L’attentato a Baghdad del 2005: ecco cosa successe

L’attentato a Baghdad del 14 settembre 2005 provocò la morte di oltre 150 persone. I feriti furono più di 500: si trattò di uno degli attentati più gravi mai avvenuti nella città.

L’attentato a Baghdad del 2005: cosa successe quel giorno

Quel 14 settembre di quindici anni fa esplosero ben otto autobomba una di seguito all’altra all’interno dei quartieri sciiti. L’attentato più grave avviene nel quartiere di Kadhimiya, dove un kamikaze a bordo di un’auto si fece saltare in aria tra i manovali in attesa di lavoro.

L’attentato a Baghdad del 2005: la situazione politico-sociale e le cause dell’attentato

Dopo la caduta del regime di Saddam Hussein dovuta all’invasione anglo-americana del marzo 2003, l’Iraq è diventato il teatro di una violenta guerra asimmetrica condotta dalla guerriglia sunnita. Particolare attenzione si è riservata al gruppo noto come Tanzim Qaidat Al-Jihad fi Bilad Al-Rafidayn (Al-Qaeda in Iraq: AQI). Ciò dipende da almeno due ragioni.

L'attentato a Baghdad del 2005

Leggi anche: ISIS attacca forze paramilitari irachene a nord di Baghdad: 10 morti

1. AQI attira l’attenzione dei media

AQI è molto abile nell’attrarre l’attenzione dei media, grazie al frequente ricorso ad azioni terroristiche spettacolari e di grande impatto psicologico, come gli attacchi suicidi con autobombe contro i civili. Queste azioni costituiscono, però, solo una parte di quelle commesse dalla guerriglia. Si pensi, per esempio, che circa l’80% dei morti e dei feriti tra i soldati americani fino a gennaio 2008 è stato causato da ordigni con comando a distanza, posizionati principalmente lungo le vie percorse dai mezzi blindati. Tali ordigni sono noti come «improvised esplosive devices».

2. Molti leader e militanti non sono di origine irachena

Molti leader di AQI e quasi tutti i militanti reclutati per gli attentati suicidi hanno un’origine non irachena. L’amministrazione Bush ha insistito molto su questo aspetto. Oltre ad essere rappresentata come l’opera di pochi dead-enders legati a Saddam Hussein, la guerriglia è stata spesso descritta come un fenomeno importato. Si tratterebbe quindi di un effetto dell’interferenza di estremisti provenienti dalla rete non irachena di Al-Qaeda. In entrambi i casi, è una reazione lontana dal modo in cui il popolo iracheno avrebbe accolto (o come, secondo le aspettative dell’amministrazione Bush, avrebbe dovuto accogliere) l’invasione dell’Iraq.
Tuttavia, è errato considerare AQI come il principale attore della guerriglia. A questa hanno preso parte anche altri gruppi di maggiori dimensioni e con militanti iracheni.

L’importanza da non sottovalutare di Al-Qaeda

Nonostante vi siano validi motivi per ridimensionare l’importanza attribuita ad AQI, ve n’è almeno uno che fa di questa organizzazione un oggetto privilegiato di analisi. Se posizionata lungo un continuum che rappresenta il grado di estremismo nella politica dell’Iraq, la posizione di AQI coincide senza dubbio col massimo di estremismo. Si tratta di una posizione determinata, da un lato, dalla non-negoziabilità dei propri obiettivi politici e, dall’altra, dal sistematico ricorso alle forme più radicali della guerra asimmetrica (come gli attacchi indiscriminati contro i civili).

L’attentato a Baghdad del 2005: AQI come piccola parte di Al-Qaeda

AQI, in qualche modo, rappresenta l’espressione locale del più ampio network transnazionale di Al-Qaeda per tre aspetti: 1) la lotta di liberazione dei paesi musulmani dall’occupazione degli Stati Uniti e dei loro alleati; 2) la campagna rivoluzionaria contro i regimi secolari del mondo islamico e, congiuntamente, l’azione vigilante contro l’ascesa politica degli sciiti; 3) il ricorso sistematico ai metodi più estremi della guerra asimmetrica come gli attentati suicidi.

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