Torna l’albero della china nel santuario di Machu Picchu. Sernanp ha annunciato di aver piantato 500mila specie vegetali autoctone nella zona del sito archeologico peruviano. Un’iniziativa per contrastare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Datazione di Machu Picchu: anteriore al 1420
Perché piantare l’albero della china a Machu Picchu?
La pianta delle Rubiacee è diffusa sulle Ande e è l’albero nazionale di Perù e Equador. Cresce soprattutto alle basse e medie altitudini. I nativi Quechua utilizzavano la corteccia per curare ipotermia e febbre e i missionari gesuiti ne hanno fatto un rimedio per la malaria. Far crescere la specie nell’area sottostante Machu Picchu ha lo scopo di ripristinare la flora autoctona. Inoltre, il Servizio nazionale delle aree naturali protette intende recuperare i territori degradati a causa degli incendi boschivi.
“Un milione di alberi per il santuario storico di Machu Picchu”
Il Ministero dell’ambiente peruviano ha annunciato lo scorso anno il progetto di riforestazione dell’area del sito archeologico. Un intervento rinviato per il diffondersi dell’emergenza sanitaria che negli ultimi mesi si è concretizzato. L’opera interessa le pendici del colle di Machu Picchu per un totale di 780 ettari. Le piante selezionate crescono nell’ambiente andino e creeranno una zona cuscinetto che ridurrà il rischio di dissesto idrogeologico. Pertanto il santuario della città sacra agli Inca sarà protetto e delimitato da una rigogliosa vegetazione. La sicurezza della zona a cui accedono i turisti è quindi garantita.
Un progetto ambientale
Sernanp ha annunciato il raggiungimento del 50% dell’obiettivo della campagna di riforestazione. Il Governo peruviano ha quindi garantito un impegno nella conservazione del patrimonio ambientale e nella tutela della Natura. Ripristinando la flora locale preserva la biodiversità e contribuisce anche a ridurre la quantità di gas serra nell’aria. Uno degli obiettivi dei trattati internazionali per la conservazione delle risorse a disposizione dell’uomo, messe a rischio dall’eccessivo sfruttamento.