Le piante da sempre sono considerate la base della catena alimentare di ogni ecosistema nel pianeta.
Tuttavia, in alcuni casi, la situazione si ribalta: anche nel regno delle piante esistono predatori, che attirano piccole prede nelle loro trappole per poi divorarle.
Ed è così che la drosera cattura piccoli insetti con la stessa sostanza vischiosa che le attira sui suoi steli. Mentre la più famosa venere acchiappa mosche usa le sue foglie modificate come trappola per i piccoli animali sventurati che si appoggiano su di esse.
Predatori nel DNA
Ma come si sia evoluto questo ribaltamento dei ruoli, dove le piante mangiano gli animali, è rimasto a lungo un mistero.
Un recente studio pubblicato su Current Biology, però, spiega che la conversione in predatori sia avvenuta tramite la mutazione di geni che prima avevano tutt’altra funzione.
Analizzando tre specie di piante carnivore tra cui la venere acchiappa mosche (Dionaea muscipula), la drosera spatolata (Drosera spatulata), e l’Aldrovanda vesiculosa, e comparando il loro DNA tra di esse e con quello di altre piante non carnivore, è emerso che i geni che hanno fornito a queste piante gli adattamenti per la vita da predatori, sono modifiche apportate agli stessi geni che all’origine erano utilizzati per altre funzioni.
Ad esempio i geni che permettevano alle radici di assorbire nutrienti dal terreno, adesso servono a ricavare nutrienti dalle prede che catturano.
Le piante carnivore vivono in ambienti molto ostili per le altre piante
Questo adattamento è avvenuto milioni di anni fa e in più gruppi di piante in maniera separata e indipendente.
Le modifiche adatte a questo tipo di alimentazione hanno permesso ad alcune piante, che crescono in ambienti acidi e privi di nutrienti, come le torbiere, di trarre il loro fabbisogno energetico da fonti alternative, come appunto gli animali.
Tutte le energie di queste piante sono indirizzate per la formazione delle strutture volte a catturare le prede e per gli enzimi necessari a digerirle. Le radici sono molto poco sviluppate in relazione alle loro dimensioni.
In conclusione tutte le piante, “potenzialmente”, hanno le carte in regola per diventare a tutti gli effetti nuovi predatori del regno vegetale.
Per fortuna gli insetti non per tutte le piante sono prede, anzi!