La visione ottimistica dell’Ucraina alla Biennale di Venezia del 2023

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Un paio di installazioni temporanee del contingente ucraino alla Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno riuniscono due nozioni contrapposte di ricostruzione futura e di trauma attuale, che il mondo esterno può sperimentare con ottimismo in un’unica mostra preveggente, giustamente intitolata Before the Future.

La prima partecipazione del Paese alla Biennale dal 2014 viene presentata in due sedi dai curatori Iryna Miroshnykova, Oleksii Petrov e Borys Filonenko, che affermano che il loro contributo presenta l’Ucraina come un “potente partecipante alla trasformazione dell’immagine del futuro in Europa e nel mondo civilizzato”.

Il racconto di un demone e dei suoi demoni

Iniziando dalle Sale d’Armi dell’Arsenale, la mostra trasforma uno spazio ospitante altrimenti cavernoso in una voragine claustrofobica e senza finestre, all’interno della quale i visitatori possono sperimentare lo stato di abbandono e di inquietante comfort che gli ucraini abitano quotidianamente mentre lottano per un mondo futuro più vitale e sostenibile, pieno di pace.
Da quel porto in difficoltà all’installazione all’aperto allestita nello Spazio Esedra dei Giardini, la mostra prosegue presentando uno sbancamento che richiama la rete di fortificazioni del X secolo, rimesse in funzione per la difesa della capitale durante le prime drammatiche fasi dell’invasione dell’esercito russo lo scorso febbraio.
I curatori esortano alla comprensione attraverso le narrazioni condivise di un futuro che cambia.

“Raccontando storie abbiamo l’opportunità di capirci a vicenda e di condividere visioni diverse di un futuro che cambia. Oltre quattrocento giorni di guerra hanno dimostrato che le storie non possono essere raccontate senza una linea di difesa. […] Oggi la resistenza ucraina offre, con la sua intrinseca complicazione, nuovi e diversi concetti di futuro, le cui forme sono delineate dalle azioni quotidiane di tutti i soggetti coinvolti. Tale futuro si basa sulla cooperazione tra auto-organizzazione, contributo personale e costruzione dello Stato. Questo futuro è aperto alle collaborazioni sincere di oggi, e vale la pena lottare per esso”.
Il Paese è in guerra da oltre 400 giorni. 400 giorni in cui il lignaggio dell’alta cultura, delle comunità religiose e della storia è stato costantemente distrutto con metodi che sfuggono alla comprensione della maggioranza dei partecipanti e dei presenti, la cui reciproca prosperità si basa anche su garanzie verificabili di un domani migliore.
A questo principio, Mariana Oleskiv, commissario dell’installazione ucraina, aggiunge infine: “Attraverso il Padiglione dell’Ucraina, condividiamo le nostre speranze per un futuro libero da aggressioni e guerre. È una testimonianza della forza e della determinazione del popolo ucraino a costruire un mondo migliore. Partecipando alla Biennale Architettura 2023, l’Ucraina riafferma la sua fiducia nel potere della cultura di unire le nazioni e ispirare cambiamenti positivi. Esprimiamo gratitudine a tutti gli amici che sono stati al nostro fianco, fornendo aiuti umanitari, sostegno politico ed economico e sostenendo l’integrità territoriale dell’Ucraina. E ringraziamo La Biennale di Venezia per il suo generoso sostegno, che ha reso possibile il Padiglione ucraino quest’anno”.

Una serie di programmi pubblici, denominati “incontri”, integreranno la mostra fino alla chiusura della Biennale, il 26 novembre. Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e lo studio FORMA di Kiev sono due degli sponsor. Ulteriori informazioni sulla partecipazione ucraina di quest’anno sono disponibili sul sito Instagram del padiglione.