L’IA Vincent Van Gogh è paziente ma non impressionato dall’ennesima domanda sul suo orecchio mozzato. “Mi scuso per la confusione, ma sembra che lei si stia sbagliando”, dice l’avatar del grande pittore, con il tono stizzito familiare a chiunque abbia giocato con i modelli linguistici dell’IA. “Ho tagliato solo una piccola parte del lobo dell’orecchio”, insiste (in realtà, ci sono diverse testimonianze su come l’artista si sia mutilato l’orecchio).
L’intelligenza artificiale di Van Gogh appare su uno schermo video alla fine di una mostra di grande successo al Museo d’Orsay di Parigi. L’esposizione, in corso fino a febbraio, è dedicata alle ultime settimane della sua vita nel villaggio di Auvers-sur-Oise, appena a nord della capitale francese. Van Gogh si sparò con una pistola arrugginita nel 1890, all’età di 37 anni. Ma l’AI Vincent è sorprendentemente esperto nel linguaggio terapeutico del XXI secolo.
“Come dimostrano i circa 40 dipinti esposti alla mostra d’Orsay, le sue ultime settimane di vita furono straordinariamente prolifiche e ricche di capolavori, tra cui “La chiesa di Auvers”, “Campo di grano con corvi” e l’ultimo, “Radici d’albero”. Virtual Vincent – Tra i punti salienti c’è una sala dedicata ai suoi panorami “a doppio quadrato”, una rivoluzione tecnica in cui l’artista utilizzava tele molto lunghe e sottili, prefigurando i paesaggi a grande schermo del cinema.
Oltre al chatbot di Van Gogh, i visitatori possono indossare una cuffia per la realtà virtuale per entrare nella cucina del dottor Gachet, dove Van Gogh trascorse le sue ultime settimane di vita, fare un viaggio surreale intorno a un’enorme versione della sua tavolozza e immergersi nelle radici dell’albero del suo ultimo dipinto. Il casco all’avanguardia dell’azienda taiwanese Vive Arts è in grado di tracciare le mani degli utenti – senza bisogno di controller portatili – consentendo loro di raccogliere oggetti nel mondo virtuale e di giocare con i globuli di vernice.
L’intelligenza artificiale, invece, mostra alcuni dei problemi iniziali di questa tecnologia nascente: alla domanda sul suo colore preferito, l’intelligenza artificiale Vincent è molto sicura (giallo). Ma ha difficoltà a riconoscere le persone della sua vita, non riuscendo a capire il nome del dottor Gachet quando gli è stato chiesto da un giornalista francese. “Riconosce le parole in lingua francese, ma dobbiamo ancora perfezionare l’intelligenza artificiale in modo che comprenda meglio i nomi propri”, ha dichiarato Christophe Renaudineau, responsabile di Jumbo Mana, la start-up di Strasburgo che ha progettato la macchina. “Questo esperimento ci permetterà di migliorare il modello”, ha aggiunto.