Un rapporto della Freedom House mostra che la Turchia è il paese con il punteggio più basso in Europa per quanto riguarda la libertà di Internet.
La Turchia è il paese con il punteggio più basso per quanto riguarda la libertà di Internet
Secondo un rapporto della Freedom House con sede a Washington, la Turchia è stata classificata come il paese con il punteggio più basso in Europa per quanto riguarda le libertà online. Il rapporto copre 72 paesi in sei regioni del mondo, scelti per illustrare i miglioramenti e i cali della libertà di Internet in diversi sistemi politici. La Turchia ha un punteggio di 31 in un indice di 100 punti, con punteggi basati su una scala da 0 (meno libera) a 100 (più libera). Gli altri due paesi con il punteggio più basso in Europa sono l’Ungheria con un punteggio di 69 e la Serbia con 70. Islanda, Estonia e Paesi Bassi, invece, sono i paesi con i punteggi più alti in Europa. Le classificazioni sono determinate esaminando tre grandi categorie: ostacoli all’accesso, limiti ai contenuti e violazione dei diritti degli utenti.
Una repressione senza precedenti
La Turchia sotto il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan ha attuato una repressione della libertà senza precedenti. Negli ultimi anni si sono verificate numerose violazioni dei diritti online, tra cui il blocco dell’accesso ai siti di notizie, alle piattaforme digitali e ad altri contenuti online. Le autorità turche hanno temporaneamente bloccato l’accesso ai siti di social media, tra cui Facebook, X, Wikipedia e, più di recente, Instagram, che è rimasto bloccato per nove giorni ad agosto, suscitando la condanna della comunità internazionale. Il governo del presidente Erdoğan è regolarmente accusato di limitare la libertà di espressione e di reprimere le persone che esprimono critiche al suo governo sui social media.
In Turchia, migliaia di persone sono indagate, processate e condannate a pene detentive per aver espresso le proprie opinioni, sgradite al governo, sulle piattaforme dei social media. Nel frattempo, una legge sui media, nota come “legge sulla disinformazione”, approvata dal parlamento turco nell’ottobre 2022, è considerata un fattore che contribuisce al declino delle libertà di Internet nel Paese, poiché i giornalisti e gli utenti dei social media potrebbero essere incarcerati fino a tre anni per aver diffuso “fake news”.
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