venerdì, Aprile 19, 2024

Legge sull’aborto 42 anni fa: la situazione oggi

Con la legge sull’aborto del 22 maggio 1978 si riconobbe alla donna il diritto ad interrompere, gratuitamente e nelle strutture pubbliche, la gravidanza indesiderata. 

La storia della legge sull’aborto

L’interruzione volontaria di gravidanza era da considerarsi reato prima del 1978. Con la diffusione del femminismo ed un cambiamento della sensibilità morale, la situazione iniziò a mutare. Si iniziò, quindi, a chiedere a gran voce una legge che regolamentasse l’interruzione volontaria della gravidanza, eliminandola dal codice penale in quanto reato. La legge, fino a quel momento, prevedeva che l’aborto potesse essere effettuato entro i primi 90 giorni se si trattava di scelta volontaria; entro 180 giorni dall’ultimo mestruo se si trattava di aborto terapeutico. Grazie alla legge 194, finalmente, le donne ebbero la possibilità di interrompere volontariamente una gravidanza in una struttura pubblica.

La legge sull’aborto oggi in Italia

Ad oggi, sono 84 874 le donne che fanno ricorso alla legge 194. Ma non è tutto così semplice. Nel 2016, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali ha condannato l’Italia per aver violato il diritto alla salute delle donne, riconoscendo le loro grandi difficoltà lungo il percorso dell’aborto. Quali? In primo luogo, occorre parlare dell’obiezione di coscienza, ovvero la possibilità di rifiutare di ottemperare ad un dovere se contrario alle convinzioni di una persona. Ad oggi, i medici che si astengono da tale pratica rappresentano il 70% dei ginecologi. È evidente che garantire sia l’interruzione di gravidanza che l’obiezione di coscienza non è facile. Allo stesso tempo, però, la stessa legge 194 resta vaga sull’argomento, lasciando ai più moltissime domande e perplessità.

La situazione nel mondo

Se il 28 settembre di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata per l’Aborto, la situazione non è uguale in tutti i Paesi. In prima linea nelle polemiche l’America di Trump. In Alabama la legge più restrittiva che, di fatto, vieta l’interruzione di gravidanza in ogni circostanza. Essa stabilisce che i medici che la praticano rischiano fino a 99 anni di carcere mentre quelli che solo tentano di praticarla, 10 anni. Con la stretta dell’Alabama sul tema dell’aborto è esplosa la protesta. Sono ancora molti, infatti, coloro che si ritrovano a dover lottare per un diritto: quello dell’autodeterminazione sul proprio corpo, espressione di libertà, purtroppo, non ancora ovunque raggiunta.

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