mercoledì, Dicembre 6, 2023

Le donne uiguri denunciano stupri sistematici

Dei nuovi resoconti della BBC hanno fatto luce su un altro agghiacciante dettaglio dei campi di rieducazione cinesi. Le donne uiguri sono sistematicamente stuprate, violentate, picchiate e torturate. Alcune di queste sono riuscite a raccontare il loro dolore.

Cosa subiscono le donne uiguri?

Tursunay Ziawudun ha passato nove mesi dentro quei campi del terrore nello Xinjang. La donna ha raccontato che ogni notte lei e le atre uiguri venivano rimosse dalle proprie celle. A quel punto, degli uomini mascherati le violentavano, per poi torturarla. “Indossavano abiti, non uniformi della polizia“, ha raccontato Ziawudun. “Forse questa è la cicatrice più indimenticabile su di me per sempre“, ha continuato la donna. Ora Ziawudun si trova al sicuro in America e ha trovato al forza di raccontare l’orrore di quello che ha subito. I dettagli diventano sempre più crudi e i racconti si spostano su stupri di gruppo, ogni volta da due o tre uomini. “Non voglio nemmeno che queste parole mi escano dalla bocca“.

La paura dietro alle parole

Non è la prima volta che Ziawudun parla ai media. Già in passato aveva racontato dei soprusi subiti in quanto musulmana, ma lo aveva fatto solo in Kazakistan. “Vivevo nella costante paura di essere rimandata in Cina“, ha detto. Immaginatevi una donna che condanna ciò che il sistema cinese chiama “un atto per contenere il terrorismo”, come quello che è: orrore. Immaginate la stessa donna costretta a tornare nello Xinjiang, che fine farebbe? le autorità non sono riuscite a verificare completamente l’identità di Ziawudu, a causa delle gravi restrizioni che la Cina impone ai giornalisti nel paese. Tuttavia, grazie ai documenti di viaggio, la BBC è riuscita a ricostruire la sua storia. I racconti della sua vita quotidiana e i soprusi subiti, corrispondono in modo tragico a quelli di altri detenuti. Purtroppo, tutto questo è realtà.

Altre testimonianze delle donne uiguri

Quella di Ziawudu non è l’unica testimonianza che la BBC ha raccolto. Il giornale ha anche intervistato una donna kazaka dello Xinjiang. Questa è rimasta nel campo per 18 mesi e anche le sue parole svelano gli stupri. La donna era costretta a spogliare le donne uiguri e ad ammanettarle. A quel punto, le doveva lasciare da sole con gli uomini cinesi. Una volta finito, tornava nella stanza e ripuliva il tutto. “Il mio lavoro era rimuovere i loro vestiti sopra la vita e ammanettarli in modo che non potessero muoversi“, ha detto Gulzira Auelkhan mimando l’azione. Altre ex detenuti hanno raccontato di non aver avuto scelta: o aiutavano le guardie, o affrontavano le punizioni.

I campi di concentramento esistono ancora

Di recente, c’è stato il giorno della memoria. Ricordare serve a evitare che si ripeta. Ricordare serve a provare orrore ogni volta che sentiamo parlare di campi di lavoro, minoranze rinchiuse, torture, violenze sessuali. I campi di concentramento oggi esistono e noi li conosciamo. Noi ascoltiamo le testimonianze di chi è fuggito, ma non riuscirà mai a dimenticare. Non dobbiamo farlo nemmeno noi. Dobbiamo continuare a raccontare quello che sta succedendo, dobbiamo continuare a informarci a riguardo e dobbiamo guardarlo in faccia. Voltarci di fronte all’orrore ci rende complici. Questo articolo non può che terminare con l’ultima frase di Ziawudun: “Questa cicatrice mi rimarrà per sempre”.


Chi sono gli uiguri e cosa succede in Cina


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