Ricorre oggi, 26 marzo, l’anniversario della nascita di Viktor Frankl, da ricordare per il rilievo dato alla necessità di integrare le varie dimensioni dell’individuo e per essere stato innovatore, con il metodo logoterapeutico, che aiuta l’individuo ad essere consapevole delle proprie responsabilità. Il suo è un linguaggio molto semplice da cui traspare molta fiducia nelle possibilità dell’essere umano. Fonda l’analisi esistenziale, ovvero il professionista attua un dialogo con il soggetto per far emergere la frustrazione e il vuoto.
Vita e formazione
Viktor Frankl, fondatore dell’analisi esistenziale e rappresentante della corrente psicologica dell’esistenzialismo, nasce a Vienna esattamente centodiciotto anni fa, il 26 marzo 1905, da padre ebreo e madre polacca. Muore a Vienna nel 1997. Si specializza in medicina e psichiatria. Viene a contatto con Sigmund Freud, Alfred Adler e Carl Gustav Jung.
Nel 1927 fonda un centro di consulenza per giovani con necessità di aiuto psicologico e di orientamento.
Durante la sua vita, sperimenta l’esperienza del lager: internato per tre anni, acquisisce la consapevolezza che bisogna trovare un significato della propria vita. Nel noto libro “Uno psicologo nel lager”, egli considera degli aspetti, tra cui:
- recupero dell’interiorità, cioè il riscoprirsi della personalità;
- tendenza a categorizzare.
Il suo pensiero subisce gli influssi culturali di Freud, Adler e Jung. Così, rivela il limite della posizione di Freud, centrato sulla coscienza contrapposta all’inconscio e l’ uomo spinto dalle pulsioni. Come pure di Adler con la sua volontà di potenza come reazione al senso di inferiorità.
Il senso della vita per Viktor Frankl
Per Frankl, bisogna rifarsi all’elemento spirituale per dare un senso alla propria vita. Parla dell’elemento del ‘dovere’. Esso corrisponde a cogliere un significato nella situazione che si vive. Quindi, cogliere un compito e cercare di rispondere.
Allora, pone il concetto di ‘nevrosi noogena’. Nasce dalla frustrazione esistenziale, da un vuoto esistenziale che gli individui sperimentano, inutilità che ha la propria vita.
Il metodo della logoterapia
Il metodo è quello della logoterapia e dell’analisi esistenziale. Queste rappresentano due aspetti della stessa realtà.
La logoterapia è una modalità psicoterapeutica di rapportarsi con la persona. L’analisi esistenziale considera essenziale la libertà dell’individuo. La persona, pur condizionata dal passato, dal presente, dal carattere ed anche dalla propria salute, resta libera. Nel senso che ha libertà di scelta, anche nelle situazioni più estreme e complesse.
L’uomo è considerato in chiave tridimensionale, ovvero gli aspetti che lo compongono sono:
- somatico
- psichico
- spirituale.
Tutti e tre contribuiscono a dare l’equilibrio.
Scopo del metodo terapeutico è rendere la persona consapevole della sua responsabilità di fronte alla vita.
Tecniche della logoterapia
La logoterapia è la ‘psicoterapia appellativa’. Stimola le capacità dell’individuo, dello spirito umano. L’atteggiamento del terapeuta deve essere tale che il paziente deve arrivare a capirsi e raggiungere il senso della propria vita. Due sono le tecniche particolari che lui pone per il raggiungimento del senso della vita:
- intenzione paradossa, che è l’intenzione forzata che aiuta l’individuo a distanziarsi da sé per vedersi in modo più obiettivo. Proporsi di fare bene ciò di cui si ha paura;
- dereflessione, ovvero distaccare l’attenzione dal sintomo, cercare di ignorarlo.
Il compito dell’individuo consiste nel favorire l’armonia tra le tre dimensioni dell’uomo.
Il significato
Elemento motivazionale fondamentale è la volontà di significato. Consiste nell’esigenza che l’uomo ha in sé di dare un senso alla sua vita e orientarsi fuori, in relazione col mondo che lo circonda. Quindi, l’uomo raggiunge la felicità quando dà un senso alla propria vita. Inoltre, l’uomo ha la possibilità di libertà per essere responsabile e dare significato alla propria vita. Allora, è necessario capire il compito che si vuol realizzare.
Frankl distingue:
- il significato, cioè l’esperienza soggettiva
- i valori, cioè la realtà universale, il punto di riferimento per orientarsi e trovare il significato più soggettivo.
Egli focalizza l’aspetto della coscienza, cioè essere consapevoli del fatto che la vita è un compito e l’uomo deve dare una risposta.
Il significato della propria vita può essere trovato attraverso tre direzioni diverse:
- valori creativi, cioè ciò che l’uomo può dare al mondo con il suo modo di agire;
- valori di esperienza, che consistono in tutto ciò che l’uomo può ricevere dal mondo;
- valori di atteggiamento, cioè gli atteggiamenti che l’uomo sa assumere nella sofferenza e nella limitazione.
Egli descrive due tipi di uomini:
- homo patiens, che può realizzarsi nella linea verticale se riesce a superare la disperazione, quindi se raggiunge o meno l’appagamento, oppure finisce nella disperazione;
- homo faber, che è quello che si realizza nella linea orizzontale. Mira al successo, al risultato sfuggendo dall’insuccesso perché ha paura.

Se prendiamo tre oggetti diversi e li proiettiamo su un cerchio avremo la stessa figura. Questo indica il disagio. Il sintomo dice il disagio, ma le componenti coinvolte possono essere diverse.

Conclusione
A Viktor Frankl, fondatore dell’analisi esistenziale, nell’anniversario della nascita, va il merito di aver superato le concezioni riduttive, pur attingendo da altri autori. Egli dà importanza alla libertà umana e non si occupa di trattare dell’infanzia. Infatti, già altri ne hanno parlato. Così sottolinea e si sofferma su altri ambiti.
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