Uno studio dell’Inrap identifica la lastra di Saint Bélec come la più antica mappa 3D d’Europa. Gli esperti ritengono si tratti di una rappresentazione del territorio di un’entità politica molto gerarchizzata dell’Età del Bronzo.
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Come si presenta la lastra Saint Bélec?
La stele ha dimensioni di 2 per 1,5 metri (5 per 6,5 piedi) e ha segni e incisioni sulla superficie. La parte superiore è rotta perché riutilizzata per costruire una tomba. Il masso e alcuni frammenti del bordo sono conservati al Museo archeologico nazionale di Saint-Germain-en-Laye. L’archeologo Paul du Chatellier ha trovato la pietra nel 1900, durante gli scavi in un cimitero preistorico della Bretagna occidentale. La lastra decorata si trovava in un tumulo ed era usata per la volta. All’interno della camera funeraria sigillata c’era il defunto. Lo studioso locale la porta nel suo maniero di Kernuz dove cerca di ricomporla utilizzando del cemento. Alla sua morte nel 1911 gli eredi consegnano il materiale all’esposizione permanente. Un reperto che risale a 4.000 anni fa, diventato oggetto di studio dal 2014 al 2017.
La decorazione della stele
Paul du Chatellier descrive la lastra, soffermandosi sulle decorazioni. Si distinguono coppe, cerchi e tratti che alcuni collaboratori considerano una figura umana o animale. Sono motivi ripetuti, collegati da linee che raffigurano l’area del Finistère. Le analisi con tecnologie moderne permettono però di osservare altri elementi ornamentali. Al centro della pietra si nota una sorta di trapezio con bordi convessi da cui partono diverse linee che disegnano gli assi. I segni riempiono la superficie, così divisa in quarti, con ovali e motivi cruciformi profondi tra 3 e 4 millimetri.
Le indagini sul reperto
Per studiare la lastra i ricercatori hanno utilizzato la fotografia a luce radente, la fotogrammetria e gli scanner 3D. Così hanno trovato le zone danneggiate e alterate e soprattutto individuato le fasi di realizzazione della decorazione. Sono degli scultori preistorici ad aver realizzato il basso rilievo.
La mappa in 3D della lastra di Saint Bélec
Gli studiosi concordano nel considerare la lastra di Saint Bélec una rappresentazione cartografica. La prova della teoria è la ripetizione di segni collegati tra loro da linee, formando un insieme coerente. Le incisioni non sono sovrapposte, a parte in alcuni punti per aggiunte successive, e riproducono un’area di 630 chilometri. La raffigurazione permette di riconoscere il contesto ambientale attorno al tumolo. Infatti, il fiume e la valle formano un triangolo che le colline di Coadri a Sud chiudono. A nord, poi ci sono le Black Mountains. I rinvenimenti archeologici possono confermare definitivamente il carattere topografico della stele.
Alcuni esempi simili di rappresentazione cartografica
La lastra bretone può essere confrontata alle incisioni rupestri di Bedolina, in Valcamonica, attribuite all’Età del ferro. Anche in Sud Africa i contadini del primo millennio d.C. hanno realizzato delle simili mappe. Sono delle riproduzioni dei luoghi in cui vivevano gli antenati, ma create a memoria, quindi imprecise. Altri esempi si trovano nella foresta equatoriale e nel deserto australiano. Un gruppo etnico preistorico rappresenta il territorio in cui vive quando la comunità è gerarchizzata. Il controllo della zona diventa infatti importante nell’Epoca del bronzo.