Le riserve di petrolio siriano sono un affare politico

La Siria afferma che gli USA stanno saccheggiando il petrolio siriano

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Le riserve di petrolio siriano

Il regime siriano afferma che gli USA stanno saccheggiando il petrolio siriano. Tuttavia, la popolazione del nord-est della Siria afferma che, prima dello scoppio della guerra civile, le entrate dalla vendita del petrolio finivano tutte nelle tasche del presidente Assad. Mentre Assad afferma che la vendita del petrolio serve per sfamare l’intera popolazione. Le piccole riserve di petrolio siriano sono diventate il fulcro del controllo politico nella regione. Una cosa è certa, il petrolio siriano non cambierà il destino del mercato globale ma quello del popolo siriano sì.  

Le riserve di petrolio siriano sono un affare politico?

Nel mese di agosto il Ministro degli Esteri siriano aveva affermato che una compagnia petrolifera americana aveva stretto un accordo con i ribelli curdi, che controllano i giacimenti di petrolio nel nord-est della Siria. Il governo siriano aveva dichiarato che tale accordo era illegale e volto a rubare il greggio siriano. Il petrolio siriano è sempre stato di primaria importanza per il regime del presidente Bashar Assad. Ha fornito circa il 25% delle entrate del governo prima della guerra civile. Ma quel petrolio non aveva quasi alcuna importanza per il mercato petrolifero mondiale. A 385.000 barili al giorno prima dell’inizio della guerra civile nel 2011, era una produzione insignificante per il mercato globale: meno dello 0,5% dell’offerta mondiale.

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Con l’ascesa dell’ISIS il petrolio siriano è diventato importante per la comunità mondiale

Tuttavia l’ascesa dell’ISIS ha improvvisamente reso il petrolio siriano importante per la comunità mondiale, non in termini di volume ma per ciò che ha permesso all’ISIS di fare. Durante il “califfato” dell’ISIS, la produzione è crollata del 90% a circa 40.000 barili al giorno nel 2015. Eppure l’ISIS è riuscita a trasformare i barili sotto il suo controllo in denaro, contrabbandandoli in Turchia, vendendoli nei mercati locali e vendendolo ad Assad. Il petrolio ha dato all’ISIS la possibilità di avere un budget che nessuna organizzazione terroristica abbia mai avuto prima, rendendola la più ricca al mondo. Con il ritiro e poi la sconfitta dell’ISIS, il controllo della maggior parte dei giacimenti petroliferi è passato nelle mani delle forze curde e delle forze democratiche siriane. Quindi anche nelle mani di Washington che ha sostenuto i curdi e le SDF nella lotta contro l’ISIS.

Perché le forze statunitensi sono ancora in Siria?

Sono diverse le regioni per cui le forze statunitensi vogliono mantenere la loro posizione. Uno è assicurare che alcuni di questi campi non cadano di nuovo nelle mani di un ISIS in ripresa. Una seconda possibile ragione è tenere i giacimenti petroliferi fuori dalle mani di Assad, e dei russi, e mantenerli come merce di scambio per l’opposizione nel corso della definizione di una sorta di accordo con il regime di Assad. Infatti un obiettivo chiave dell’accordo è quello di tagliare Assad fuori da qualsiasi reddito prodotto dai giacimenti petroliferi di recente sviluppo. Il contratto conterebbe una clausola che vieta esplicitamente la condivisione delle entrate con il regime di Assad.

Un terzo sarebbe preservare questi campi come motore di ripresa per il giorno in cui ci sarà un regime post-Assad. Ma, qualunque sia il corso, ci vorrà molto tempo prima che quei campi possano iniziare ad avvicinarsi al livello di produzione precedente alla guerra civile. E, dal punto di vista del mercato globale, rimarranno insignificanti. Quello che accadrà al petrolio siriano sarà importante per il futuro della Siria stessa, come fonte di entrate per un paese che avrà un disperato bisogno di denaro. 

Le entrate del petrolio finivano tutte nelle casse del governo

Assad sostiene che le entrate ricavate dalla vendita del petrolio servono a sfamare il popolo siriano. Tuttavia i lavoratori dei giacimenti petroliferi contraddicono le parole del presidente siriano. Un tempo i modesti giacimenti petroliferi nella Siria orientale attiravano compagnie da tutto il modo. Ma le entrate scomparivano completamente nelle casse del governo. Il popolo siriano non ha avuto alcun beneficio dal petrolio, soprattutto il popolo curdo siriano.


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