lunedì, Dicembre 4, 2023

Le magiche danzatrici di Antonio Canova

La danza è sinonimo di bellezza quindi, quando ci troviamo di fronte alla meraviglia di statue o affreschi che la immortalano, viviamo un incontro ravvicinato con dei capolavori. Dalla Villa dei Papiri di Ercolano, meravigliose danzatrici realizzate da Antonio Canova sono protagoniste di un racconto senza tempo. Rappresentano armonia, bellezza e grazia, e hanno attraversato i secoli per arrivare a noi. Andiamo qui a conoscerne ed analizzarne alcune.

L’arte di Canova

Antonio Canova nasce nel 1757 e muore nel 1822. Pittore e scultore della bellezza ideale, è tra i maggiori artisti del Neoclassicismo. Egli trova nella rappresentazione della danza l’espressione di grazia e bellezza, come una magia. Infatti le sue danzatrici possono essere definite ‘magiche’.

Ciò deriva senz’altro dalla sua passione per la danza. Tanto da affermare che se nella vita non fosse diventato scultore, avrebbe voluto fare il ballerino.

Attraverso la danza egli raggiunge il benessere, infatti affrontare questa tematica gli consente di sviluppare la speranza di un mondo migliore.

Le danzatrici di Canova

Dalla Villa dei Papiri di Ercolano, una delle più grandi e lussuose ville romane, riemergono dall’ambulacro, ovvero un corridoio coperto utilizzato per passeggiare, statue bronzee delle Danzatrici, come pure affreschi.

Le sue pitture e le sculture sono influenzate dalle visioni di opere ammirate a Pompei ed Ercolano.

https://www.periodicodaily.com/visitare-gli-scavi-di-ercolano/

Attraverso disegni, dipinti e statue rappresentate in tante pose, egli crea gesti e movimenti ricchi di segni bel delineati e precisi. E con i colori imprime il movimento, catturando quel preciso momento.

La figura della ballerina rappresenta la serenità e la grazia. Quelle di Canova vogliono regalare felicità emanata dalla bellezza, attraverso le mani sui fianchi o le braccia alzate. Come pure mentre reggono un velo o con le gambe a rappresentare uno specifico passo di danza. Trasmettono positività, giovinezza e forza. Conosciamone alcune.

La danzatrice bronzea

Le sculture in bronzo e in marmo abbellivano gli spazi del peristilio rettangolare e di quello quadrato, come pure nel tablino, delle ville delle antichissime città campane. Poste negli spazi dell’otium, quindi adibiti alla cura del corpo e allo svago per lo spirito. Ad esempio, ginnasio e teatro.

‘La danzatrice bronzea’ è una donna in movimento. Rappresenta un viaggio senza tempo alla scoperta della bellezza. Tuttavia si tratta di una bellezza dal duplice volto, cioè da una parte è possibile interpretare una chiusura rigida dall’involucro del corpo, rappresentata dal mantello e dall’espressione del viso ferma e sguardo fisso. D’altro canto, questa rigidità è spezzata dai movimenti delle braccia e delle mani che vogliono sollevare una un lembo della veste e l’altra levarsi al di sopra della testa, per spezzare l’incurvatura del braccio come a tracciare una linearità nelle pieghe dell’abito, dando vita al gesto classico della ballerina.

La danzatrice con le mani sui fianchi

Qui l’artista rappresenta la bellezza ideale e la purezza. Come pure la grazia. Si uniscono antico e moderno in un equilibrio tra le danzatrici di Ercolano e l’arte di Canova.

Il marmo fornisce quell’idea di perfezione e di eternità. E il gesso è metafora della fragilità dell’esistenza umana. Dunque anche qui ritroviamo una sorta di ambiguità che l’artista vuole esprimere. Certamente prevalgono la bellezza e la delicatezza.

La Venere Italica

Realizzata da Canova agli inizi del XIX secolo per sostituire la Venere de’ Medici trasferita in Francia durante l’occupazione napoleonica, rappresenta una perfetta imitazione della bellezza greca. Infatti, la pelle realizzata in gesso sembra far vivere la danzatrice in tutta la sua sensualità.

Divisa tra il pudore e la sensualità mentre esce dall’acqua nell’atto di coprirsi il seno con una mano.

La Venere accovacciata

La Venere accovacciata è creata dal greco Doidalsas tra il IV e il III secolo a.C. Stringe nella mano destra, portata al volto, un vasetto di profumo. Così esprime seduzione e piacere. La figura appare come una dea dalle forme morbide e carnose. E’ rappresentata nel momento in cui ha terminato il bagno e pettina la sua chioma e le trecce lucide e belle. Dunque, il corpo è raccolto in se stesso, come pudica sorpresa e bellezza eterna che non muterà mai.

Conclusione

Antonio Canova si ispira all’arte antica greca e romana. Utilizza il marmo che ritiene adatto per rendere morbida e flessibile la rappresentazione della carne dei suoi soggetti.

Tende a rappresentare una bellezza ideale che esalta le emozioni umane.

https://www.periodicodaily.com/29-aprile-2023-giornata-internazionale-della-danza/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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