giovedì, Aprile 18, 2024

L’abbraccio del Papa all’islamismo cambia la Chiesa

L’abbraccio del Papa all’islamismo, come lo sdoganamento dei piaceri carnali, cambiano la Chiesa. Cambiare i rapporti tra il cattolicesimo e le altre confessioni religiose, mette in evidenza il sempre più avvincente cambiamento dei partiti religiosi mondiali. Il partito del cattolicesimo come quello islamico si incontrano a metà della “strada che definisce per la compartecipazione al nuovo assetto geopolitico”.

L’abbraccio del Papa all’islamismo: conferma della nuova geopolitica

Dopo l’accordo tra Emirati e Israele certo non mi attendevo una cosa diversa da questo abbraccio simbolico. Il Papa guarda oltre le chiese vuote, e tra progetti di riunione delle Chiese cristiane, discutendo di celibato e riti unificati, sbuca fuori un patto mondiale.

L’abbraccio del Papa: il punto più alto della dialettica tra cattolicesimo e religione musulmana

La dichiarazione di Abu Dhabi è il “Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune“. L’abbraccio del Papa all’Islam è ovviamente criticato dai cattolici più conservatori, è l’emblema di come Francesco I se ne freghi degli atteggiamenti castranti dei suoi preti. Il mondo sta tirando il carro verso altre rotte e la Chiesa gesuita ci ha sempre visto lungo, quindi vuole essere della partita.

L’ordine mondiale: la Chiesa vuole partecipare

Il vescovo Ahtanasius Schneider dichiara: “Il problema principale riguarda l’equiparazione gerarchica tra cattolicesimo ed islam: i tradizionalisti affermano che non può esserci parità. La diversità delle religioni non può aver avuto luogo per via della volontà divina”. Ma la risposta di Papa Francesco è chiara e politicamente corretta per i nuovi tempi. “L’islam non è più un avversario. A guardar bene, per il cristianesimo contemporaneo non lo è mai stato. Almeno quello moderato. Ma ora sembra si stia procedendo verso una sorta di alleanza tra le gerarchie ecclesiastiche del Vaticano e quelle musulmane“.

La riorganizzazione religiosa europea

L’immigrazione da sempre più l’idea di come può essere considerato uno strumento per una modifica profonda delle radici della società. L’islam è diventato una nuova prospettiva nell’osservazione dell’Occidente. Una delle situazioni più lampanti è quella francese dove la civiltà cristiana è quasi completamente scomparsa. Le statistiche non fanno che raccontare una crescita esponenziale dell’islam a discapito dei sempre meno battezzati.

Quale sarà l’Europa del futuro?

Dal mio punto di vista scandalizzarsi per la secolarizzazione, e magari per la conseguente ricerca di altre identità religiose da parte degli europei, significa spesso essere politicamente scorretti. Dati alla mano ci sono altissime possibilità che il vecchio continente possa divenire a maggioranza islamica nel corso dei prossimi secoli.

L’islam ha già preso la Francia

Le cifre sono chiare e sotto gli occhi di tutti, ma secondo alcuni sono un fenomeno organizzato dai poteri forti musulmani. Il vescovo Ahtanasius Schneider dichiara ancora: “Il fenomeno della cosiddetta migrazione rappresenta un piano orchestrato e preparato da lungo tempo. I poteri internazionali vogliono cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei. Questi poteri usano l’enorme potenziale morale della Chiesa e le loro strutture per conseguire più efficacemente il loro obiettivo anti-cristiano e anti-europeo. A tale scopo si abusa del vero concetto dell’umanesimo e persino del comandamento cristiano della carità“.

Allora la storica svolta di Abu Dhabi?

Quindi gli allarmismi che circolano per la dichiarazione congiunta di Abu Dhabi? Nel testo, che Francesco I ha firmato con l’imam di Al-Azhar, c’è scritto quanto segue: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano“.

Una svolta storica ma indigesta

È proprio il pluralismo religioso che i cattolici tradizionalisti non digeriscono. Probabilmente la vedono come una perdita di potere sul mondo, ma in realtà lo hanno perso già da tempo e proprio per la grettezza che la Chiesa ha sempre rappresentato. Al di là del comune appello contro il terrorismo, in quel documento c’è scritto, nero su bianco, che la diversità tra cristianesimo ed islam dipende da Dio. E ovviamente certi emisferi cattolici eccepiscono quanto sedimentato nella dottrina, ossia che il cristianesimo sia l’unica confessione religiosa strettamente dipendente dal volere di Dio.

Si lavora per abbracciare un mondo di affari religiosi all’interno dei mercati economici


Per multiculturalismo va intesa la tendenza alla ricerca di un altro pluralismo, quello delle culture. Ed è qui che le religioni si abbracciano per abbracciare insieme il nuovo assetto economico mondiale. Una “società aperta” dovrebbe recepire sino a rendere compatibili gli aspetti che sempre hanno allontanato le finezze politico-religiose. I tradizionalisti pensano che l’identità dei popoli, a questa maniera, sia destinata a svilirsi, per poi essere cancellata.

L’abbraccio del Papa al mondo che avanza

Bergoglio, sostenendo la bontà del multiculturalismo, asseconderebbe un certo tipo di processo. “La teologia politica di Papa Bergoglio esprime un sincretismo spirituale e culturale sostanzialmente estraneo alla tradizione cattolica, come si vede per esempio dall’esortazione apostolica Querida Amazonia, che finisce per stemperare l’identità cristiana in concezioni indigeniste e panteistiche, estranee e per molti versi ostili alla tradizione cristiana“, ha affermato il professor Cristin.

Il multiculturalismo scevro


Ora si pone la questione del macro-tema del multiculturalismo, che sarebbe sinonimo di accoglienza e pacificazione. Bergoglio ha adottato l’ideologia multiculturalista, come logica conseguenza sul piano socioculturale di quell’intreccio sociopolitico fra cristianesimo e marxismo praticato dai teologi della liberazione, e più in generale da tutti coloro che definiamo catto-comunisti. E’ un fatale errore scambiare il multiculturalismo per interculturalità, come lo è snaturare l’identità del cristianesimo per il miraggio di un dialogo con l’islam. Continuo a pensare che il male della Chiesa non può essere risolto esternamente a se stessa utilizzando l’idea di stato compartecipante ad una visione economico-religiosa. Il problema della Chiesa è la sua “auto secolarizzazione” frutto di un comportamento di chiusura millenaria e rinunciataria della sua originale identità cristocentrica.

L’abbraccio del Papa sancisce il finale

Siamo al “redde rattionem” frutto di uno sfruttamento dell’immagine della Chiesa come giudicante di un mondo sconosciuto. Per chiudere direi al Papa: “Caro Bergoglio qui non è finita perché arrivano gli islamici. Arrivano gli islamici proprio perché è finita“.

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