Recenti scavi nella bellissima isola di Santorini hanno rilevato una scoperta (tra le altre) particolare: l’antica cucina greca era perlopiù vegetariana.
Solo vegetali nell’antica cucina greca?
Tra il 2600 e il 1100 a.C. l’isola di Santorini (Strongyle, ai tempi) era una delle roccaforti della civiltà minoica, che secondo molti studiosi era la prima e più alfabetizzata d’Europa. La loro eredità è visibile ancora oggi: i palazzi, le case a tre piani, le strade lastricate, i sistemi fognari, le opere scritte. Gli scavi sono stati effettuati nel villaggio di Akrotiri, nel sud ovest dell’isola: ne sono emerse molte cose interessanti.
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Sotto diversi domini, la stessa cucina
Cominciamo col dire che i minoici erano marinai, mercanti e artisti. La loro dieta era costituita prevalentemente da legumi, cereali, frutta, noci; inoltre producevano da soli olio d’oliva e vino. La loro civiltà cadde nel 1600 a.C., dopo un’eruzione vulcanica; allora furono i Micenei a prendere il loro posto. Successivamente, a dominare Santorini furono i bizantini, i veneziani e i turchi: ma l’antica cucina greca rimaneva fedele a sé stessa. In particolar modo, a far da padrone era la specialità dell’isola, la fava, piatto a base di purè di piselli gialli spezzati.
Una tradizione sempre viva
L’archeologo culinario dottor Jerolyn E. Morrison afferma che “la dieta mediterranea classica è stata fondata sulla triade mediterranea”. Questo termine comprende le maggiori coltivazioni della dieta greca classica, cioè uva, olive e cereali (farro, orzo, miglio). Ma anche i legumi (lenticchie marroni, fave, ceci) avevano la loro importanza. “Questa tradizione alimentare era ben consolidata durante l’Età del Bronzo nella maggior parte delle isole e nella Grecia continentale, ed è rimasta una pietra miliare della cucina greca in tempi moderni” spiega il dottor Morrison.
La cucina greca vegetariana nascosta
Il dottor Morrison afferma che nell’antica Grecia si allevavano pecore, capre e maiali, si pescava e si cacciavano selvaggina e pollame. Solo i più facoltosi, però, avevano la possibilità di mangiare carne più volte alla settimana. Oltre a questo, diverse figure della storia erano vegetariane, ognuno per i suoi personali motivi di etica o credo religioso.
Pitagora e gli altri
Il filosofo e matematico Pitagora insegnava ai suoi allievi che consumare animali “contaminava l’anima”, oltre a rendere le persone bellicose e a impedire l’unione con uno strato di esistenza più elevato. Il fondatore dello stoicismo, Zenone, consumava unicamente pane, miele ed acqua, fermamente convinto che fosse il modo più sano di vivere. Lo storico Plutarco, nel suo saggio On the Eating of Flesh, affermava che il sistema digestivo umano non era “attrezzato” per digerire la carne. E il filosofo Seneca era costretto a nascondere la sua fede vegetariana all’imperatore Caligola, amante degli spettacoli tra uomini e animali carnivori.
La cucina greca di Morrison e Kollimadis
Oggi, il dottor Morrison collabora con lo chef Stefanos Kollimadis per la creazione di un menu degustazione vegetariano alla maniera dell’antica cucina greca. Il menu in questione viene proposto nel ristorante Opson, all’interno dell’hotel Andronis Arcadia a Oia. Uno dei piatti che potremmo trovarvi è il “bouquet di barbabietole”: barbabietole arrotolate con fiori, pralinato di noci e aioli all’aglio orsino. Già nella Grecia antica, pare, esisteva una sorta di sorbetto al melograno utile a “ripulire” il palato dopo i pasti.
L’antica cucina greca: ingredienti successivi e tanto vino
Gli ingredienti che oggi possiamo associare alla cucina greca ne sono entrati a far parte solo in un secondo momento. I pomodori, i limoni, le zucchine, le melanzane e le patate sono arrivate solo nel 1900: ma il vino non mancava in nessun pasto. Secondo il dottor Morrison, infatti, vini rossi, rosati e bianchi venivano prodotti già nell’antichità.