Le Kung Fu Nuns scalano l’Himalaya per i bisognosi

In questo periodo di emergenza le Kung Fu Nuns (Suore Kung Fu) prestano soccorso in villaggi isolati al confine tra India e Nepal. Sono centinaia le monache buddiste che sfidano le intemperie della montagna per portare cibo e aiuti sanitari a indigenti e malati che altrimenti non saprebbero come procurarseli.

Come aiutano le popolazioni le Kung Fu Nuns?

Appena scoppiata la pandemia, le suore si sono immediatamente adoperate per cucire mascherine per gli abitanti dei villaggi. Le Kung Fu Nuns trasportano sulle loro spalle sacchi di riso, confezioni di lenticchie, articoli igienici e mascherine. Alle varie popolazioni da cui si recano forniscono anche preziosi consigli sanitari, esortando tutti a prestare massima attenzione alla minaccia pandemica.

L’impegno delle Kung Fu Nuns durante l’emergenza

A questo proposito Jigme Konchok Lhamo ha svelato che: “La sfida più grande è stata spiegare alle persone quanto sia pericoloso questo virus“. Le suore raccontano che in molti villaggi, la popolazione, senza avere accesso a tv o Internet per informarsi, considera spesso il virus “solo un raffreddore” e si dimentica ben presto le loro indicazioni sulla distanza sociale, sul lavaggio delle mani e su come indossare le mascherine. In videochiamata con la Thomson Reuters Foundation, con sede nella capitale nepalese Kathmandu, Lhamo ha infatti spiegato che il problema è che: “La gente non prende sul serio né il virus né le precauzioni“.

Finora le Kung Fu Nuns sono riuscite ad aiutare ben 2000 famiglie povere. Negli ultimi giorni non si sono fermate un attimo per portare materiale igienico e cibo in un villaggio nel distretto montuoso indiano di Lahaul colpito dal Covid.

Nima Sherpa ha raccontato che l’esperienza diretta le ha aperto gli occhi sulle difficoltà che gli abitanti dei villaggi sono costretti ad affrontare. Con la perdita del lavoro infatti molti non riescono a pagare la spesa o le bollette. Tanti bambini non hanno accesso a laptop e Internet e sono stati costretti a perdere un anno di istruzione.

Queste le parole di Jigme Yeshe Lham:

Abbiamo paura… Ma la paura non può fermarci. Non possiamo cambiare il mondo intero da soli, ma anche se riusciamo ad aiutare una vita, è un grande successo. Ne siamo felici. Ci sentiamo incoraggiati.

Ulteriori sfide per le donne

La pandemia per le donne ha inoltre portato ulteriori sfide, come racconta Nima. “Quando ho parlato con mia cugina, ha detto che mantenere l’igiene mestruale era molto difficile perché gli assorbenti non sono disponibili e anche se lo sono, non hanno abbastanza soldi per acquistarli“.

Chi sono le Kung Fu Nuns?

Le Kung Fu Nuns sono un ordine di monache buddiste che appartengono al lignaggio Drukpa, una setta millenaria con a capo Gyalwang Drukpa. Il loro nome deriva proprio dalla competenza dell’ordine nelle arti marziali cinesi, che hanno iniziato ad apprendere nel 2008.

Il 12° Gyalwang Drukpa ha infatti autorizzato per le suore un programma di addestramento nonostante leggi buddiste lo vietassero. Il capo dell’ordine Drukpa ha compiuto una piccola rivoluzione nella zona istituendo il primo monastero interamente femminile. L’Abbazia di Druk Gawa Khilwa è stata costruita proprio per dare alle fedeli le stesse opportunità dei maschi. Il monastero della valle di Kathmandu ospita più di 800 monache buddiste himalayane.

L’attivismo delle Kung Fu Nuns

Per secoli le donne himalayane sono rimaste escluse dalla formazione spirituale e potevano contribuire solo con lavori di casa o in cucina.

Le Kung Fu Nuns sono invece conosciute per il loro lavoro umanitario e per il loro attivismo sociale e comunitario. Soccorrono i malati, si battano per l’uguaglianza di genere e organizzano campagne di sensibilizzazione a varie tematiche. Grazie al loro impegno stanno cambiando giorno dopo giorno l’ordine delle cose.

Quando il Nepal fu colpito da un devastante terremoto nell’aprile 2015 le suore non lasciarono la zona per trasferirsi al sicuro, ma si recarono a piedi nei villaggi vicini per rimuovere detriti, liberare le strade, distribuire cibo ai sopravvissuti e piantare le tende per i profughi. Ogni anno le Kung Fu Nuns percorrono in bicicletta 2 mila e 200 km da Kathmandu a Delhi per diffondere un messaggio di consapevolezza ambientale al fine di incentivare l’utilizzo delle biciclette. Tengono spesso importanti dibattiti sulla tolleranza e sull’importanza della diversità e si adoperano per l’empowerment femminile.

Carrie Lee, ex presidentessa di Live to Love International, un’organizzazione non governativa che collabora con il convento himalayano da quasi 20 anni, le ha descritte come “una nuova generazione di donne che non ha paura di infrangere tabù e stereotipi vecchi di secoli. Hanno tolto la loro pratica dal cuscino della meditazione e nel mondo, spesso contro le critiche e le minacce alla loro sicurezza.”

Cosa significa il Kung Fu per le monache?

Sono anche soprannominate Jigme, che significa senza paura, ma il loro vero nome è Drukpa Nuns. L’idea di incoraggiare le monache ad apprendere tecniche di difesa personale è venuta a Gyalwand dopo aver visitato il Vietnam e scoperto che lì era pratica comune. Lo scopo era promuovere l’uguaglianza di genere e l’emopowerment delle giovani religiose che spesso provengono da famiglie povere.

Le suore si dedicano al Kung Fu principalmente per due motivi: sentirsi più sicure, forti e sviluppare maggiore fiducia e aumentare la concentrazione che permette loro di restare più a lungo sedute per meditare.

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