”

Il celebre idillio leopardiano è composto a Recanati nell’aprile del 1818. In questo componimento l’autore  rievoca una figura femminile del sua giovinezza, Silvia, morta prematuramente di tisi ciò comporta per il poeta un’inevitabile infelicità dell’uomo e sul crollo delle speranze. La giovane, con la sua precoce morte, diventa il simbolo della disillusione  dell’età adulta.

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