Il 22 maggio 1978 sulla Gazzetta Ufficiale comparì la Legge 194 nota a tutti come legge sull’aborto. La 194 contiene le norme sulla tutela sociale della maternità e consente l’interruzione volontaria di gravidanza.
Prima del 1978, lo Stato italiano non contemplava l’aborto e condannava alla prigionia le donne che decidevano di interrompere la gravidanza. Molte donne decidevano di abortire clandestinamente; si affidavano alle “mammane” le quali operavano con metodi arcaici e pericolosi. Interrompere clandestinamente una gravidanza nella maggioranza dei casi significava morire.
Negli anni settanta però l’Italia iniziò a cambiare aspetto. L’entusiasmo per la rivendicazione dei diritti inalienabili e della libertà umana scosse profondamente il quadro sociale dell’Italia. Migliaia di donne, fanciulle e ragazze uscirono dalle case e dalle scuole nel segno della libertà di scegliere della propria persona.
Legge 194: titoli e articoli dei giornali di quel maggio infuocato
La Legge 194 è il frutto di dure battaglie politiche e sociali. Oggi, a 42 anni dall’approvazione della legge che contempla l’interruzione volontaria di gravidanza, riportiamo in luce articoli e titoli dei quotidiani sulla legge sull’aborto. Non solo, rispolveriamo vecchie fotografie di cortei e manifesti dell’epoca.
Il manifesto dell’Unione Donne Italiane
L’Unione Donne Italiane definì la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza una conquista significativa. La legge apparì anche come l’unico strumento per combattere l’aborto clandestino.
Il manifesto assunse anche i toni di un’esortazione a lottare contro ciò che poteva ostacolare la piena applicazione della legge.
L’associazione femminista, in prima linea nella promozione della legge, chiedeva alla società di proteggere la salute della donna dal dramma dell’aborto clandestino. Chiedeva allo Stato gratuità per l’assistenza medica e la decisione finale sulla gravidanza.
La legge 194 sui quotidiani italiani
“Approvato l’aborto“: così la Repubblica intitolò il pezzo dedicato all’approvazione della legge sull’aborto. Tutti i giornali si prepararono ad annunciare la svolta radicale.
Corriere della sera: «ecco la nuova legge sull’aborto». Il quotidiano preparò delle righe sulle dinamiche che portarono all’approvazione della legge. Evidenziò i favorevoli e sottolineò i contrari. Comunisti, socialisti, socialdemocratici, sinistra indipendente e repubblicani furono favorevoli alla legge. La Dc, il MSI, demonazionali votarono contrariamente alla normativa.
La legge sull’interruzione volontaria della gravidanza dovette affrontare nel 1981 la prova del referendum. Ma il risultato di quell’ennesima votazione confermò il risultato del 22 maggio 1978.
Il Manifesto, all’indomani del referendum, presentò l’esito della votazione come la grande vittoria delle donne. Una vittoria contro la crociata clericale, democristiana e di destra.
Legge sull’aborto: manifesti e fotografie segnanti
L’approvazione della legge sull’aborto al Parlamento, in quel 22 maggio 1978, fu una svolta radicale. Quella legge segnò un’intera epoca. Oltre all’importanza della legge è doveroso ricordare tutti i cortei e le manifestazioni organizzati con ostinazione e idealismo da donne e uomini.
Negli anni precedenti al 1978 e fino all’approvazione definitiva della legge, uomini, donne adulte, fanciulle si riversarono a frotte nelle strade delle città . Le tantissime donne e i tantissimi uomini pretendevano il diritto di liberarsi dalle catene di una società troppo convenzionale e illiberale.
Ecco alcune fotografie e alcuni manifesti segnanti:
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