venerdì, Aprile 19, 2024

L’elettricità nel cervello: un nuovo rimedio contro l’anoressia

Nella foto, Isabelle Caro, modella e attrice francese morta gravemente anoressica nel 2010.

L’anoressia è un disturbo psichico legato alla relazione con il cibo e alla propria percezione corporea. Si tratta di uno dei più importanti dei disturbi del comportamento alimentare che attualmente colpisce tra il 0,5% e il 3% della popolazione mondiale degli adolescenti. All’interno del gruppo di adolescenti che seguono un regime dietetico, si calcola che solo il 20% di essi si trova in una situazione di sovrappeso, mentre il resto del gruppo segue una dieta anche se non ha la necessità di perdere peso. Dovuto a diverse circostanze, non è possibile calcolare il tasso di mortalità esatto causato da questa malattia e quante persone sono affette da quest’ultima, tuttavia, recentemente si è dimostrato che il tasso di mortalità legato all’anoressia è di un valore compreso tra il 20 e il 30%; inoltre le persone che soffrono di questo disturbo sono principalmente le donne (95% per le donne e 5% per gli uomini) ma ultimamente il disturbo si sta diffondendo anche tra i bambini. Questa malattia è molto diffusa soprattutto tra gli adolescenti, le modelle, le ballerine e le ginnaste.

Attualmente i trattamenti più comuni utilizzati per curare questa malattia, sono le riabilitazioni nutrizionali, le terapie psicologiche individuali o di gruppo e nei casi più estremi le terapie psichiatriche accompagnate molto spesso dall’alimentazione forzata mediante sondino nasogastrico. Molti soggetti anoressici, si trasportano con loro questa patologia per anni senza uscire dal tunnel dell’anoressia nonostante i numerosi trattamenti. Per questo motivo, da alcuni anni si stanno effettuando delle ricerche sul ruolo della stimolazione elettrica cerebrale e sugli effetti benefici che quest’ultima potrebbe avere nel trattamento dell’anoressia.

Secondo gli scienziati infatti, l’elettricità non è solo un fenomeno fisico in grado di offrirci la luce in casa ma è anche una fonte di energia importante per il corpo poiché quest’ultimo è già carico di elettricità. L’elettricità, affermano gi scienziati, è un elemento essenziale per il nostro cervello.

Per questo motivo, per cercare nuove cure alternative per il trattamento dell’anoressia, il Lancet Psychiatri ha realizzato e pubblicato uno studio su 16 donne anoressiche di un’età compresa tra i 21 e i 57 anni e con un indice di massa corporea intorno al 13,8, un valore molto basso rispetto alla norma considerando che l’indice di massa corporea minimo raccomandato per una persona normale è di almeno 18. Le donne che avevano accettato di sottoporsi a questo esperimento erano dei casi estremi di anoressia che avevano seguito per vari anni diversi tipi di terapia ma che tuttavia non erano riuscite a guarire. La loro condizione, cioè lo stato a rischio di morte in cui si trovavano dovuto alla denutrizione, ha fatto di esse delle candidate perfette per eseguire al meglio la prova dell’elettrostimolazione.

L’esperimento consisteva nell’impiantare degli elettrodi nell’area subcallosa del giro del cingolo, cioè la zona del cervello associata ai problemi di serotonina, tipici dell’anoressia. Ogni paziente aveva ricevuto delle piccole scariche elettriche a basso voltaggio di un valore compreso tra i 5 e i 6,5 volt per ogni microsecondo durante un anno. Durante l’esperimento, due pazienti decisero di ritirarsi volontariamente in quanto si sentivano a disagio con il loro corpo, dovuto all’aumento del peso che iniziarono a sperimentare. Tre pazienti delle 16 esaminate, subirono degli effetti collaterali. Tuttavia, in generale, l’esperimento aveva dato buoni risultati e grazie ad esso si è potuto constatare come l’elettrostimolazione aiuti a ridurre i sintomi della depressione e come questa migliori la qualità di vita delle pazienti anoressiche. Il miglioramento dello stato d’animo di queste donne e la recuperazione di un migliore stile di vita alimentare aveva portato, a distanza di soli tre mesi dall’inizio dell’esperimento, un aumento dell’indice di massa corporea che arrivó a sfiorare il 17,3 , un valore ancora molto basso ma tuttavia più vicino ai valori considerati nella norma. Durante il processo di elettrostimolazione sono state inoltre realizzate delle scannerizzazioni cerebrali delle pazienti dalle quali è emerso effettivamente che l’attività del cervello si modificava man mano che riceveva le scariche elettriche.

Tipu Aziz, professore di neurochirurgia dell’Università di Oxford e altri esperti hanno dichiarato che quest’esperimento è solo un inizio e che non può ancora garantire al 100% la sua efficacia nel trattamento dell’anoressia. Tuttavia, se si riesce a dimostrare concretamente i suoi effetti,  questo trattamento cambierà la vita delle persone che soffrono di questa patologia.

“ I soggetti anoressici hanno un livello di mortalità 40 volte maggiore alla popolazione normale” ha detto Aziz. “Il cibo è un oggetto doloroso per queste persone; questo è uno studio preliminare per dimostrare che se gli elettrodi vengono collocati nel posto e nel modo corretto, è possibile modificare in questi soggetti la loro visione del cibo e le loro reazioni dinnanzi ad esso”. La funzione principale dei segnali elettrici è quella di modificare le reazioni che il soggetto anoressico assume di fronte al cibo. Per conoscere l’evoluzione e i risultati finali di questo trattamento, è necessario effettuare ulteriori prove e ricerche. “Tuttavia – ha aggiunto Aziz – questo costituisce un trattamento rivoluzionario in quanto si cambia la percezione del cibo nel soggetto mentre fino ad ora gli unici metodi adottati per far fronte alla malattia sono stati i trattamenti psicologici, psichiatrici e quello di costringere i soggetti anoressici a mangiare”.

Pertanto, anche se è presto per confermare l’efficacia di questo trattamento, senza dubbio, vale la pena continuare a investigare. Oltre al Lancet Psyquiatry, il metodo dell’elettrostimolazione per i soggetti anoressici è stato studiato da altri medici di paesi come la Cina e il Canada e attualmente gli esperti stanno realizzando altri studi per certificare la veridicità di questa scoperta che tuttavia rimane ancora indubbiamente una teoria.

 

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