giovedì, Aprile 25, 2024

Le sfide del governo Draghi partono dalla giustizia civile

Già fanno sentire la loro pressione quelle che sono le sfide del governo Draghi. Prima tra tutte la riforma della giustizia civile. Nel dibattito si intravedono, tra le altre iniziative possibili, le prospettive del divorzio diretto e dei patti prematrimoniali.

Quali sono le sfide del governo Draghi?


Le sfide del governo Draghi sull’economia


La riforma integrale della giustizia civile è uno degli obiettivi cui la corresponsione dei fondi del Next Generation EU è legata. Tempi lunghi e incertezze rendono il nostro uno dei paesi meno appetibili per attrarre investimenti. Della questione si erano occupati, prima della pandemia, sia il Conte 1 sia il Conte 2. Essi, però, non avevano dedicato neppure una riga alla giustizia familiare. C’è da sperare in una netta inversione di tendenza da parte del Governo Draghi perché i processi in materia di relazioni familiari (separazione, divorzi, affidamento, ecc.) non incidono solo sui sentimenti e sulla vita delle persone ma hanno, a differenza di quanto si possa pensare, un effetto economico.

Semplificare il processo di famiglia

Nel 2019 un terzo delle cause civili ordinarie (34% al Nord, 25% al Centro, 27% al Sud e isole) erano separazioni o divorzi. Se ad esse si aggiungono anche le cause di affidamento o quelle relative alle coppie di fatto, la percentuale sfiora il 40%. Semplificare, velocizzare e sburocratizzare il processo di famiglia avrebbe il doppio effetto di far risparmiare i cittadini, rendere più snello il lavoro degli avvocati e liberare risorse tra i magistrati.

Le conseguenze della cause familiari

Le cause familiari incidono non solo sul funzionamento dei Tribunali ma sull’intero tessuto produttivo. Ogni anno più di 300mila persone non possono programmarsi la vita, né gestirsi il proprio patrimonio, perché imbrigliati in una causa destinata a durare anni. L’attuale processo di famiglia è uno strumento complicato che fornisce a problemi complessi risposte banali e stereotipate che, peraltro, ci sono costate più di una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Le sfide del governo Draghi: qual è l’obiettivo?

I fondi del Recovery potrebbero, o meglio, dovrebbero essere l’occasione per invertire la prospettiva, mediante la creazione di strumenti agili che diano a problemi complessi risposte efficaci e flessibili. In questo senso, dunque, il Governo dovrebbe introdurre il divorzio diretto (dimezzando le cause) e i patti prematrimoniali (evitando molte cause). Inoltre, si andrebbe a rafforzare il ruolo degli avvocati negoziatori e a riformare l’assegno di divorzio sulla base del modello francese. L’assegno sarebbe quindi dovuto solo a chi si è sacrificato per la famiglia e non a chi pretende di essere mantenuto a vita solo per il fatto di essersi sposato. Infine, la creazione di un Tribunale della famiglia permetterebbe di affidare ogni causa a un magistrato altamente specializzato.

Nessun rinvio delle cause e riformare le procedure per adozioni e affidi

L’obiettivo è anche quello di impedire rinvii delle cause alle calende greche: oggi è previsto che tra un’udienza e l’altra non passino più di 15 giorni, ma è una previsione che è rimasta sulla carta. Al Giudice verrebbe restituito il ruolo di decisore, senza deleghe a soggetti esterni che di diritti ne sanno assai poco. Inoltre, una riforma della disciplina dell’adozione e dell’affido familiare andrebbe a rafforzare il ruolo centrale della famiglia, naturale o adottiva.


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