Le acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima in Giappone, verranno scaricate in mare. Così facendo non solo si danneggerebbe l’oceano e l’ambiente ma si andrebbe a colpire fortemente anche il settore ittico già in crisi. Martedì 13 aprile potrebbe arrivare la decisione definitiva sul da farsi.
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Perché le acque radioattive potrebbero finire nell’oceano?
Le acque radioattive potrebbero finire nell’oceano Pacifico perchè il governo di Tokyo non sa più in che modo gestirle. Ogni giorno questo genere particolare di acqua viene utilizzato per raffreddare i reattori della centrale nucleare di Fukushima. Questi ultimi danneggiati fortemente dal terremoto avvenuto nel 2011 che provocò poi uno tsunami. Nei paraggi della centrale sono state costruite 1000 cisterne per contenere i liquidi che però continuano a rimanere dannosi. Contengono infatti il trizio che è un elemento radioattivo molto pericoloso per l’uomo.
La Tokyo Electric Power ha dichiarato però che le cisterne sono quasi al limite e che entro l’anno prossimo avranno raggiunto la capienza massima. Urge quindi trovare una soluzione. Soluzione che sembra risiedere solo nel rilascio di queste acque nel Pacifico. Cina e Corea del Sud sono assolutamente contrarie a quest’ipotesi perchè ritengono che possa danneggiare tutto il settore ittico. La pesca è rimasta molto colpita dal disastro di Fukushima e proprio ora che si stava riprendendo non può subire un altro colpo. Ovviamente prima di scaricare in mare le acque radioattive, è necessario portarle ad un livello tale da non essere nocivo per l’ambiente. Dovrebbero rientrare in alcuni parametri considerati accettabili a livello internazionale. Lo smaltimento completo si stima possa avvenire nel 2051.